
Davide Van De Sfroos Pica!
2008 - Tarantanius
Davide “Van de Sfroos” Bernasconi è andato avanti percorrendo una strada che ben conosciamo, maturando disco dopo disco. Ora, a soli tre anni di distanza dall’ottimo “Akuaduulza”, ha deciso di regalare un quarto “fratellastro” all’ormai maggiorenne Manicomi.
Uno di quelli che picchiano fin da piccoli, con tutti gli strumenti giusti per farlo. A unire le nuove canzoni di questo album è infatti l’idea del battito: “Pica!” ha forza e cuore, la forza del martello e il coraggio del cuore.
Come dimostrano i brani più importanti del disco, che presto diventeranno insostituibili nell’ormai ricchissima scaletta live di De Sfroos: “New Orleans”, canzone magica come la città della Louisiana a cui è ovviamente dedicata, “40 pass” con un pianoforte dolente ad accompagnare una delle storie più belle e tristi scritte da Davide, “La terza onda”, esemplare metafora lacustre, e naturalmente “Il minatore di Frontale”, canzone manifesto dell’album.
Il sound questa volta non si tuffa nelle acque dolci del Mississippi che sfiora solo con il dobro, ma piuttosto trova rifugio in quell’America madre del country rock più genuino, quello che ha imbracciato le chitarre elettriche senza dimenticare il banjo, la fisarmonica e il mandolino. Un disco figlio anche di quel folk di matrice celtica che Davide non ha mai dimenticato, e che certo ritrova qui spazi importanti.
C’è tempo anche per le divagazioni rock de “Il cavaliere senza morte” e per altri buoni pezzi come “Il costruttore di motoscafi”, dedicato a Guido Abbate, l’iniziale “El Puunt”, che ha un tiro trascinante, e ”Loena de Picch”, convincente ballata cantata per gran parte in italiano.
Difficile dire se questo album, che ha forse qualche canzone di troppo, sia il lavoro migliore del cantautore lariano. Di certo le sue canzoni sono come il lago che le ispira: hanno bisogno di tempo per rivelare tutti i loro angoli migliori.