Cinevetriolo, Recensioni ignoranti

Rubrica di Luca Tavecchia

I predatori

02/11/2020

Opera prima di Pietro Castellitto. 

E speriamo ultima.
Il figlio d`arte ha messo su un mischione né carne né pesce, l`idea potrebbe sembrare un Ferie D`agosto 3.0, ma decisamente in tono minore.
Qui, in più, storie che si intrecciano. 110` di Film fastidioso, nonostante una buona recitazione collettiva.

Imprevisti digitali

02/11/2020

UNA PIACEVOLE COMMEDIA IN CUI OGNUNO PUÒ RICONOSCERSI, E PUÒ RIDERE DI SÈ E DELLA PROPRIA QUOTIDIANITÀ.

 
Un film per ridere con intelligenza delle nostre vite frenetiche e sempre più digitalizzate. Un terzetto di attori fantastici, diretti splendidamente dal duo di registi folli Kervern e Delepine, con qualche cameo eccellente (Poelvoorde e Houellebecq!) Se avete la possibilità di andare a vederlo al cinema, non lasciatevelo scappare.
 
(MYmovies)
 
La noia più totale, 140 minuti completamente inutili, qualcosa di veramente osceno, il peggior film dell`ultimo quinquennio.
No, ma impiccatevi da soli, senza se e senza ma. 

Lasciami andare

22/10/2020

No, non ci siamo. Ma non ci siamo proprio.

Ecco, l`unica cosa che salviamo è Venezia, così impossibile e meravigliosa.
Poi la storia è un noir/thriller già visto, lento e lezioso, una coppia che ha un grave lutto, una casa stregata, il pupazzetto, e poi dovresti stare incollato alla poltrona con la tensione che corre a mille, ma ti viene solo voglia di andare a comperare 15 kg di popcorn per suicidarti. 

Lacci

22/10/2020

Il tema è quello dell`abbandono, del tradimento, delle responsabilità dei genitori, della sofferenza, della rabbia, dell`invecchiare portandosi appresso, ogni giorno,  i propri demoni.
Un film che scava e ti contorce dentro, un Silvio Orlando da P A U R A, che nel suo monologo finale ti stende violentemente, cazzotto dopo cazzotto, e non ti alzi più. 
Bravissimi gli attori, tutti in uno straordinario stato di grazia:  la Morante no vabbè, meravigliosi la Rorwacher e Lo Cascio, pure Giannini e la Mezzogiorno, e i due ragazzini.
"Per stare assieme bisogna parlare poco, l`indispensabile. Tacere sì, tanto."

Un divano a Tunisi

14/10/2020

Film molto carino, non proprio "alla Woody Allen" come dice la locandina ma comunque godibile e in qualche scena anche quasi divertente. Una ragazza tunisina, dopo essersi laureata in psicologia a Parigi ed aver esercitato come psicoterapeuta, decide di tornare a Tunisi per fare il suo lavoro. Ovviamente deve scontrarsi con una realtà dove religione e Imam credono di poter soddisfare ogni bisogno più intimo delle persone. Ovviamente così non è, come dimostra il baffuto panettiere che indossa biancheria di raso giallo.

Paolo Conte - Via con me

05/10/2020

Eh, Paolo Conte. Porcatroia, Paolo Conte, le chic et le charme.

Meglio di una amatriciana di Fernando Er Matriciano, o di una carbonara di Trecca Cucina di Mercato.
Favoloso anche se non hai (ancora) baciato la donna che ti affascina. Sensuale come non mai. Musica, poesia e pittura.
"Era un mondo adulto, si sbagliava da professionisti"

Il meglio deve ancora venire

30/09/2020

Bromance. Adesso la chiamano "bromance" quel sentimento di intensa amicizia tra due uomini, che non sconfina nel sesso. Amicizia non bastava più, allora che ti inventano i francesi? La BROMANCE, et voilà! Mavafancul.

Bromance o non bromance, due ore sono troppissime.
Due amici. Uno è tumorato e l`altro dovrebbe dirglielo. Ma iniziano gli imprevisti.
La prima ora dovrebbe essere la più divertente, quella con le battute, i fraintendimenti, le situazioni surreali, una specie di Walter Matthau e Jack Lemmon diretti da un magistrale Neil Simon. Invece è uno stracciamento di palle senza precedenti, roba che è meglio la morte per inedia.
La seconda ora un po` si riscatta, la presa di coscienza del dolore. Ma non è sufficiente. 
Bromance de sto cazz.

Padrenostro

29/09/2020

Minchia, Favino, che roba!

Ci sono almeno due dozzine di motivi, molto validi, per andare a vedere questo film. E tutti questi motivi si chiamano Pierfrancesco Favino. 

Favolosi anche i due bimbi, Mattia Garaci e Francesco Gheghi.
Tratto da una storia vera, racconta la vita di un vicequestore (preso di mira dai nappisti negli scoppiettanti anni 70), vista attraverso gli occhi di suo figlio.
Il finale già un po` te lo immagini, ma non importa, perché resti catturato da ogni fotogramma e da ogni sguardo. 
Un`interpretazione straordinaria, senza una sbavatura, tenera quanto basta e assai drammatica. 
A Favino on dovevano dargli solo la coppa Volpi 2020. Dovevano farlo Papa, almeno per il prossimo quinquennio.

Non odiare

28/09/2020

Alessandro Gassman davvero intenso oltre che affascinante (`mazza che figo!).

Tratto da una storia vera accaduta in Germania, dove un chirurgo, figlio di un superstite dell`Olocausto, dapprima si rifiuta di soccorrere la vittima di un incidente stradale dopo essersi accorto che è un neofascista, poi, invaso dai sensi di colpa, cerca di interessarsi dei figli dell`uomo che lasciò morire. C`è qualcosa di non perfettamente chiaro nel film, qualcosa di un po` improbabile, però dai, si può vedere.

Judy

18/08/2020

 
Bello, toccante, emozionante, commovente, pelle d`oca d`obbligo alla fine, gran bel film davvero...
Renee Zellweger strabrava, da applausoni,  a interpretare il ruolo di una donna così fragile. 

Cattive acque

21/06/2020


Tornare al cinema dopo oltre 3 mesi e trovare all`interno del film Take Me Home Country Roads di John Denver è un segno del destino: Marco Andrea Francis Carnelli e la Mama Bluegrass Band ne sono i più moderni e degni interpreti.
Dallo stesso regista dello straordinario Io Non Sono Qui (su Bob Dylan) e del frizzantissimo Carol, un film bello, avvincente, un`inchiesta sui disastri ambientali della azienda chimica Dupont in West Virginia (Mountain Mama), Mark Ruffalo avvocato umanissimo e caparbio. Per me è un sì

Gli anni più belli

25/02/2020

Porca miseria, pensi di andare a vedere un film banalotto, ed esci coi lacrimoni.

Muccino ha preso quattro attori (tra i più fighi del globo terracqueo) che hanno recitato in modo straordinario, emozionante. 

Quattro amici d`infanzia e la loro crescita, i sogni, le ambizioni, i successi (pochi) e i fallimenti (tanti), il riscatto, la delusione, il precariato, gli amori traditi, i compromessi, la vita difficile di padri separati. Le speranze e le promesse, su una terrazza romana, con i fuochi d`artificio che illuminano il cielo.

Poi anche Baglioni ci mette del suo, sempre a proposito di groppo in gola.

Villetta con ospiti

03/02/2020

Oh, Marco Giallini, Vinicio Marchioni, Michela Cescon, Massimiliano Gallo, Bebo Storti... Pure Erica Blanc! Cioè, vuoi NON andare?

Ecco, bravo, non andarci.

Di per sé il film non è malaccio, affronta una tragica realtà vissuta con formidabile ipocrisia, dove tutti hanno qualcosa da nascondere, talmente impregnati di amoralità da consentire la morte di un ragazzetto onesto, lavoratore, immigrato e innocente, pur di pararsi il culo vicendevolmente.

Però non emoziona, non scandalizza, non scorre. Ottimi attori per brutti (dentro) personaggi in un film da 5+.

1917

28/01/2020

Non si può dire altro che sia davvero un bel film. Decisamente particolare è questo piano sequenza infinito, a cui senza alcun dubbio non sei abituato. E che, dopo un po`, ti smarona. Ma la cosa incredibile è pensare che il film è stato praticamente realizzato in un unico CIAK.

Decisamente realistico, in alcune fasi un po` angosciante, in altre fasi un po` improbabile (stai correndo in un corridoio, tutti ti sparano addosso, nessuno che ti colpisce), una lunga corsa contro il tempo ma la trama è già piuttosto nota.

Molto bravo l`attore dagli occhi più azzurri del mondo George MacKay. Tanto sentimento in trincea, tra topi e baionette.

Figli

28/01/2020

No, è che quando non sei nemmeno alla fine di gennaio e hai già visto il film più bello dell`anno...

La sceneggiatura è stata scritta da Mattia Torre, uno degli autori più geniali degli ultimi vent`anni, uno dei creatori di Boris, E infatti nel cast ci sono tanti personaggi di Boris: Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Massimo De Lorenzo, Carlo De Ruggieri. Uno Stefano Fresi da applausi, poi c`è una Paola Cortellesi che mado` quant`è brava!, e un Valerio Mastrandrea che è un figo pazzesco (machettelodicoaffà)

Il film strappa più di una risata: è ironico, dissacrante, emozionante, divertente, con costruzioni narrative originali e invenzioni sceniche altrettanto funzionali. Funziona tutto, in questo film: il ritmo, i capitoli, gli attori, la scrittura, la regia, persino la finale Be Mine degli Ofenbach sui titoli di coda.

Di sicuro l`intelligenza di Mattia Torre non la trovi così frequentemente, dietro l`angolo. E questo ci mancherà tantissimo.

Richard Jewell

21/01/2020

Clint Eastwood è intoccabile, come Quentin Tarantino, come Papa Bergoglio, come Michael Jordan. Ok.

Allora si va a vedere Richard Jewell, l`ultimo film del burbero dagli occhi di ghiaccio, la vicenda umanissima dell`addetto della security durante le Olimpiadi di Atlanta (un bravissimo e credibilissimo Paul Hauser) che individua uno zaino sospetto, chiama i rinforzi, mette in salvo tutti quelli che può, ma la bomba scoppia e fa un macello, diventa eroe nazionale, finché l`FBI, non sapendo che pesci pigliare, piglia lui, perché è un po` un sempliciotto, vive con mammà (splendida Kathy Bates!) e ogni tanto non si dimostra particolarmente un`aquila. E inizia il suo incubo più grande. Che si risolve grazie al bravo avvocato (Sam Rockwell, il poliziotto dei Tre Manifesti a Ebbing, Missouri).

Primo tempo leeeeento come la morte per inedia, secondo tempo meno noioso, francamente non un film da urlare al capolavoro. 

È un fiacco scorrere di eventi, dove spiccano più gli attori che la storia, e onestamente 131 minuti si fanno sentire.

Poi, ovviamente, trattandosi di Clint Eastwood, tutti a darsi a riti onanistici, per carità!

Hammamet

10/01/2020

Eh. Non si può dire che il film non sia bello. Però. Però.

Pierfrancesco Favino nel film non c`è: c`è Bettino Craxi. 

E se da questo film togli la bravura straordinaria di Favino (per due ore non ti accorgi che è Favino, perché è Craxi!) e l`equipe che ne ha curato il trucco, beh, il film vale già il 50% in meno... Con rispetto parlando per Gianni Amelio, sia chiaro!

Bellissima l`ambientazione (la villa di Craxi ad Hammamet), interessanti le vicende dell`esilio/latitanza, le vicissitudini della cancrena alla gamba, ma la storia di un non meglio precisato amico (Vincenzo - Giuseppe Cederna sempresialodato) e di suo figlio... mah... ne avrei fatto a meno.

Non un film imprescindibile. Ma oggi Favino, in Italia e non solo, credo abbia pochi concorrenti.

Craxi non ne esce né bene né male, non è questo l`obiettivo di Amelio. È il lato umano di un personaggio che è stato molto potente. E che poi sappiamo come è andata.

Il top del film quando Bettino, sul letto d`ospedale, accoglie il figlio Bobo con un sonoro "cretino!".

Applausi. 

Dio è donna e si chiama Petrunya

10/01/2020

"Una satira brillante e appassionata contro ogni potere" ***** Screen International

"Uno dei più bei ritratti femminili degli ultimi anni" ***** Positiv

"Piacevole quasi come un`ecografia transrettale" ***** Il Bertarelli 2019

 

Del resto, se vai a vedere un film macedone, non è che puoi aspettarti chissà cosa.

Una 32enne laureata in storia e disoccupata riesce, durante una cerimonia religiosa, a recuperare casualmente una piccola croce nel fiume, battendo sul tempo una schiera di virgulti, incazzati per l`oltraggio subìto. Lei finisce in commissariato, loro fuori a protestare, la giornalista a sollevare dubbi sul maschilismo dominante, il pope a difendere la tradizione, ma andate affanculo tutti quanti.

Sorry we missed you

03/01/2020

Quando Ken Loach sale in cattedra, lo fa con maestria, e con violenza.

E riesce a spiegare come un trucco di parole, "lavoro autonomo", altro non è che moderno schiavismo. Non è un rapporto di lavoro: è schiavismo. Zero diritti, zero welfare, zero umanità. Solo produrre. E, nello specifico, consegnare pacchi per oltre 14 ore al giorno, sei giorni su sette. La vita dei corrieri.

Film straziante e angosciante su una famiglia, la fatica immane di sbarcare il lunario, un figlio adolescente con le difficoltà di un adolescente, e la bimba più piccola di una tenerezza che vorresti abbracciarla.

Ken Loach, per raccontarti una vicenda, ti fa salire a bordo e ti fa schiantare a 120 km/h contro un muro. È questo l`effetto che fa.

La dea fortuna

31/12/2019

Esci dal cinema e dici: Ozpetek dovrebbero farlo Patrimonio Mondiale Dell`Umanità.

Un bel drammone, girato splendidamente, con uno Stefano Accorsi e un Edoardo Leo che farebbero vacillare anche i più convinti eterosessuali, per fortuna a ristabilire le distanze c`è una Jasmine Trinca, che anche in versione normale (non strafiga, per capirci), fa sempre la sua porca figura.

Un film di relazioni aperte, inganni, bugie, gelosia, tanta gelosia, amore e dolori, malattia, immaturità, magia, rivendicazioni, da cui sembra impossibile uscirne. finché poi saranno proprio i due bambini, gli esseri più indifesi di tutta la vicenda, a fare da specchio al mondo adulto.

 

La dea Fortuna è un segreto, un trucco magico... Come fai a tenere per sempre con te qualcuno a cui vuoi molto bene? Devi guardarlo fisso, prendi la sua immagine, chiudi di scatto gli occhi, li tieni ben chiusi. E lui ti scende fino al cuore e da quel momento quella persona sarà per sempre con te.

 

Applausi. Tanti.

Cena con delitto - knives out

20/12/2019

Un bel filmone giallo e anche un po` divertente alla Agatha Christie, due ore non particolarmente frizzanti ma comunque ben costruite e assolutamente godibili.

Daniel Craig, smessi i panni di James Bond, è l`investigatore privato Benoit Blanc che deve risolvere il complicato caso della morte di un famoso scrittore di gialli.

Il film si apre con il morto. le indagini sveleranno incredibili retroscena e impensabili risvolti. Una nota di merito per la bellissima seppur invecchiata Jamie Lee Curtis.

Fighissima, sui titoli di coda, Sweet Virginia degli Stones.

Un giorno di pioggia a New York

09/12/2019

Giovane coppia universitaria arriva a New York per un weekend, perché lei, Ashleigh from Arizona, deve intervistare il famoso, tenebroso, esistenzialista regista (Liev Schreiber, il FIGHISSIMO Donovan dell`omonima serie TV), e lui, Gatsby from NYC, non vede l`ora di mostrarle quanto è affascinante la Grande Mela.

Poi succedono cose, vedono gente, incontrano persone famose e amori liceali, ma è New York che decide il loro destino.

Togli New York a Woody Allen, ed è come asportargli il cuore senza anestesia.

Commediola graziosa, nulla per cui strapparsi i capelli.

Parasite

28/11/2019

Oh, da non credere. Parasite, film coreano (cazzo, i film nippo-cino-coreani sono generalmente talmente eccitanti che preferirei pulire 6 o 7 kg di fagiolini) e premiato a Cannes mi è piaciuto un sacco, oltre due ore che scivolano senza un plissé, una storia davvero assurda, ben costruita, godibilissima, simbolica, apocalittica q.b., il sopra e il sotto, il ricco e il povero, il diluvio universale.

Bravi davvero.

Meraviglioso omaggio a Gianni Morandi (In ginocchio da te)

La belle époque

28/11/2019

L`idea è decisamente molto carina, Daniel Auteuil più invecchia e più è dannatamente affascinante e bravo, vale lo stesso discorso per Fanny Ardant.

La crisi di coppia è conclamata,ci vorrebbe un salto nel passato: allora si ricorre al professionista del settore capace di ricreare ambientazioni storiche con tanto di personaggi preparati all`uopo.

Auteuil, vignettista disoccupato e impermeabile a tutto ciò che è nuovo, vi si affida e decide di ritornare al 1974, e più precisamente nell`osteria dove ha conosciuto la sua attuale moglie, per rivivere il momento più felice della sua vita.

Lì lavorano (o vivono?) comparse di cui è facile innamorarsi. Un intreccio (a volte un po` complicato) di storie, di ruoli, dove ad un certo punto fai fatica a capire chi è reale e chi è personaggio. 

Non la commedia più brillante del mondo, però dai, ci sta.

L`ufficiale e la spia

28/11/2019

Cosa fai? non vai a vedere l`ultimo tanto acclamato capolavoro di Roman Polanski?

Ecco, non ci andare, ’rcamadò...

Due ore e mezza di spaccamento di palle, dove la cosa più briosa ed eccitante sono stati i titoli di coda. Poi, per carità, bella la storia, l`ambientazione, i costumi, Gesù, Giuseppe e Maria. Ma Roman, santiddìo, se non hai piu voglia di fare fare film, ci sarà pure qualche cantiere da andare a criticare, dalle tue parti, no?

L`uomo nel labirinto

08/11/2019

Niente da fare, Donato Carrisi alla regia è tempo perso e soldi buttati via.

È riuscito addirittura a fare peggio della sua opera prima, che pure aveva vinto il David di Donatello come miglior regista esordiente, La Ragazza Nella Nebbia. L`uomo Del Labirinto è un film stucchevole, pretenzioso, zero sussulti, eppure dovrebbe essere un thriller. 

Persino Toni Servillo fatica ad emergere dal grigiore mediocre del film, persino Dustin Hoffman sembra uno qualunque che allora tanto valeva che prendevi Dustin Hoffman.

Oltre 120` ad aspettare che succeda qualcosa che giustifichi i €9,70 del multisala. Nulla. Meno male ho portato le patatine da casa, almeno ho risparmiato su quelle.

Tutto il mio folle amore

28/10/2019

Avevo il timore, e grosso, che Gabriele Salvatores si fosse perso. Per chi ha confezionato pellicole passate oramai alla storia immagino non sia facile mantenere un livello così alto. Né forse è giusto chiederglielo. Però poi arriva questo film, e senti per lui una nuova gratitudine. 

Perché racconta una storia di viaggio, una storia di un amore ritrovato o forse appena scoperto, una storia di ricerca della felicità (”la felicità non è un diritto, è una botta di culo!" dice Abatantuono nel film), una storia di equilibri precari e marginali e di confine.

E poi un Claudio Santamaria che, madonna mia, è di una bravura impressionante, così fragile, così determinato, così innamorato, così impreparato alla vita.

Dell`amore che provo per Abatantuono non sto neanche qui a parlarne, molto brava anche  Golino, ma la sorpresa più incredibile è `sto ragazzo, Giulio Pranno, alla sua prima apparizione, in un ruolo estremamente difficile, forse il più difficile: rendere vera e credibile la malattia.

Non è solo un film sull`autismo, ispirato tra l`altro ad una storia vera. È un film sui legami, sull`adolescenza, sulla felicità, sull`amore.

Un gran bel film, che non ti lascia indifferente, ma scava dentro la tua fragile solidità. 

Un film dove anche la lacrimuccia è più che consentita.

Una menzione particolare anche alla colonna sonora curata da Mauro Pagani (Imagine Dragons, Modugno,  Nick Drake, The Avett Brothers, Ben Harper...)

La verità

21/10/2019

Il grosso problema di questo film si chiama Kore`eda Hirokazu, è il (pluripremiato) regista e sceneggiatore di una formidabile rottura di cazzo (della durata di 107 minuti) che non ha precedenti nel globo terracqueo.

Poi percaritàdiddio, la Deneuve strabrava, la Binoche milf da paura, Ethan Hawke un po` rimbambito secondo copione, ma una lentezza da prolasso vaginale, così stucchevole e lezioso che dopo 45` implori i titoli di coda che non arrivano mai.

No ma i film franco-nipponici sono veramente la mia passione, tipo le visite dall`urologo

Joker

04/10/2019

Prendi un attore straordinario, tipo Joaquin Phoenix, e dagli in mano un copione della madonna, con una storia della madonna, e mettigli accanto un altro attore della madonna, tipo Robert de Niro, falli dirigere da un regista della madonna, tipo Todd Phillips, e viene fuori una figata pazzesca, tipo Joker.

Film lugubre, crudo, inquietante, il prequel della storia di Joker nelle vicende di Batman.

Drammaticamente intenso è Joaquin Phoenix, nella parte di un attore fallito e vessato, che sta sviluppando una psicosi che lo porterà a diventare un efferato criminale, tipo Arancia Meccanica... Molto credibile e incredibile nella parte dello psicopatico, roba da far arrossire Jack Nicholson. Film da vedere, senza se e senza ma...

Ad astra

04/10/2019

"Ciao a tutti, mi chiamo Brad Pitt, ho 55 anni, e sono un figo pazzesco".

Ecco, basterebbe questo per farsi piacere Ad Astra. Invece ci mettiamo anche una recitazione intima, una storia piuttosto intensa (per quanto improbabile...), Liv Tyler* + Donald Sutherland + Tommy Lee Jones, e vengono fuori due ore discretamente piacevoli.

Film molto introspettivo e leeeento, un po` Kubrick, con un dramma che Pitt interpreta con convincente maestria.

 

*Pezzo di gnocca incredibile

C`era una volta a...Hollywood

23/09/2019

Per l`amor del cielo, Quentin Tarantino non si discute, lo si ama, ma a me questo film non ha detto davvero un cazzo. 2 ore e 45 minuti di apprezzabile noia mentre attendi che succeda qualcosa di straordinariamente bello. Probabilmente la ricerca del bello è stato nel ricreare in modo così incredibile gli anni 60, oppure è sufficiente già di per sè Brad Pitt ( quanto cazzo è figo Brad Pitt???? e lo dice uno che è ancora discretamente eterosessuale).

Molto bravi, decisamente molto bravi, Di Caprio e Brad Pitt, molto figa l` evanescente Margot Robbie, fighissimo anche Al Pacino.

Colonna sonora spettacolare, almeno quella.

Poi io di cinema non ci capisco un cazzo, e non solo di cinema. 

Martin Eden

16/09/2019

Sgombriamo il campo da qualunque dubbio: Martin Eden è una rottura di cazzo senza precedenti della durata di 127 minuti. Poi, percaritàdiddio, Luca Marinelli è un gran figo, ha degli occhi meravigliosi, ha vinto pure la coppa Volpi al festival di Venezia, dedicando il premio ai marinai che salvano le vite in mare, bravo bravissimo.

Ma cosa diavolo gli è saltato in mente al regista per confezionare una pellicola così lenta e a tratti delirante, io non lo so.

L`idea di per sé è pure romantica: il povero e ignorante pescatore si innamora della colta e ricca fanciulla (la gnocca Jessica Cressy), che vuole conquistare a colpi di poesie, manoscritti e libri letti. Finirà per diventare uno scrittore e un intellettuale, in una Napoli che si muove tra gli anni 30 e gli anni 80. 

Punto. Fine delle trasmissioni. Vaffanculo.

Il signor diavolo

03/09/2019

Ricordo di essere uscito una decina d`anni fa dal cinema dopo aver visto IL NASCONDIGLIO, che mi ero letteralmente cagato addosso, e di aver scoperto che uno dei miei registi preferiti, Pupi Avati, ogni tanto si dilettava anche nei film horror e thriller.

Quale migliore occasione allora di riprendere la mia attività di ignorante cinefilo con IL SIGNOR DIAVOLO?

Ecco, potevo anche evitare di pormi la domanda. Il film ha dell`inverosimile, un bambino brutto, deforme e demoniaco concepito dallo sperma del diavolo, credenze e superstizioni tra la Romagna e Venezia del 1952, il Ministero di Grazia e Giustizia che deve indagare, un bel cast di attori decisamente sottoutilizzati (Cavina molto bravo, Roncato e Haber n.p., Cesare Cremonini - giuro - eravamo in due, e nessuno lo ha riconosciuto, tant`è che ci siamo chiesti "...e Cesare Cremonini??".)

Boh, una mezza cagata che finisce nel modo più angosciante possibile. Però non basta. 

Juliet, naked

18/06/2019

Eh, film davvero mooooolto carino, ispirato dalla penna di Nick Hornby, con una Rose Byrne che mammamia ma che bella è?!

Nella coppia lui è un ossessivo e maniacale fan dell`ex rockstar Tucker Crowe (scomparso dalle scene tipo Mina), e costringe lei a sorbirselo in tutte le salse. Finché alla fine lei, per una circostanza fortuita e per la noia della sua relazione, se ne innamora, dando vita a una piacevole, divertente, romantica commedia.

Bravo il pasticcione e un po` scapestrato Ethan Hawke, che i più informati mi dicono essere un fan di Townes Van Zandt...

American animals

13/06/2019

SENSAZIONALE - Variété

AVVINCENTE - L.A. Times

FOLLE - The Daily Beast

INNOVATIVO - Screen Daily

SCONVOLGENTE - Financial Times

EMOZIONANTE - The Film Stage

MAVAIACAGARE - Recensioni Ignoranti

 

Quater mal tràa inséma organizzano una rapina che più mal riuscita non si può. Si beccano 7 anni di carcere, per me potevano dargliene anche il doppio.

Lui è Barry Keoghan, protagonista di un altro film da stracciamento di coglioni, Il sacrificio del cervo sacro.

Bella la colonna sonora (Sixto Rodriguez, Doors, Elvis, Leonard Cohen, Donovan...).

Rocketman

10/06/2019

Tanta era la curiosità di vedere questo film prodotto da Elton John stesso.

Di per sé non è stato malaccio: molto onirico, introspettivo, attori molto bravi. Ma mentre la prima parte risulta più godibile, la seconda è come infilarsi il minipimer negli slip.

Comunque come abbia fatto Elton John a sopravvivere a due genitori così anaffettivi, algidi, stronzi, opportunisti, resta il vero miracolo della sua vicenda.

Il traditore

28/05/2019

Eh, con Pierfrancesco Favino e Luigi Lo Cascio in evidente stato di grazia
non poteva che venir fuori un film straordinario... Oltre due ore di film che filano via lisce, Bellocchio - come spesso gli accade - centra perfettamente il bersaglio, la storia di Tommaso Buscetta, il primo superpentito, i suoi vizi, la sua stima per Falcone, il suo modo di concepire l`onore.

Impressionante la resa della strage di Capaci, direttamente dall`auto del giudice. 

Bello bello. 

Dolor y gloria

20/05/2019

Eh cavolo, Pedro Almodovar, per nulla scanzonato, butta lì un film profondamente autobiografico, con dentro psicanalisi, malinconia, sofferenza, malattia, lavoro, vecchi amori.

E un Antonio Banderas che finalmente non parla più con le galline e non veste i panni di uno Zorro qualsiasi, ma dà voce, anima, corpo e cicatrice al sublime regista che lo lanciò nei primissimi anni 80.

La Penelope Cruz che ti viene solo voglia di baciarla, col suo naso un po` così, e la sua splendida bellezza così imperfetta.

Non un film brioso e frizzante, ma di un`elegante maestria in ogni fotogramma.

Omaggio a Mina con la canzone Come Sinfonia, scritta da Pino Donaggio.

Stanlio e Ollio

14/05/2019

Eh, stavolta è davvero bello, divertente e commovente come scritto sulla locandina...

La vicenda dell`ultimo periodo della loro brillantissima carriera, costellato dalle pezze al culo, da divorzi costosissimi, dalle scommesse sui cavalli, da una tournée teatrale per risollevare un po` le sorti economiche della coppia. Una coppia che davvero si è voluta bene, nonostante qualche dissapore professionale.

E due attori bravissimi.

Torna a casa, Jimi!

14/05/2019

Eh niente, anche il mio adorato Bertarelli (quello vero) stavolta l`ha fatta fuori dal vaso, definendo "Torna a casa, Jimi" un film "delizioso".

Beh, l`unica cosa deliziosa del film è il cane Jimi (in onore a Hendrix) che è paro paro a Goldy, il cane di mio figlio e, detto per inciso, il cane più affettuoso e coccoloso del mondo (o quantomeno dell`agropontino).

Per il resto una mezza rottura di coglioni (meno male di soli 90`...), `sto Jimi che a Cipro sconfina oltre il confine turco e i conseguenti sbattimenti del suo padrone per recuperarlo.

Il brio di un film cipriota ve lo lascio immaginare, ma forse ancora peggio è il livello del doppiaggio, roba da film di serie C.

Una menzione speciale a quel pezzo di gnocca di Vicky Papadopoulou, che ti verrebbe voglia di sposarla seduta stante.

Dolceroma

23/04/2019

Nessuno gridi al capolavoro, percaritadiddio, però è una cagata parecchio simpatica che riesce anche a strappare qualche risata.
Il Luca Barbareschi che non ti aspetti, produttore cinematografico senza scrupoli, che intravede il successo nel libro dello sfigatissimo autore (Lorenzo Richelmy) che cerca l`occasione della vita ma nel frattempo pulisce i cadaveri all`obitorio.
Il film si fa, ma viene davvero di merda, allora si mette in scena il rapimento della bellissima (mado`, ma che pezzo di figa è io non te lo sto nemmeno a dire!) Valentina Bellè da parte della camorra per creare un po` di battage pubblicitario, finché poi non arriva er Libanese Francesco Montanari nella parte del poliziotto un po` macchietta, mollato sull`altare da un`attrice che Barbareschi si scopicchiava.
Pure Claudia Gerini (che esce nudissima da una vasca di miele... booooom), Iaia Forte e Armando de Razza nel cast.
Colonna sonora da brivido: Vivere di Tito Schipa e Brucia Roma di Antonello Venditti.

Captive state

01/04/2019

Quando leggi che nel cast c`è John Goodman, (roba tipo il Grande Lebowski, o Boston, tanto per capirci) e Vera Farmiga, che fa rima con "bravissima attrice", ti lasci convincere abbastanza in fretta anche se la trama sembra un po` farlocca.

Poi succede che gli alieni conquistano Chicago (francamente non si capisce perché non abbiano conquistato New York oppure Los Angeles oppure San Francisco oppure Denver ecc ecc), nasce un movimento di resistenza che deve essere stroncato dai filoalieni, e allora andate tutti a dare via il culo, voi, gli alieni, e compagnia cantante.

Il professore e il pazzo

01/04/2019

Una pugnetta senza precedenti, oltre due ore di noia insopportabile, uno studioso autodidatta, James Murray (Gibson) con l`unico obiettivo di refigere l`Oxford English Dictionary, e uno psicopatico rinchiuso in manicomio, W.C. Minor (Penn) che lo aiuta in modo indefesso.

Spiegatemi la necessità di farci un film e magari smetto di sbadigliare.

Gloria Bell

25/03/2019

"Impossibile non innamorarsi di Gloria"

"Uno dei più grandi ritratti al femminile degli ultimi anni" - Variety -

"Julianne Moore è semplicemente perfetta" - Indiewire -

"Ma andate a cagare" - il Bertarelli 2019

 

La Moore è separata e va sempre a ballare perché la fa stare bene. Incontra John Turturro separato pure lui, si frequentano, trombano, poi lui fa fatica a crescere e lei lo molla e va a ballare.

Davvero bellissimo, proprio grazie, bravi tutti!

Momenti di trascurabile felicità

25/03/2019

Ve lo ricordate Daniele Luchetti quello de Il Portaborse o Mio fratello è figlio unico?

Ecco, fategli un bel CIAONE definitivo, perché i segni di cedimento li aveva già dati con Io Sono Tempesta, ora, con Momenti di Trascurabile Felicità il decadimento è conclamato.

Una favoletta del cazzo, scontata e banalotta, dove Pif muore, per un errore di conteggio viene rimandato sulla terra per un`ora e 32 minuti. Ed è il tempo che gli rimane per regolare alcune situazioni.

Quando iniziano i titoli di coda esclami "ma vaffanculo, per me potevi restare morto". 

Bella solo la colonna sonora, tra cui: Soli di Adriano Celentano, voglio vivere così di Claudio Villa, L`un parte, l`autre reste di Charlotte Gainsbourg.

Amen.

Domani è un altro giorno

08/03/2019

Allora, prendi un regista geniale, Simone Spada, quello di Hotel Gagarin, tanto per intenderci, prendi due sceneggiatori geniali, Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico, quelli di Boris - La Serie, tanto per intenderci, prendi due tra gli attori più fighissimi che abbiamo oggi in Italia, e non solo da oggi, tipo Giallini e Mastandrea, e qui ci siamo già intesi, prendi una storia (non originale) ma drammatica q.b., li metti insieme, e ne esce un film davvero intenso, che ovviamente ogni tanto ti strappa qualche sorriso, a volte amaro, ma Giallini in un ruolo così drammatico è da groppo in gola, e Mastandrea gli regge perfettamente la spalla.
Addirittura il post-scopata della sorella dell`altro viene gestito meravigliosamente da occhiate, sguardi, monosillabi, esclamazioni, sorrisetti, come succede nelle più belle storie di amicizia.
Beh, film assolutamente da vedere.
Bravissimo anche Pato, il cane.
-"Lo hai chiamato così per il giocatore del Milan, giusto?"
- "no, come il fratello di latte di Falcao".
Applausi.

Copia originale

04/03/2019

Ecco, magari IMPECCABILE e COMMOVENTE magari no, però si lascia simpaticamente guardare. Niente frizzi e lazzi, una commediola su un cesso a pedali (Melissa McCarthy) che di mestiere fa la scrittrice caduta in disgrazia, che per sbarcare il lunario si mette a contraffare e vendere manoscritti di scrittori defunti. Collabora in questo business l`amico gay (Richard Grant). Non tutto va per il meglio. Meglio del film la colonna sonora, tra cui Goodnight Ladies di Lou Reed, I`ll be seeing you di Billie Holiday, Trav`lin` light di Chet Baker, Can`t run but di Paul Simon.

Un uomo tranquillo

04/03/2019

Quanti filmdimmerda ha fatto Liam Neeson negli ultimi 30 anni? 75? 80? Abbiamo perso il conto.

Ma ecco il film che NON-TI-ASPETTI.

Un po` Tarantino nel genere assurdo-pulp, un po` fratelli Cohen nel genere assurdo-cinico, divertente fino all`ultimissima scena (minchia, da stare maaaleee), una storia di una valigetta di coca scomparsa, le montagne nevose del Colorado a fare da sfondo, Neeson che gli ammazzano il figlio, gangster che più assurdi non si può, nativi americani che non fateli incazzare che è meglio, ognuno con un soprannome improbabile, un omicidio dietro l`altro. E sui titoli di coda (dopo l`ultimissima scena di cui sopra) l`ennesimo colpo di genio del regista che manco so come si chiama.

Favoloso.

Senza lasciare traccia

22/02/2019

"Un film potentissimo"

"La commovente storia di un padre e di una figlia"

"Indimenticabile".

Padre e figlia vivono in una foresta.

Ranger e assistente sociale li scoprono.

Li portano in città. Gli danno una casa, un lavoro, la possibilità di andare a scuola.

Lui è scontento. Lei no.

Lui torna nella foresta.

Lei piange.

Davvero INDIMENTICABILE e POTENTISSIMO.

In sala una commozione che ti prego portami via.

La paranza dei bambini

18/02/2019

Per carità, bel film, decisamente amaro, su come una fetta neanche tanto piccola di questa Italia campa attraverso la malavita organizzata.

Si abbassa sempre più l`asticella dell`età in cui le giovani leve vogliono entrare a far parte della camorra, si alza sempre di più l`asticella di ciò a cui sono pronti pur di entrare nella malavita che conta.

È una questione di asticelle.

Bellissima e fascinosa Letizia (Viviana Aprea) la ragazzina di Nicola, una Monica Bellucci con 40 anni di meno.

Tutti i ragazzini della banda, ognuno lo prenderesti a schiaffi in faccia e calci in culo.

Renato Carpentieri in un ruolo breve ma efficace.

Sui titoli di coda, All My Friends dei fighissimi LCD Soundsystem.

Bello, ma non troppo.

PS: poi l`importante è chiudere i porti, certo

Il primo re

11/02/2019

Il concetto numero 1 che si estrapola dal film è che Alessandro Borghi, anche ricoperto di fango, è un figo pazzesco.

Diciamo fin da subito che non è un film facile e immediato: anche per chi ha fatto studi classici e sperimentali come me, e che illo tempore ha trovato il latino una lingua ostica, figuriamoci il protolatino... ogni tanto si riconosce un accusativo, talvolta si riconosce un genitivo, in rari casi si gongola quando cogli un ablativo assoluto, ma 2 ore e 7 minuti in protolatino non è una cosa particolarmente agevole.

Il concetto numero 2 che emerge senza ombra di dubbio dal film è che l`interpretazione di Alessandro Borghi è da P A U R A.

Sorvoliamo sul  fatto che ci ho messo più di un`ora a capire chi fosse Romolo e chi invece Remo, perché cazzo, il più forte, il più cattivo, il più potente era Alessandro Borghi, ça va sans dire che era Romolo, no? No, era Remo.

Poi a un certo punto senti "Remo! Remo!", e si gira Borghi, allora dici mandateacagare, fate la spiega prima del film!

Il concetto numero 3 che si vince in modo chiaro e inequivocabile è che Alessandro Borghi, che faccia Romolo o che faccia Remo, è un figo della madonna.

Comunque Remo è un bastardo di prima categoria, non ci piove, in battaglia è ferocissimo, sgozza, cava gli occhi, strappa coi denti la carne degli Albesi (non ho capito se era Alba dove c`è la Ferrero o Alba Adriatica). Ma alla fine, come gli dei avevano predetto e che lui aveva sfidato, Roma verrà costruita solo dopo che uno dei due fratelli avrà versato il proprio sangue.

Un film dove tutti sono talmente zozzi che la prima cosa che fai appena arrivi a casa è la doccia.

Francamente non lo rivedrei, anche se mi è piaciuto parecchio, sarà il protolatino.

Ma vedere Alessandro Borghi (4° e ultimo concetto) che è strafigo pure quando muore, beh, machetelodicoaffà. Poi per il genio che una volta disse che Borghi è monoespressivo è quasi pronto il decreto di interdizione.

Ab urbe condita.

Il corriere - the mule

08/02/2019

Tanta era l`attesa per il nuovo film di Clint Eastwood che abbiamo organizzato il torpedone per andarlo a vedere, gonfi di entusiasmo adolescenziale.

Una smaronata senza precedenti, il primo sussulto dopo circa 75` di film, per il resto uno sbadiglio dopo l`altro.

Il vecchio Clint, che ha sempre preferito il lavoro e gli amici alla famiglia, è un pluripremiato coltivatore fiori ma rimane in braghe di tela perché non sa stare al passo con i tempi (l`internèt non sa cosa sia, ma ormai si vende tutto on line). Poiché è automunito e non ha mai preso una multa in vita sua, viene reclutato dal cartello per spostare sempre più grossi quantitativi di droga. Ma Bradley Cooper e Michael Pena della Dea non stanno a guardare.

Il film si riprende un po` sul finale, per via della vicenda sentimentale che non vi spoilero, ma è stato difficile, al termine del film, scendere gli scalini del cinema senza calpestare i propri o gli altrui testicoli.

Green book

08/02/2019

Allora, siamo nel 1962, Viggo Mortensen è un buttafuori del Copacabana di New York, è un truzzo da paura, bello ignorantotto, razzista q.b., conosce solo newyorkesi di origine italiana come lui, e se c`è da menar le mani non si tira indietro. Si trova temporaneamente senza lavoro, e accetta di fare da road manager a Mahershala Ali, pianista di colore che deve partire in tournée col suo trio nel profondo e razzista sud. Green Book è appunto la Lonely Planet per viaggiatori di colore, che ti indica dove stanno i motel per gente di colore e quali strade deve percorrere la gente di colore, perché a quel tempo il civilissimo nazipoliziotto bianco, se beccava te, afroamericano, su una strada "non consentita", ti faceva vedere i sorci verdi. 

Il pianista, rigidissimo nelle sue abitudini, poco per volta si smolla, e il suo autista, a sua volta, poco per volta inizia ad apprezzarlo e a non considerare più il colore della sua pelle.

Ne esce un film più che carino, una bella storia (tra l`altro ispirata a una storia vera) di lotta contro il pregiudizio e il razzismo, un film che a Salvini farebbe indubbiamente cagare.

La favorita

28/01/2019

Che figata, adoro i film in costume!

Il problema è che il film inizia, e mi rendo conto che ho sbagliato film. Volevo vedere Maria Regina di Scozia, invece no, nemmeno i titoli dei film riesco a distinguere.

Eh niente. La Regina Anna (Olivia Colman) è un catorcione con la gotta, psicopatica, capricciosa come un cinquenne, lasciva come un troione.

Lady Sarah (la gnocchettina Rachel Weisz) è la sua consigliera-badante-amante, ma a corte arriva pure la Abigail (Emma Stone, sempre sia lodata), e inizia una cinica e spietata guerra per diventare la Favorita della Regina.

Un film noioso, da prolasso rettale, frizzante come una bottiglia di Spumador aperta nell`83, bella la fotografia, per carità, belli i costumi e i parrucconi, ci mancherebbe, ma che merda di film non ve lo sto più a dire. Poi se sbagli pure film... 

Non Fiction - il gioco delle coppie

22/01/2019

Sull`onda dell`entusiasmo degli ultimi film francesi visti al cinema che non mi erano affatto dispiaciuti, solleticato dalle buone recensioni di questo "Non Fiction", sempre più convinto che per fare bella figura in società devi amare i film francesi senza se e senza ma, vado a vedermi questo Il Gioco delle Coppie, una commedia sulla crisi della cultura e in particolar modo dell`editoria. Si vendono meno libri, gli ebook non hanno avuto il boom previsto, abbiamo uno scrittore anarcoide comunista in crisi di ispirazione, il suo editore che non intende pubblicargli l`ultimo manoscritto piuttosto inutile e pruriginoso, la Juliette Binoche (che vincerebbe per Manifesta Superiorità il 10-20-30 Years Sex Appeal Challenge) che è sposata con l`editore ma che scopa con lo scrittore fallito, la Christa Theret, una strafiga pazzesca, che fa coppa e campionato e scopa con l`editore, e avanti così per 100 minuti.

C`era bisogno di farci un film?

Direi proprio di no.

Una notte di 12 anni

15/01/2019

Fatta salva tutta la mia ammirazione (che rasenta la venerazione) per José Pepe Mujica, uno che nella vita, così, tanto per gradire, è stato guerrigliero tupamaro, si è fatto 12 anni di carcere durissimo, è diventato prima senatore e poi presidente della Repubblica dell`Uruguay, ha sempre rifiutato di vivere nel palazzo presidenziale preferendo la sua fattoria e rinunciando allo stipendio previsto per il capo dello Stato (tratteneva per se solo una piccola parte, donando il resto alle associazioni non governative), fatto salvo tutto il mio rispetto per la sua incredibile odissea in carcere dove lo scopo principale non era la detenzione ma condurlo alla pazzia, fatto salvo il mio odio viscerale per le dittature fasciste (in Sudamerica spesso appoggiate dagli Stati Uniti d`America), fatto salvo il nobile e legittimo desiderio di trasporre in due ore di  pellicola 12 anni di tremenda prigione, beh, il film mi è piaciuto davvero poco. Claustrofobico è dir poco, per nulla emozionante pur comprendendo il dramma umano e politico, una "fredda" cronaca di trasferimenti da un carcere di merda a un carcere ancor più di merda, e di privazioni indicibili, fino alla liberazione grazie al ritorno della democrazia.

Vice - l`uomo nell`ombra

07/01/2019

Filmone, in alcuni tratti un po` stufevole - soprattutto nella prima parte - ma ben confezionato, ben diretto, con l`escamotage narrativo del soldato-voce-narrante che racconta la vita di Dick Chaney, il vero burattinaio dell`offensiva USA nel post Torri Gemelle. Bush jr appare un vero coglione (è stata la cosa meno difficile del film, immagino), manovrato astutamente da Chaney e dal suo staff, con una scientifica occupazione delle poltrone che contano. 

Si spiega con dovizia di particolari come sia stata resa possibile ogni porcata della Presidenza Bush, compresa la "creazione" dell`Isis e del personaggio Al-Zarqawi. Purtroppo si ride amaro.

Van Gogh - sulla soglia dell`eternità

07/01/2019

Film bello, non bellissimo, e soprattutto grazie a Willem Dafoe che, col suo volto scavato,  riesce in modo incredibile a interpretare di Van Gogh la sofferenza, l`isolamento, la malattia, la tensione emotiva, l`amore per il fratello e l`ammirazione per Gauguin.

Il film (quasi due ore) scorre abbastanza agevovolmente, qualche passaggio risulta discutibile, qualche scena indugia troppo, ma davanti a un`interpretazione così toccante ti fai andar bene tutto. Meravigliosa la penultima scena, la vendita di quadri a bara aperta.

Moschettieri del re - la penultima missione

03/01/2019

Fermi tutti.

Erano aaaaaaaanni che volevo scomodare i mostri sacri della risata, e finalmente, inaspettatamente, incredibilmente, oggi è arrivato il giorno di celebrare Totò, Peppino, Fabrizi e Macario, perché in questo film Favino, Rubini, Mastandrea e Papaleo sono stati FE-NO-ME-NA-LI (Favino su tutti).

Film decisamente divertente, senza troppe pretese, per carità, non appiccichiamogli la medaglia de Il Capolavoro, ma si ride sguaiatamente, con un`ottima scrittura e una geniale regia che hanno creato situazioni, incomprensioni e giochi di parole da applausi. Bravissimi anche Haber e la Buy. 

Nella colonna sonora Prisencolinensinainciusol di Celentano, e sui titoli di coda Moschettieri Al chiar di Luna di Paolo Conte. 

Old man and the gun

24/12/2018

Forrest Tucker è esistito veramente, e ha trascorso la sua lunghissima vita a rubare prima e a rapinare banche poi, con gentilezza persuasiva e modi da gran signore, con una pistola (spesso esibita ma mai usata), e riuscendo sempre ad evadere da ogni carcere in cui veniva rinchiuso.
Robert Redford è il nostro Forrest, ed è fascinoso in tutte le rughe dei suoi 82 anni, e nella banda di terribili vecchietti è coadiuvato da Tom Waits e da Danny Glover.
Il film appare più come un red carpet, un doveroso tributo alla carriera di Mr. Redford (e ai ruoli da fuorilegge che ha interpretato) più che una storia avvincente.
Nel film si innamora di una bravissima Sissy Spacek.
Nel cast anche Keith Carradine, quello di I`m Easy del film Nashville.
Nella colonna sonora di Old Man and the Gun anche una meravigliosa Lola dei Kinks.
Beh, non un film imprescindibile, ma una sorta di Leone d`Oro alla Carriera.

Il testimone invisibile

20/12/2018

Già un film che al terzo o quarto titolo di testa dice: MUSICHE ORIGINALI DI FABIO BAROVERO* parte non bene ma benissimo.

Poi aggiungiamoci pure un gran bel film, un thriller che finalmente ti tiene agganciato alla poltrona fino all`ultima scena, con i quattro protagonisti davvero in gran forma, uno Scamarcio che più figo non si può, un Bentivoglio che più invecchia e più diventa affascinante, una Miriam Leone che va beh lasciamo perdere, e la Maria Paiato che poi vedrete perché.

Girato bene, con i giusti ritmi, un film incentrato su dettagli, che sono quelli che fanno la differenza. 

Scamarcio è sposato e ha una figlia, ha un`ottima posizione lavorativa, ma ha un amante che viene trovata morta in una stanza d`albergo. Dal momento che lui era lì con lei, viene accusato di omicidio. A questo punto inizia il lavoro dell`avvocato e della sua assistente. Non spoilero nulla, e andatevelo a vedere. 

 

*Fisarmonica nei Mau Mau, una delle band più fighe del panorama indie torinese anni 90 (quelli de La Ola, tanto per capirci)

Non ci resta che vincere

17/12/2018

Mi accosto a questo film dopo aver visto un trailer sufficientemente divertente, sapendo che si tratta di una commedia con qualche risvolto sociale che tocca il tema della disabilità e della pallacanestro (mie grandi passioni, più la seconda che la prima).

L` antipaticissimo vice allenatore dell` Estudiantes di Madrid, con un ego ipertrofico e un carattere di merda, litiga col capo allenatore, si fa licenziare, guida in stato di ebbrezza, fa un incidente contro una macchina della polizia. Finisce sotto processo e come pena alternativa al carcere viene costretto ad allenare una squadra di disabili.

Fino a qui tutto bene, il tema è interessante, lo spunto è notevole.

L`allenatore dapprima è contrario, poi è diffidente, poi comincia a calarsi in quella realtà, poi capisce di essere diventato un importantissimo punto di riferimento...

E poi me ne sono uscito dal cinema a metà film.

Il grosso problema di questi film, per quanto commedie, per quanto mosse da nobili intenti, è trattare il tema della disabilità senza cadere nella macchietta-che-vuole-strappare-una-mezza-risata-a-tutti-i-costi. Peccato.

Insopportabile.

La prima pietra

10/12/2018

Vuoi lasciarti sfuggire l`ultimo (e raro) film con uno degli attori più geniali, irriverenti, iconoclasti, divertenti e ironici degli ultimi 35 anni? Certo che no!

Ma era meglio di sì.

Cioè: non è colpa del cast di prim`ordine...

Corrado Guzzanti stra-o-rdi-na-rio, così come la "Fata Ignorante" Serra Yilmaz, Valerio Aprea (già in "Boris" e in "La Profezia dell`Armadillo"), la sempresialodata Kasia Smutniak, Iaia Forte, Lucia Mascino...

È che il film non decolla, resta sempre lì, a girare su se stesso, ogni tanto Guzzanti regala delle perle (l`imitazione del bue è da standing ovation), ma più passa il tempo più ti rendi conto che è un`occasione sprecata, tanto ben di dio tenuto lì a bagnomaria. 

Guzzanti è il preside di una scuola elementare. Siamo alla vigilia della recita di Natale. Un bimbo arabo tira un sasso,  spacca la finestra, colpisce il bidello. Da lì una serie di contrattempi, equivoci, "colpi di scena", tentativi di mediazione e conciliazione, con la recita che incombe e a cui il preside non vuole rinunciare. 

Un modo per parlare del conflitto arabo-israeliano, ma resta una simpatica cagata, ma nulla di più.

Bella "Tempi Migliori" di Vito sui titoli di coda.

Troppa grazia

03/12/2018

Se Alba Rohrwacher ti è sempre piaciuta un po` poco, beh, in questo film la rivaluti senza se e senza ma, perché oltre ad essere particolarmente bella (eh, non è quel che si dice una gran bellezza, ma in Troppa Grazia c`ha del fascino che non le avevo mai visto addosso) è stata capace di un ruolo bizzarro, buffo, intenso, toccante.

Il film è una commedia anche sufficientemente divertente, il tema estremamente originale (anche se lo scorrere del film a volte è un po` incespicoso, 110` sono troppi), ed è lo scompenso psicotico: una volta se ti appariva la Madonna ti facevano santo senza troppa sala d`attesa, oggi ti accompagnano a fare una visita psichiatrica.

Battiston (che rimane uno degli attori più straordinari che abbiamo in Italia) è un costruttore con pochi scrupoli, ed ha bisogno su una mappa catastale un po` farlocca della firma della Rohrwacher, geometra pignolissima con una vita privata faticosa e sfasciata, una figlia adolescente e un compagno (Elio Germano bravissimo) un po` ignorantotto e xenofobo. 

Poi arriva la Madonna, e la Rohrwacher dà il meglio di sé, in modo meraviglioso e quasi sempre credibile, nella parte dell`allucinata.

Finale un po` troppo onirico. Ma il film vale.

Ride

30/11/2018

Può un film - dove Valerio Mastandrea è solo alla regia - farti avvertire la sua presenza in ogni personaggio, in ogni dialogo, in ogni situazione?

Se la risposta è SÌ, allora stai vedendo Ride, la sua opera prima alla regia, che gli è venuta decisamente un sacco bene.

Siamo a Nettuno. Carolina (la gnocchissima, e compagna nella vita di Mastandrea, Chiara Martegiani) è appena rimasta vedova, suo marito è morto in fabbrica.

Ride racconta in modo intimo e per nulla retorico il dolore e la sua evoluzione dal giorno dopo la tragica scomparsa fino al funerale, in un crescendo di tenerezza, stupore, sensibilità, delicatezza, profondità, tensione, commozione (eh, cazzo, che groppo alla gola!!!).

E attorno a Carolina, che non riesce a provare dolore per quanto si sforzi di farlo, ruotano una serie di personaggi (ognuno con dentro un pezzo di Mastandrea) che le manifestano vicinanza e solidarietà, ognuno col proprio modo di soffrire, che Carolina osserva e cerca di imitare.

Due menzioni speciali, al pischello Arturo Marchetti (Bruno, il figlio del defunto) e a un immenso Renato Carpentieri (Cesare, il padre del defunto).

Il film non è né brioso né frizzante, non deve esserlo, ma straordinariamente intenso, dialoghi fatti di lunghi sguardi in primo piano, poche parole che talvolta sono più pesanti di macigni.

Mastandrea compie un vero capolavoro.

Mastandrea è davvero strafigo.

Un affare di famiglia

23/11/2018

Proprio un bel film giallo, Un affare di famiglia, vincitore della palma d`oro a Cannes.

Lento come la morte per inedia, piacevole come un`ecografia transettale, attori quantomeno imbarazzanti, dialoghi da ripetente di prima media, pure il cinema con il riscaldamento spento, no, proprio una bella serata, non c`è che dire.

Due ore dove non succede un cazzo di niente.

Un imbecille vive con un bambino rapito a cui insegna a rubare, con una vecchia a cui sottrae la pensione, e con altri disperati che ammazzatevi da soli.

Però ha vinto a Cannes, eh?!

Giapponesi di merda.

"Fuck all that we`ve got to get on with these 

Gotta compete with the wily Japanese. " (R. Waters)

Notti magiche

16/11/2018

Eh, niente, ci siamo giocati pure Virzì.

A parte il titolo che prende spunto da una delle più brutte canzoni della storia interplanetaria (che tra l`altro ha decretato la morte artistica di Edoardo Bennato), il film è veramente insopportabile, come insopportabili sono due dei tre giovani protagonisti, Mauro Lamantia (recita in un modo così lezioso che i calci nel culo sembrerebbero l`unica soluzione) e Giovanni Toscano.

Nella stazione dei Carabinieri si cerca di ricostruire i fatti che hanno portato alla morte Giannini, volato giù da un ponte con la sua Jaguar. Un film (più o meno un giallo) girato nelle notti romane sul mondo del cinema, con veri e propri assi a far da contorno: Giancarlo Giannini, produttore alla canna del gas, la Marchini, la Muti, Giulio Scarpati.

Si intravedono pure Fellini e Benigni mentre stanno girando La Voce della Luna, e in effetti il film ha qualcosa di felliniano, solo che Virzì non è Fellini.

Troppi personaggi, troppo dialogo, troppe parole, film stancante, oltre due ore che quando finisce ti sembra il 25 aprile del `45.

Un film che sembra uno di quei pranzi di Natale con un`infinità di antipasti, tre primi, due secondi, pandoro con crema al mascarpone, frutta e amaro, solo che dopo l`antipasto sei già sazio e pure ubriaco.

Fastidiosamente barocco.

tutti lo sanno

12/11/2018

Tanto per sgombrare il campo da ogni dubbio, il film si configura come una colossale cagata. E qui mi spiego.

Per una volta non c`entra Javier Bardem, accusato dal sottoscritto più volte in passato di essere monoespressivo, sia quando scopa, sia quando mangia un piatto di spaghetti, sia quando lo sparano. Il nostro belloccio dal naso particolare invece è stata la sorpresa positiva.

Non si tratta di sorpresa, ovviamente, la figaggine della Penelope Cruz, bella come non mai anche quando fa la madre straziata dal dolore, che ti verrebbe voglia di abbracciarla ma lasciamo stare.

Il bravo Ricardo Darìn, mah, n.p.

Il grosso del problema è che ti dicono "thriller" ma sostanzialmente non succede mai un cazzo di niente per due ore buone, uno si immagina un thriller come un film che ti tiene attaccato alla poltrona, tensione, colpi di scena, un "thriller", appunto.

Qui invece senti montare il nervoso perché non succede un cavolo di niente. Se non fosse per la bravura di Bardem e della Cruz, ci sarebbe da alzarsi e andarsene.

Thriller. Ormai chiamano tutto "thriller". Basta che ci sia la piu piccola ombra di mistero, ed ecco il film catalogato come thriller.

Se uno molla una scoreggia in un ascensore affollato, è una cosa sgradevole, tutti si guardano circospetti cercando di capire chi è stato il coglione di turno, trattenendo il fiato e sperando di arrivare al più presto al piano. Ma non è che lo chiamiamo "thriller", no?? Lo sanno tutti che non è un thriller.

Sciagure familiari, sospetti più o meno blandi, vecchi amori mai sopiti, non sono sufficienti a rendere il film gradevole.

Bellissima l`ambientazione nella provincia de La Rioja, nella Spagna del nord, dove si coltiva l`uva Tempranillo che dà vita a rossi (con lunghi passaggi in botte) da favola.

La diseducazione di Cameron Post

06/11/2018

SPLENDIDO ***** (The Guardian)

UNA MERAVIGLIA ***** (Hollywood Reporter)

POTENTE ***** (The List)

STOCAZZO ** (Il Morandini 2018)

Cioè, l`idea di fondo è pure bella e attuale: quanti danni può fare l`educazione cattolica applicata al sesso? Uno sproposito.

E infatti Cameron Post, gnocchettina mica male, sorpresa in atteggiamenti saffici, viene "rinchiusa" in una sperduta comunità nel Montana gestita da due rimbambiti che hanno l`apertura mentale di Giovanardi e Adinolfi, e che vogliono "guarire" i ragazzi gay. Ovviamente dall`omosessualità non si può guarire semplicemente perché non è una malattia, ma un ragazzo fragile a cui viene inculcato il senso del peccato, del rimorso, del rifiuto di sé stesso in quanto peccatore, può arrivare a evirarsi. 

Film lento, con poco mordente, poteva essere un buon Franciacorta ma poi lo stappi e fa tre bollicine di perlage e poi basta.

Dormibile.

Meno cattolici, più parcheggi.

First man - Il primo uomo

02/11/2018

Oh, se ti piace il genere e non sei un teorico della cospirazione, il film è fatto pure bene. 

Non é la storia di Adamo nell`Eden.

Ryan Gosling nei panni di un ombroso e determinato Neil Armstrong funziona bene, e pure la Claire Foy. Non è solo l`epopea della sfida Usa-Urss per la conquista dello spazio, ma è anche la vita tormentata di Armstrong padre di famiglia. 130` che scorrono senza sbadigli, sarà anche merito di una fastidiosissima handy cam, che però rende bene l`idea degli anni 60 e dello stile documentaristico. 

Alla fine torna sano e salvo.

C`è anche Corey Stoll, il Peter Russo di House of Cards.

Euforia

29/10/2018

Valeria Golino non mi ha mai convinto come attrice e anche come regista di Euforia, mia personalissima opinione, mi è risultata a tratti  fastidiosa.

Forse ha giocato un po` troppo a fare Ozpetek, di sicuro Il tema era veramente impegnativo e difficile.

Il dramma di due fratelli che nella vita si sono parlati poco ma che sono costretti a riavvicinarsi in un momento a dir poco delicato.

Matteo - Scamarcio vive a Roma in una casa da sogno con terrazzo a due piani da sogno pure quello, è un professionista affermato, ricchissimo, discretamente spregiudicato, piuttosto gay e molto cocainomane.

Ettore - Mastandrea è suo fratello, che vive in provincia, dalla vita decisamente più semplice e ordinaria, professore di fisica, con un figlio e una nuova relazione, momentaneamente ospite a casa di Matteo per fare degli accertamenti in ospedale perché ha una malattia terribile, di cui non sa.

Ed è attorno a questo tema, e alla difficile relazione tra i due fratelli, che si snoda la trama del film, che merita di essere visto, soprattutto per la bravura dei due attori (Mastandrea è ME-RA-VI-GLIO-SO).

Isabella Ferrari, gli anni passano pure per lei,  ma resta una donna affascinante e bellissima.

Come bellissima è la citazione di Turnè e de I Diavoli Volanti.

Il verdetto

29/10/2018

Eh insomma, siamo in presenza di un gran bel film, nulla da eccepire.

Emma Thompson, così bella anche nelle sue rughe, in un`interpretazione di grande intensità, brava come non mai nel ruolo di giudice dalla profonda umanità e completamente assorbita dal lavoro, al punto da far vacillare il matrimonio, dove un bravissimo Stanley Tucci, marito insoddisfatto e trascurato, rivendica un ruolo che non c`è più.

La Thompson si trova a dover decidere di casi dove spesso è in gioco la vita o la morte, e in uno di questi ci resta invischiata.

Storia scritta bene, sceneggiatura perfetta, drammone toccante, un`ora e tre quarti dove non guardi nemmeno l`orologio. 

È un sì senza se e senza ma. 

disobedience

29/10/2018

Bel film, non c`è che dire, se lo proiettano in due sole sale tra Milano e la provincia di Monza e Brianza un motivo (validissimo, per altro) ci sarà. Spoileriamo un po`.

Allora, nella prima ora non succede un cazzo: muore il rabbino capo di Londra, la figlia (che fa la fotografa a New York) torna a casa per l`ultimo saluto. Ma è guardata con sospetto, diciamo così, dalla comunità che aveva lasciato molti anni prima per andare in America.

Poi si scopre che `sta tipa (tra l`altro piuttosto bella, la Rachel Weisz) gioca campionato e coppa, intrattenendo rapporti birichini con l`amica dell`adolescenza che ora è sposata con il futuro rabbino capo con conseguente temuto scandalo.

Il film è di una lentezza stratosferica, va indietro invece che andare avanti, un`infinita pugnetta su usi e costumi di una comunità ebraica piuttosto chiusa, da segnalare solo le scene di sesso saffico.

Un nemico che ti vuole bene

26/10/2018

Il film in sé non è il capolavoro del secolo però si lascia vedere con estremo piacere. Il regista Denis Rabaglia deve essere cresciuto a pane e Salvatores, e trovandosi per le mani un Diego Abatantuono in gran spolvero gli ha fatto fare la parte del Diego Abatantuono che tutti amiamo, quello che basta un alzata di sopracciglia ed una gestualità che ha pochi pari. Se poi aggiungiamo anche qualche micro citazione della Trilogia di Salvatores, vabbè, l`amore è totale.

In gran spolvero non è solo Diego Abatantuono, ma decisamente tutto il cast, compresa Sandra Milo, Antonio Catania, Massimo Ghini, Roberto Ciufoli, addirittura anche Ugo Conti sembra un attore vero, e pure Antonio Folletto, il sicario a cui Abatantuono salva la vita.

Non spoileriamo niente, ma basti dire che il tarlo si insinua sempre di più nella testa dell`astrofisico Enzo Stefanelli (Abatantuono), perché si accorge che quelli che lo circondano, familiari e colleghi, sembrano ciò che non sono, e poi basta non parlo più.

Il finale non passerà alla storia, ma il film, dai, è un thriller che fa sorridere parecchio.

Vale.

Quasi nemici

15/10/2018

Allora, già il film parte bene perché inizia con le note di Inner City Blues (Make Me Wanna Holler) di Marvin Gaye, che non mi sembra un cazzo male...

Poi prendi un attore favoloso come Daniel Auteuil e gli fai fare la parte del professore universitario destrorso, stronzo e un po` razzista, poi prendi una bellezza come Camélia Jordana (giovanissima cantante francese di origini nordafricane) e le fai fare la parte dell`incazzosa studentessa di diritto che arriva dalle banlieue e che viene da subito fatta oggetto di scherno dal professore, ci metti una storia possibilmente non banale e li fai dirigere da un regista quantomeno intelligente come Yvan Attal (che nella vita sta con la Charlotte, la figlia di Serge Gainsbourg e di Jane Birkin, mica scemo!), e dopo 90 minuti viene fuori un film delizioso, brioso, brillante, ironico, emozionante, penetrante. Un film sulla retorica, sull`arte della parola, sul saper convincere indipendentemente da da dove stia la ragione, che poi è tutto un pretesto per parlare d`altro con viva intelligenza.

Eh, questi film francesi sono proprio una rivelazione! È un sì a voce molto alta.

Tutti in piedi

11/10/2018

Può un film francese non far addormentare lo spettatore, non annoiarlo a morte, anzi farlo sorridere con garbo e misura in più di un`occasione?

Incredibilmente sì, e Tutti in Piedi è una commedia decisamente brillante, a tinte rosa, smielosa q.b., recitata strabene, e mettiamoci pure le due sorelle stragnocche, Caroline Anglade, dotata di un sorriso e di due pere che mamma mia!, e Alexandra Lamy, con quel naso tipo Isabella Ragonese che ho detto tutto.

Diretto da Franck Dubosc, che è pure l`interprete principale, Jocelyn, ricco manager scapolone con la condivisibile passione per la passera e la seduzione (ma sempre con menzogna), in cui riesce con estrema abilità. Lo fa per combattere la noia. Vuole impietosire e sedurre la nuova vicina di casa facendosi passare per disabile in carrozzina, e questa gli presenta la sorella, che in carrozzina ci sta davvero, violinista in un`orchestra e tennista del circuito pro.

Beh, ne è venuto fuori un film godevolissimo, elegante, spiazzante, irriverente, non banale, divertente.

È decisamente un sì.

The Wife

08/10/2018

Che dietro ogni grande uomo ci sia sempre una grande donna, non è un mistero e non lo scopriamo solo oggi con questo film.

E questo è un bel film anche se gli manca qualcosa per essere un bellissimo film, anche se la sfuriata degli ultimi 15 minuti con il doppio sorpresone vale il prezzo del biglietto.

Glenn Close a mio modo di vedere è semplicemente strepitosa.

La notizia della vincita del premio Nobel per la letteratura dovrebbe essere la notizia più bella per i signori Castleman, invece scatena una serie di sentimenti e riporta a galla una  vicenda nascosta che basta così che morditi lingua mia. 

Per me è un sì, con qualche riserva, ma un sì.

BlacKkKlansman

08/10/2018

Va bene il messaggio della lotta al razzismo, va bene che passi metà film a chiederti se quello è Steve Buscemi (perché poi la voce del doppiatore è di Steve Buscemi) e invece poi è suo fratello "leggerente più bello", va bene Harry Belafonte, va bene le pettinature che sembravano tutti Julius Erving quando giocava nella ABA, va bene la colonna sonora con un Prince finale mica cazzi,
va bene Spike Lee che è pure tifoso di una squadra di basket che non vince mai e per questo ispira simpatia, ma questo film è un discreto stracciamento di coglioni, prolisso oltremodo, 130` che ne bastavano 100, e poi è ovvio che a metà film tiri pure due resegate anche tre.

Mah, non un brutto film, ma se non fai dei capolavori almeno falli durare un po` meno.

Una storia senza nome

24/09/2018

Allora, fighe ne abbiamo a sufficienza, Micaela Ramazzotti e Laura Morante rappresentano il 78% dei miei sogni proibiti. E quindi, dati i presupposti, si va.

Poi ci mettiamo quel gran figo di Gassman, Antonio Catania e Renato Carpentieri. Dai, sarà un bel film. Poi c`è scritto "thriller", cosa vuoi di più?

Cosa voglio di più? Ad esempio un regista meno sbadiglievole di Roberto Andò (nomen omen) che ha l`incredibile capacità di avere per le mani storie intriganti e attori straordinari, e riesce a strappare solo sbadigli.

Tipo "Le Confessioni" con Toni Servillo, cioè, Toni Servillo!, quanto di più prezioso abbiamo oggi in Italia (almeno quando calca le tavole di un teatro), riesce a renderlo quasi soporifero.

Uguale qui: bella storia, un Caravaggio rubato dalla mafia, politici dal comportamento non certo adamantino, un ex poliziotto sulle tracce del quadro, e un film che deve essere girato, guarda caso proprio con la trama del quadro scomparso, della mafia e compagnia briscola.

Atmosfere da thriller, resa da compagnia teatrale oratoriana bergamasca.

Andò, se resti al passato remoto, a me fa solo piacere.

La profezia dell`armadillo

24/09/2018

Uno dei film più improbabili e divertenti dell`anno, almeno nella prima parte del film (nella seconda si perde un po` di smalto).

Ma comunque resta il merito di un`idea originalissima, con piccole citazioni nascoste e impercettibili (a un certo punto si butta lì un "ti mostro il beccaccino" di Dario-Abatantuono a Federico-Bentivoglio in Turnè...).

Un film altamente psicotico, con Valerio Aprea (apprezzatissimo sceneggiatore  nella serie e film Boris) nei panni dell`armadillo, super-io e voce della coscienza di  

Zero, il fumettista, (Simone Liberati) amicissimo di Secco (Pietro Castellitto), straordinari entrambi.

Poi c`è la madre di Zero, Laura Morante, che vorresti sposarla lì, al cinema, seduta stante, machetelidicoaffà...

Poi il cameo di Panatta, una delle scene più divertenti degli ultimi 20 anni ("Poff... Poff..."), c`è pure l`ex calciatore Candela... 

Due delle 8 mani che hanno scritto questo film appartengono a Valerio Mastrandrea, e ho detto tutto.

La Profezia dell`Armadillo - Clip dal film "Adriano Panatta"

Sulla mia pelle

13/09/2018

Bisogna dire innanzitutto che le aspettative erano alte innanzitutto per la presenza di quel gran figo di Alessandro Borghi, uno dei più grandi attori italiani sulla piazza.

E poi, ovviamente, la storia di Stefano Cucchi, un ragazzo ucciso dallo Stato mentre si trovava in detenzione e in condizioni fisiche molto precarie. 

Ne esce un film purtroppo poco convincente.

Sceneggiatura un po` debole, si sorvola a mio avviso un po` troppo sulle responsabilità del sistema sanitario.

E anche la violenza del sistema carcerario appare un po` troppo edulcorata: posso comprendere la scelta di non mostrare Il pestaggio ma solamente i lividi che sono rimasti sul corpo, ma, aldilà di questo, quasi tutti i poliziotti, carabinieri, polizia penitenziaria, sembravano interessarsi delle sue condizioni di salute, cosa che, se fosse realmente accaduta, non saremmo qui a parlare di questo film oggi.

Alla fine i cattivi erano solamente in tre, gli autori del pestaggio, ma in quel Calvario ho la vaga impressione che fossero molti di più: chi ha taciuto pur sapendo. E questo nel film non compare. come non compare il perché a Stefano Cucchi sia stato impedito di vedere il suo avvocato, nonostante lo implorasse ogni 5 minuti.

Borghi è bravissimo senza alcun dubbio, così come i genitori (Max Tortora anche in un ruolo drammatico è da applausi), la Trinca boh, senza infamia e senza lode.

Bisognava osare di più.

Ma è già bello aver parlato di un ragazzo ucciso dallo Stato. Sì, perché lo Stato ogni tanto uccide.

La ragazza dei tulipani

13/09/2018

Porca troia, questo è davvero un gran bel film!!! A parte la bellezza, la sensualità e la bravura di Alicia Vikander, che già varrebbe il prezzo del biglietto, è un film ben fatto, ben costruito, ottimamente recitato, con al suo interno un paio di vicende amorose di amanti che si inseguono e faticano a trovarsi, e di amanti che escogitano un piano per coronare il loro sogno di"amore, che chissà se funzionerà.

Un amore un po` impossibile, alla Romeo e Giulietta, sensuale, passionale, intricato.

Oh, intendiamoci: non è un film né frizzante né dal ritmo incalzante, però la storia è avvincente.

Sullo sfondo, l`Olanda del XVII secolo, tra i suoi canali, botteghe, mercanti, artisti e taverne dove impazzava il mercato delle scommesse e degli acquisti dei bulbi di tulipano (che hanno portato alla rovina quella nazione).

Mr Long

03/09/2018

Medio breve storia triste.

 

Io: "oh, Carlo, a Paderno danno un thriller giapponese, potrebbe essere interessante..."

Carlo: "mah, a Paderno danno anche l`ultimo con Joaquin Phoenix..."

Io: "sì, ma questo thriller secondo me vale..."

 

Uno spietato sicario di Taiwan è costretto a rifugiarsi in una piccola e degradata città giapponese, e si rinventa chef di street food. Stringe amicizia con il figlio di una tossica, poi anche con la tossica.

I cattivi di Taiwan lo rintracciano, stuprano la tossica, che si impicca.

Mr Long, allora, prende il coltello e ammazza tutti i cattivi, una roba tipo 12 contro 1.

Nel film dicono circa 150 parole, di cui almeno la metà in lingua originale con i sottotitoli.

Il film fa davvero cagare e dura 120 interminabili minuti.

 

Carlo: "oh, la prossima volta che leggi "thriller" non chiamarmi ok?!"

 

Fine della medio breve storia triste.

Dark hall

06/08/2018

La bella e algida Uma Thurman è l`austera direttrice di una specie di collegio per ragazze ribelli, criminali e sociopatiche, con la comune caratteristica di avvertire delle strane presenze.
È aiutata in questo compito dalla signora Orlowsky (no, non quella che negli anni 80 ci ha fatto perdere tante diottrie).

In questo collegio lavora un` insegnante di materie letterarie, uno di matematica, e uno  di musica che nella fattispecie è il figlio della Thurman.

E fin qui tutto bene.

Il film comincia ad assumere i contorni di una grande cagata colossale quando nella seconda parte emerge la mission di questa scuola, e cioè utilizzare i talenti delle ragazze per entrare in contatto, attraverso una possessione mentale,
con artisti morti in età relativamente giovane 2 o 300 anni prima, i cui spiriti aleggiano nel collegio, affinché possano terminare la loro opere rimaste incompiute nel campo della musica, della letteratura, della matematica. 

Poi a un certo punto finiscono le idee al regista e il budget alla produzione, il collegio prende fuoco, alcune ragazze si salvano, altre si erano già suicidate, la Uma Thurman diventa una fiaccola umana, arriva la polizia e l`ambulanza, e che vadano tutti affanculo.

Toglimi un dubbio

06/08/2018

Bel film, nonostante sia un film francese.

Bella trama, non banale, non mieloso, girato bene, poi c`è la Cecile de France che, porcatroia, che gran bella donna che è!

L`unica caduta di stile è quando lui e la Cecile si baciano: praticamente le labbra di lui si incollano al mento di lei.  Brevettano il bacio alla Francese, poi in un film del 2018 si limonano sul mento. Mah. Vi rimando a questo link per maggiori dettagli su come avrebbe dovuto essere. https://it.m.wikipedia.org/wiki/Bacio_alla_francese

La casa sul mare

19/07/2018

Ultimo e attesissimo lavoro di Guédiguian, regista marsigliese, che dà alla luce un film intenso, brioso, frizzante, scoppiettante.

"Nessuno parla d`amore come Guédiguian" dice Paris Match.

"Bellissimo, sensibile e profondo: uno dei più bei film in mostra", scrive La Stampa.

"Luminoso, con attori magnifici" recensisce Femme Actuelle.

"Vivo e intenso" secondo Ciak.

"Commovente, vicino, umano" per Le Monde.

"Autentica poesia" sentenzia il Corriere della Sera.

"Ho dormito, credo, per tre quarti di film" confessa Luca Tavecchia.

Si muore tutti democristiani

19/07/2018

Un film che in 90 minuti netti riesce ad omaggiare Ruggero de i Timidi, Lo Stato Sociale, Gianmaria Testa, il Carroponte, Paolo Rossi, Lucia Vasini e Cochi Ponzoni, beh... E se riesce pure a farti piacere uno dei peggiori attori degli ultimi 150 anni come Francesco Mandelli, ecco servito il capolavoro!

Una pellicola intrisa di costante autoironia su quanto il duro e puro di sinistra riesca a (non) farsi ingolosire dai soldi, magari provenienti da intrallazzi poco leciti.

Divertentissimi i camei del trio Gruber-Gomez-Scanzi. 

Si ride con vero piacere.

Il sacrificio del cervo sacro

13/07/2018

Sei appena tornato dal mare, tuo figlio è a cena dall`amico, vuoi non andare a vedere un bel film nella tua serata di Day Off???

Il film è un grande "boh", a tratti un capolavoro (è stato premiato a Cannes per la Miglior Sceneggiatura), una fotografia perfetta, simmetrica, a tratti ti ricorda Kubrick, dall`altra è una pugnetta (no, non come quella che la Kidman tira al collega del marito in macchina...) un po` soporifera.

Ma non è un film scontato, né banale, tira in ballo tragedie greche e sacrifici inevitabili per scongiurare la morte di tutti.

Un adolescente con la faccia inquietante diventa prima amico del famoso cardiologo Colin Farrell (per motivi che non vi sto a spiegare), che ha la geniale idea di presentarlo alla famiglia, e lì cominciano i cazzi. 

Il ragazzo inquietante poi ricambia la cortesia e invita Farrell a casa sua, e sua madre vorrebbe farselo in tutte le salse ma si limita a succhiargli una mano (per motivi che non vi sto a spiegare).

I cazzi continuano e peggiorano, ma peggiorano di brutto fino all`epilogo improbabile. Appunto, improbabile come nelle tragedie greche che hanno popolato gli incubi di quando ero un giovane liceale.

Comunque, raga, la Kidman nuda, 51 anni, è da standing ovation, l`unica certezza della serata.

Respiri

18/06/2018

Vedi che in sala c`è un thriller italiano, beh, ti ci butti dentro, anche perché pensi che è dai tempi de "Il nascondiglio" di Pupi Avati che non vedi un bel thriller italiano di cui sentivi personalmente il bisogno.
Peccato che il film faccia davvero cagare, recitato come neanche in una compagnia teatrale dell`oratorio più scalcagnato della bergamasca, con una storia davvero risibile, un livello di suspense che neanche Topo Gigio. 

La cosa più bella del film sono le labbra di Eva Grimaldi, gonfiate al punto che potrebbero essere scambiate per un`imbarcazione che trasporta profughi che scappano da una guerra.

Fortunatamente dura solo 90 minuti.

Il giovane Karl Marx

18/06/2018

Film un po` lunghetto e non particolarmente brioso ma davvero ben fatto, dove si narrano gli esordi filosofici e letterari di Marx, con digressioni mai noiose anche nella sua vita privata, dal tenero e sincero amore con la moglie Jenny von Westphalen, nobildonna tedesca, fino all`amicizia fraterna con Friedrich Engels.

Toccante anche l`incontro e il rapporto con Bakunin, del quale comunque sottolinea le distanze culturali.

I padroni erano davvero cattivi e attenti al solo profitto, i lavoratori erano davvero schiavi. Un po` come adesso, mutatis mutandis.

Ma quelli, almeno, erano bei tempi, perché la rivoluzione ancora la si sognava ed era lì lì per venire.

Oggi la rivoluzione è morta e sepolta già da un pezzo.

Tito e gli alieni

12/06/2018

Ecco, vi dovesse venire in mente di andare a vedere questo film, lasciate perdere, a meno che non sia il pretesto per limonare duro con la tipa che avete invitato.

Mastandrea è molto bravo, fa sorridere nel suo ruolo un po` depresso, ma non è una novità che sia un gran figo. La regista invece andrebbe rinchiusa per evitare che faccia altri danni.

Film sgangherato ed escatologico, un po` lo segui, un po` ti sforzi, ma alla fine ti addormenti.
Se invece il film non lo trovate più nelle sale, ecco, il motivo c`è ed è valido.

Hotel Gagarin

07/06/2018

Entro a scatola chiusa in un cinema di periferia, dopo averlo rimandato a lungo (e infatti non è quasi più in programmazione da nessuna parte), senza sapere nulla della storia ma attratto solo da Claudio Amendola, Luca Argentero e Giuseppe Battiston, tre strafighi, ognuno a modo suo.

E capisci dopo pochi minuti che sei davanti a un film tenero, poetico, divertente, sognatore, strampalato, a un film della madonna, insomma.
Poi nel frattempo ti accorgi che vuoi sposare Silvia D`Amico che fa la zoccola (magari è solo un`infatuazione, boh, vedremo), che nelle vesti di un europarlamentare cialtrone c`è Simone Colombari (meravigliosa spalla di Lillo e Greg nella trasmissione radiofonica 610), che il produttore truffaldino del film da girare è un favoloso Tommaso Ragno (mai sentito prima), è che c`è qualcosa che ti piace, che hai già visto da qualche parte, qualcosa che ti ha segnato tanto tempo fa, e poi scopri che le analogie con quel capolavoro dedicato alla fuga che è "Mediterraneo" sono evidenti, non banali, geniali, e ti dici "dai, hai fatto bene a investirci 9€". Tanto love, zero spoiler.

Dogman

22/05/2018

Il motivo principale per cui val la pena spendere due spiccioli per il biglietto si chiama Marcello Fonte. Piccolo, sfigatino, piuttosto insignificante, brutto quasi Carlo Delle Piane (a cui un po` assomiglia anche la voce), ma con una capacità espressiva che pure a Cannes se ne sono accorti, e il suo discorso di ringraziamento quando l`hanno premiato, così imperfetto e ciancicato, è stato candido e emozionato, così come il suo sorriso.

Tratto da una storia vera, ambientato a Castel Volturno invece che alla Magliana, il film è scarno ed essenziale, crudo, a tratti scorre poco, ma le facce, se ti piacciono quelle facce di perfieria, quelle facce di borgata, valgono l`altra metà del film.

Il canaro, che campa lavando e toelettando i cani del quartiere, vive una realtà piuttosto disagiata, ma ci sta bene, si è ritagliato il suo spazio, gli piace, non gli pesa, anzi è contento di essere amato nel suo quartiere, anche se spesso ha le mani sporche di affari poco leciti. Ma l`amicizia con Simoncino (un Edoardo Pesce dalle dimensioni ciclopiche) gli farà vedere i sorci verdi. Marcello è buono bravo e gentile, ma non fatelo incazzare.

Molto bella anche l`interpretazione di Francesco Acquaroli, il Samurai di Suburra.

Parigi a piedi nudi

22/05/2018

"I francesi sono così depressi che quando non fanno film depressi fanno delle cagate tipo questa".

Film strampalato, con attori strampalati è una storia strampalata.

Fiona, una tipa allampanata, sensuale come un lampione stradale e con dei piedi che sembrano catamarani, parte dal Canada per aiutare e cercare la nonna Martha, un po` matta, che teme di finire in un ospizio.

Conosce così Dom, un clochard che vive ai piedi della Tour Eiffel, e anch`egli con dei piedi che lasciamo stare, e si innamorano.

Un po` Jacques Tati, un po` Pingu, un po` cartone animato, film decisamente surreale adatto a esperti del settore.

Loro 2

17/05/2018

Beh, la noia è garantita, anche se la fotografia di Bigazzi e la mano di Sorrentino, insieme alla bravura stratosferica di Toni Servillo, rendono questa pellicola decisamente migliore di Loro1.

Kasia Smutniak-Nicole Minetti, bravissima come non mai, è una patagnocca da paura.

Qui Scamarcio-Tarantini e Bentivoglio-Bondi hanno ruoli minori, così come la Elena Sofia Ricci-Veronica Lario.

La prima parte è financo divertente, nella seconda si sonnecchia, ma il finale con il post terremoto di L`Aquila è meraviglioso per pathos, drammaturgia, fotografia, scenografia.

Menzione speciale a Max Tortora, regista-zerbino della scuderia, che deve girare Congo Diana, e non ha voce in capitolo neanche per andare a fare due gocce.

Youtopia

03/05/2018

Eh, mancano i soldi, la casa è ipotecata, han venduto pure la macchina, e figlia (e madre milf) prima fan vedere le zinne via web per raccattare un po` di soldi. Che comunque non bastano. Allora la ragazzina mette all`asta la sua verginità.

Alessandro Haber morbosamente disgustoso.

9€ che era meglio perderli in un tombino che spenderli per `sto film. Durante il quale, comunque, ho dormito.

ready player one

03/05/2018

Siamo più o meno nel 2050 in un mondo (completamente virtuale e pieno di avatar) denominato Oasis, creato dall`ormai defunto James Hallyday, che non è che schiatta e basta, no, vuole creare una competizione più che caotica per trovare 3 chiavi nascoste per ereditare la suaazienda miliardaria.

Un casino pazzesco che ti impedisce, come tuo diritto, di fare un pisolino mentre accompagni figlio e amichetto. 

Comunque il film è bello perché nella colonna sonora c`è Stand On It di Bruce Springsteen.

Loro 1

27/04/2018

Bellissimo. Spoilerone.

Allora, prima scena: villa in Sardegna, muore una pecora di freddo, a causa dell`aria condizionata troppo bassa.

Poi nella seconda scena c`è Scamarcio (Tarantini) che tira di coca, si scopa una da dietro, e c`è un giro di appalti e mignotte. Poi, a seguire, dei gran puttanoni, coca che sembra Natale, e gente che scopa, tra cui Bentivoglio (Bondi) che si ingroppa la moglie di Tarantini. Poi cambia un po` la solfa, e scorrono fiumi di coca, mignotte come se piovesse, e gente che tromba. Più avanti invece ci sono dei troioni che la danno via come il pane pur di conoscere Lui, coca e narici, sesso e metretrici. Fortunatamente il film cambia registro, e si vede gente che tromba mentre si fa di coca su dei gran barconi di lusso.

A un certo punto compare Servillo (Silvio), e quantomeno si sorride per il suo modo patetico di riconquistare l`amore e la fiducia della disillusa Elena Sofia Ricci (Veronica), con gioielli, canzoni di Apicella e pure una Domenica Bestiale con Fabio Concato in carne e ossa.

Cast eccezionale, sesso anche Lesbo eccezionale, interpretazione eccezionale (anche della pecora).

La cosa triste è che è tutto vero. Da "Parigi val bene una messa" a "un appalto val bene una troia" il passo è breve.

Escobar - il fascino del male

24/04/2018

Se non fosse per la recitazione macchiettistica di Javier Bardem, se non fosse che pure la Cruz ha perso un sacco di punti, se non fosse che il doppiatore di Bardem probabilmente era in passato un doppiatore di film porno, se non fosse che se hai visto Narcos su Netflix ... eh, buonanotte al secchio, tutto il resto ti sembra una merda, se non fosse che Bardem così imbolsito non si può vedere, se non fosse che Pablo Emilio Escobar Gaviria ogni tre secondi continua a ripetere "Ahi Maria", "Ahi Maria", "Ahi Maria" che a un certo punto ti aspetti che sbuchi fuori Rino Gaetano a dire "Chi mi manca sei tu!",  se non fosse che in una delle ultime scene Pablo telefona alla moglie tutto sporco del pomodoro degli spaghetti, se non fosse che in due ore, beh due ore per raccontare una vita e una carriera così complessa sono un po` poche, se non fosse che è stata una bella rottura di coglioni, sarebbe stato anche un film carino.

Io sono Tempesta

17/04/2018

Cazzo, Marco Giallini, Elio Germano, Daniele Luchetti. Sono un uomo dal facile entusiasmo, lo so, e l`avevo già bollato come "film del decennio". Numa Tempesta, affarista e faccendiere che non ha un conto corrente ma un fondo, talmente solo che vive, solo, nel suo albergo molto retrò, che per non finire in galera è costretto all`affidamento ai servizi sociali, a fare volontariato in mezzo ai poracci de Roma, a cui lava la schiena, a cui serve i pasti, a cui dispensa abiti puliti, a cui pulisce i bagni.

Ma i poracci cominciano a provare invidia, e lui inizia una captatio benevolentiae nei loro confronti affinché le sue quotazioni presso la responsabile del centro di accoglienza salgano, e l`affidamento ai servizi sociali possa finire prima del tempo per buona condotta e buona empatia, che gli affari in Kazakistan lo attendono.

Beh, il mio amico Francis, musicista e filosofo, poche ore prima mi aveva avvisato: film deludente. Ma le aspettative erano alte, e alla fine posso dirlo: caro Francis, film davvero deludente. Un grande potenziale evaporato così, in una nuvola rossa (lo so, non è mia.).

Tolti i primi 20 spassosissimi minuti, resta una fiaba, anche un po` mal confezionata, talvolta noiosetta, che finisce un po` così.

Marco Giallini che più Giallini non si può.

Elio Germano poco distinguibile da Ricky Memphis, dice il mio amico Carlo, imprenditore e filosofo.

Il più grosso mah del primo semestre 2018.

Dall'archivio Cinema

George A. Romero LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI

1968 Horror

di Marco Genzanella

Massimo Cappelli IL GIORNO + BELLO

2006 commedia

di Calogero Messina

Alan Parker THE COMMITMENTS

1991 Commedia

di Paolo Massa

Saverio Costanzo PRIVATE

2004 Drammatico

di Calogero Messina

Francis Ford Coppola UN'ALTRA GIOVINEZZA

2007 Drammatico

di Claudio Mariani

Woody Allen MATCH POINT

2005 Drammatico

di Claudio Mariani

Dino Risi IL GIOVEDì

1964 Commedia

di Salvatore Molignano

Lukas Moodysson FUCKING AMAL

1999 Commedia

di Federica

Daniele Ciprì, Franco Maresco TOTò CHE VISSE DUE VOLTE

1998 Grottesco

di Salvatore Molignano

Ferzan Ozpetek UN GIORNO PERFETTO

2008 Drammatico

di Claudio Mariani

Tobe Hooper NON APRITE QUELLA PORTA

1974 Horror

di Marco Genzanella

Percy Adlon BAGDAD CAFè - UN FILM FAVOLA

1987 Commedia

di Valentina Soldani

Alfred Hitchcock LA FINESTRA SUL CORTILE

1954 giallo

di Paolo Massa

Martin Scorsese GANGS OF NEW YORK

2002

di Claudio Mariani

Robert Bresson UN CONDANNATO A MORTE è FUGGITO

1956 drammatico

di Salvatore Molignano

Simone Bitton IL MURO

2004 Documentario

di Paolo Massa

Matteo Garrone L’IMBALSAMATORE

2002

di Claudio Mariani

Jim Jarmusch BROKEN FLOWERS

2005 commedia

di Claudio Mariani

R.benigni PINOCCHIO

2002

di Elena Cristina Musso

Daniel Burman EL ABRAZO PARTIDO - L'ABBRACCIO PERDUTO

2003 Drammatico

di Calogero Messina

Paolo Sorrentino L'UOMO IN PIù

2001 drammatico

di Andrea Battantier

Merian C. Cooper, Ernest B. Schoedsack KING KONG

1933 Avventura, Drammatico

di Paolo Massa

Damiano Damiani GIROLIMONI, IL MOSTRO DI ROMA

1972 drammatico

di Salvatore Molignano

D.fincher PANIC ROOM

2002

di Elena Cristina Musso