Woody Allen Settembre
1987 » RECENSIONE | Drammatico | RE-VISIONE
Con Mia Farrow, Dianne Wiest, Elaine Stritch, Denholm Elliott, Sam Waterston, Jack Warden
21/06/2020 di Claudio Mariani
Ha una particolarità, anche questa abbastanza inedita: è una sorta di Pièce da camera. Girato tutto in interni, e con soli sei personaggi. Una struttura assolutamente teatrale, anche se ripresa e sviluppata totalmente con il linguaggio del cinema. Il luogo, una casa che -si intuisce- è di campagna, è anch’essa fra i protagonisti della storia. In questa casa ci sono una madre ingombrante e esuberante, una figlia sottomessa, la sua amica, e tre uomini: il compagno della madre, il vicino di casa, entrambi anziani o quasi, e l’oggetto del contendere delle due più giovani, lo scrittore Peter.
E’ anche un’opera che si ricorda perché fu rigirata completamente; dopo la prima versione, Allen non era contento del risultato e di almeno un paio di ruoli maschili, nel riprogrammare le riprese, fortunatamente facili perché il teatro di posa era ancora attivo e i protagonisti solo sei, dovette stravolgere metà del cast, trovando finalmente così la quadratura del cerchio.
Allen si confermava, anche in questa situazione, in perfetta sintonia con i ruoli femminili, riutilizzando due delle sue incredibili muse: Dianne Wiest e Mia Farrow, ma cambiando la madre di quest’ultima (Maureen O’Sullivan) con un’ottima Elaine Stritch (l’unica parte vagamente comica del sestetto). Per gli uomini fu più difficoltoso, ma alla fine ce la fece affidandosi al fido Waterson e all’inglese Denholm Elliott, ricordato per Ivory, Indiana Jones e Una poltrona per due.
Film girato quasi in tempo reale, dove tutto succede in una serata o poco più. Gli intrecci sono tuttavia pochi, il film è lineare nella sua semplicità, ma può anche essere visto come circolare (lei ama lui, lui ama l’altra, un terzo ama la prima). Il risultato, previsto dallo stesso regista, fu un discreto insuccesso, però, a riguardarlo ora, è uno dei suoi film da riscoprire, sicuramente riuscito come doveva esserlo, e sentire le parole poi dette dallo stesso Allen in tempi recenti, è uno dei pochi di cui lui sia soddisfatto anche dopo parecchi anni. Si guarda con piacere, nella sua brevità, così, tutto d’un fiato, ammirandone ancora i risvolti, e che ci ricorda che per alcuni di noi i film dove succede nulla o poco più, sono inevitabilmente quelli più interessanti.