Woody Allen

commedia, drammatico

Woody Allen VICKY CRISTINA BARCELONA


2008 » RECENSIONE | commedia, drammatico
Con Scarlett Johansson, Javier Bardem, Penelope Cruz, Rebecca Hall, Patricia Clarkson

di Claudio Mariani
È bello avere delle sicurezze, anche se in un periodo di crisi -economica, sociale, morale?- come quello di oggi, le si possono ritrovare solo in situazioni “parallele” alla vita reale. Dicasi anche “rifugi”, e uno dei più classici, insieme alla letteratura e alla musica, è il cinema. E che bello sapere che Allen due film di fila non li sbaglia mai; certo, ci sono autori che non sbagliano mai un film, ma da un regista che presenta puntualmente una pellicola all’anno da quasi quarant’anni, questo risultato è assolutamente impossibile. Così, dopo il successo -storico per Allen- di “Match Point”, e le ottime sensazioni comiche di “Scoop”, ci si era trovati delusi e annoiati dalla scialba storia (e relativa messa in scena) di “Sogni e Delitti”. La possibilità che Woody potesse incorrere nel nuovo film in un altro passo falso erano in teoria reali, se non ci fosse il fattore delle sicurezze di cui parlavamo all’inizio. E così è arrivato nelle sale il nuovo prodotto, e, come previsto, non ha deluso affatto: anzi a tratti ha stupito, ancora una volta. La storia di questa commedia dolceamara, è quella di due studentesse che, in un soggiorno prolungato a Barcellona, hanno un rapporto con un artista latin-lover; ben presto questa sorta di triangolo inconsapevole viene parzialmente sostituito da un altro triangolo, dove di inconsapevole, invece, non ce nulla. Il film è giocato tutto sui protagonisti e sul loro relazionarsi non solo con gli altri, ma anche -e soprattutto- con se stessi. Questa è la grande forza della pellicola: ci sono innanzitutto le due amiche americane, Vicky, piena di sicurezze nel suo sapere cosa essere e cosa volere, e Cristina, praticamente all’opposto, con una vita sentimentale a dir poco turbolenta e con un punto di domanda stampato sul viso. Dall’altra parte i due prodotti “locali”, José Antonio, artista donnaiolo, assolutamente pieno di se ma forse molto più profondo di quanto sembri, e Maria Elena, pazza e passionalmente folle. Come interagiscano questi personaggi non è affatto facile spiegarlo, basta dire che, in un modo o nell’altro, ognuno avrà a che fare con l’altro. E il film, oltre ai personaggi, lo fanno molto gli attori: partendo con un ordine capovolto di meriti, Scarlett Johansson, che non brilla nonostante il ruolo sia perfettamente adiacente al suo physique du role, abbastanza scialba, corre il rischio che le vengano affidati spesso questi ruoli. Ma non è tanto sua la colpa (d’altronde nel film ci sta benissimo), quanto dagli altri tre interpreti: la scoperta Rebecca Hall, e i due attori spagnoli forse più bravi del momento. L’inglese Rebecca Hall sorprende per la sua naturalezza, per la sua bravura in un ruolo, alla fin fine, abbastanza semplice e che non permetteva molte sfaccettature; poi abbiamo Javier Bardem e Penélope Cruz. Entrambi rischiano di annichilire i colleghi per la loro capacità di dare a un personaggio cinematografico uno spessore notevole. La Cruz è credibile e perfetta, anche se in un ruolo abbastanza stereotipato, mentre Bardem non finisce più di stupire, saltando da un film all’altro con il suo magico talento. Alla fine Allen ci regala un film sospeso tra commedia, dramma, leggerezza, storia morale e chi più ne ha ne metta. E’ un film che scorre via facilmente ma che ha un retrogusto amaro, dove si riescono ad affrontare tematiche relazionali importanti, come l’amore, il sesso, il tradimento, la routine e molto altro ancora, in un calderone ben bilanciato che poi, come una bolla di sapone, sembra svanire nel nulla. Quello che non si capisce è se è un film molto alleniano, oppure un film debitore -pensiamo inconsciamente- al cinema europeo (il pensiero va soprattutto al cinema francese e al grande Eric Rohmer su tutti). Pare che la “gita” in Europa del regista newyorkese durata quattro film sia giunta al termine, e questo bel film che fa anche da spot pubblicitario alla capitale catalana filmata e mostrata che meglio non si poteva, ne è la testimonianza finale. Della prossima pellicola, del ritorno a New York, se ne scriverà, immancabilmente, tra un anno esatto!

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