M. Night Shyamalan

Drammatico, Thriller

M. Night Shyamalan E VENNE IL GIORNO


2008 » RECENSIONE | Drammatico, Thriller
Con Mark Wahlberg, Spencer Breslin, John Leguizamo, Zooey Deschanel, Tony Devon, Betty Buckley, Frank Collison, Victoria Clark, Jeremy Strong, Stéphane Debac

di Claudio Mariani
Difficilmente si trova un film che provoca giudizi così eterogenei. Con una rapida escursione in internet, vediamo che l’ultima fatica dell’indiano esportato ad hollywood più famoso al mondo, M. Night Shyamalan, ha suscitato due generi di opinioni: o pessime o entusiastiche, con poco spazio a valutazioni di mezzo. Chissà perché, mentre la critica è stata più indirizzata verso un giudizio di massima positivo, il pubblico ha avuto questa duplice reazione agli antipodi. Nel nostro caso siamo orientati sul secondo giudizio, considerando “E venne il giorno” un bel film, girato bene, con una bella storia, ottima tensione e affascinante in ogni sua sfaccettatura. E non è facile neanche convincere chi ha considerato la pellicola una boiata vera e propria, e per questo motivo non ci tentiamo nemmeno. Innanzitutto sembra proprio bella l’idea di calare un misterioso evento naturale, tanto di moda nel cinema e nella letteratura ecologista-catastrifista di oggi, nelle paure molto più terrene di un’America che non si è ancora svegliata dal post-11settembre delle ossessioni sul terrorismo in casa. Succede che improvvisamente la gente si suicida nella east-coast degli Stati Uniti, a New York e nelle campagne circostanti, qualcosa nell’aria (un gas? sostanze chimiche?) sta annullando lo spirito di auto-conservazione della gente che perde all’improvviso la ragione e si ammazza. In questo quadro rientrano i tre protagonisti, una coppia con qualche problema (Wahlberg e Deschanel) e la bambina dei loro amici (Ashlyn Sanchez). Da lì inizia una fuga, sempre più disperata, verso cosa non si sa, una fuga all’apparenza inutile. Se da un lato Shyamalan mette dentro lo scontato richiamo ecologista, dall’altro infarcisce la storia di spunti interessanti, come l’assunto iniziale che quando la natura ha certe manifestazioni è inutile darne una spiegazione logica, l’unica è aspettare che finiscano (è il caso delle api citato nel film), una sorta di contro-interventismo a tutti i costi. E poi il film parla molto anche dei rapporti umani, di come in una coppia ci sia sempre qualcuno che rincorre l’altro, di come le crisi estreme fungano da collante fra due persone ma molto meno fra i gruppi, che qui sono attaccati nettamente dal regista, come si può capire alla fine della storia. E il senso di tensione nella pellicola è ai livelli massimi, fin dalle prime immagini, e non basta il bellissimo viso della protagonista che a volte vira verso espressioni folli che sfociano nel surreale come concetto artistico originale del movimento. Le scene migliori e a nostro parere indimenticabili sono quelle dei suicidi ed anche quella nella casa della signora anziana, che a dir la verità vira un po’ troppo nell’horror. Per contro nell’atteggiamento dei protagonisti, nei dialoghi e in parte nella fuga verso la campagna ritroviamo un senso retrò, una sorta di rivisitazione di classici di fantascienza del cinema statunitense degli anni ’50. I protagonisti sono giusti nel posto giusto, dall’affidabile Max Wahlberg, all’astro nascente Zooey Deschanel (anche cantante con i “She & Him”), alla bimba e a tutti i comprimari, partendo da John Leguizamo. La storia tra l’altro è resa perfettamente omogenea da una colonna sonora propedeutica al film stesso. Il regista si è risollevato dopo il deludente -per tutti- “Lady in the water” ed è ritornato lungo i suoi canoni abituali. Così il suo percorso nell’analisi dello straordinario e dello (stra)ordinario continua, stavolta scomodando la natura, dopo avere esplorato il paranormale (“il sesto senso”), gli alieni (“Signs”), il finto-paranormale (“The Village”) e il fantasy e la favola (“Lady in the water”). Quello che è sicuro che Shyamalan ha uno stile unico, riconoscibilissimo e si sta ritagliando un ruolo tutto suo nella storia del cinema…che piaccia o no, questo è un film “alla Shyamalan”! Giudizio: 4 stelle su 5.

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