live report
Davide Van De Sfroos Davide Van De Sfroos: una grande festa col suo Van De Best al Forum di Assago
Concerto del 23/11/2024
intervista esclusiva che ci ha concesso, aveva testualmente promesso: "Sarà una grande festa collettiva per ricordare questi primi 25 anni di cammino", e lui è uomo da promesse mantenute.
Festa doveva essere, e festa è stata: una festa collettiva, transgenerazionale, poliedrica nei generi e nei suoni, ricca di musicisti di assoluto valore e dalla complicità consolidata, con ospiti amici, luci splendide, effetti speciali ben dosati, visual efficacissimi, di Sergio Cattaneo, organizzazione perfetta. Ma soprattutto, con un'atmosfera talmente rilassata ed elettrica insieme, emozionante e magnetica, da fare inchiodare diecimila spettatori con gli occhi fissi al palcoscenico, farli muovere a tempo, ballare, anche pogare, nel parterre stipato all'inverosimile, ma con grande rispetto per tutti, cantare, accendere le luci degli smartphone, e infine ricordare questi decenni di vita insieme, con tutte le sfaccettature.
In queste tre ore c'è tutto: la profondità del lago di una Akuaduulza impreziosita dal tocco magico del piano del giovane e talentuoso Pier Salami,
emozionante anche nella canzone dedicata a Milano, 40 pass, o la dolce nostalgia del futuro della voce narrante de La machina del Ziu Toni, con ospite uno scintillante Maurizio Gnola Glielmo,
ottimo interprete anche dell'unica non canzone d'amore della storia, Me canzon d'amur en scrivi mai, o ancora una Ventanas tanto sorprendente quanto intensa, con il bluesman Francesco Piu a ricamare note intorno alla preghiera,
e protagonista anche del trascinante blues Il paradiso dello scorpione.
E ci sono le tappe fondamentali della vita non solo artistica di Davide Van De Sfroos: il suo rapporto col lago e la sua gente, la sua attenzione per i minimi dettagli dell'esistenza, la sua formazione umana vicino a chi soffre di malattie mentali, che ha il suo apice in una Manicomi dal visual di grande impatto e dai fiati funky (Andrea Cusmano e Thomas Butti):
Non può mancare nemmeno la canzone d'autore, che riflette l'impegno di un Van De Sfroos sempre attento agli ultimi: una Sciur Capitan, l'inno alla non violenza e alla disobbedienza civile, che oltrepassa i decenni e resta sempre, dolorosamente, attuale:
Ma sono anche gli arrangiamenti e la bravura dei musicisti il valore aggiunto che determina il successo del concerto; oltre al polistrumentista Andrea Cusmano, a trascinare il pubblico sono Angapiemage Galiano Persico, dal violino e dalle percussioni sempre precisi, Silvio Centamore, batteria di provata esperienza e comunicativa, il basso di Matteo Luraghi a seguire ogni battito, Daniele Caldarini, anche arrangiatore di molti brani del nuovissimo Van De Best, in dialogo stretto col già citato Salami, e le chitarre di un Paolo Cazzaniga, che non avrebbe più niente da dimostrare, ma che continua a sorprendere per la sua versatilità.
Un caleidoscopio di generi, stili, temi, che vanno dal puro folk di ballate come Il minatore di Frontale allo zydeco di Nona Lucia, alla brass band de La ballata del Cimino, dal suono messicano di Cauboi (in un medley che fa letteralmente esplodere le danze fino all'ultima fila sugli spalti, e che, in De Sfroos, contiene anche un accenno a Scotland The Brave) all'irish punk rock indefinibile della sconvolgente Cyberfolk, che conclude il live col classico botto, in tutti i sensi:
Ma c'è spazio ancora per un'emozione: il bravissimo cantautore lecchese Lorenzo Bonfanti, che ha scaldato la platea con un opening act riuscitissimo, intona, unplugged, a pochi minuti dalla mezzanotte, Wagon Wheel (degli Old Crow Medicine Show e del Dylan di Pat Garrett and Billy The Kid), cantata in coro da tutti i musicisti sul palco, e dedicata a un caro amico scomparso anni fa. A riprova che, pur davanti a migliaia di persone, le persone grandi sanno farsi piccole, e ricordare chi è stato loro vicino.
Live unico, irripetibile, a lungo atteso. Nel segno della coerenza e della forza delle emozioni.
FOTO DI FRANCO VALSECCHI E ROBERTO SASSO
Tutta la playlist su questo canale Youtube
SETLIST:
(medley: Il figlio del Guglielmo Tell / Cauboi / De Sfroos)
Ultimo bis: Wagon Wheel (cover Old Crow Medicine Show / Bob Dylan)
Quarant'anni di musica, venticinque di percorso solista, undici album a suo nome, terzo Forum di Assago, 27 canzoni in scaletta, 2 ore e 45 di musica: se bastassero questi numeri per definire il successo di Davide Bernasconi, in arte Van de Sfroos, sarebbe facile. Ma non lo è. Perché quello che succede stasera al Forum supera i numeri e gli anni e i dischi e i concerti. Perché il cantautore, nella Festa doveva essere, e festa è stata: una festa collettiva, transgenerazionale, poliedrica nei generi e nei suoni, ricca di musicisti di assoluto valore e dalla complicità consolidata, con ospiti amici, luci splendide, effetti speciali ben dosati, visual efficacissimi, di Sergio Cattaneo, organizzazione perfetta. Ma soprattutto, con un'atmosfera talmente rilassata ed elettrica insieme, emozionante e magnetica, da fare inchiodare diecimila spettatori con gli occhi fissi al palcoscenico, farli muovere a tempo, ballare, anche pogare, nel parterre stipato all'inverosimile, ma con grande rispetto per tutti, cantare, accendere le luci degli smartphone, e infine ricordare questi decenni di vita insieme, con tutte le sfaccettature.
In queste tre ore c'è tutto: la profondità del lago di una Akuaduulza impreziosita dal tocco magico del piano del giovane e talentuoso Pier Salami,
emozionante anche nella canzone dedicata a Milano, 40 pass, o la dolce nostalgia del futuro della voce narrante de La machina del Ziu Toni, con ospite uno scintillante Maurizio Gnola Glielmo,
ottimo interprete anche dell'unica non canzone d'amore della storia, Me canzon d'amur en scrivi mai, o ancora una Ventanas tanto sorprendente quanto intensa, con il bluesman Francesco Piu a ricamare note intorno alla preghiera,
e protagonista anche del trascinante blues Il paradiso dello scorpione.
E ci sono le tappe fondamentali della vita non solo artistica di Davide Van De Sfroos: il suo rapporto col lago e la sua gente, la sua attenzione per i minimi dettagli dell'esistenza, la sua formazione umana vicino a chi soffre di malattie mentali, che ha il suo apice in una Manicomi dal visual di grande impatto e dai fiati funky (Andrea Cusmano e Thomas Butti):
Non può mancare nemmeno la canzone d'autore, che riflette l'impegno di un Van De Sfroos sempre attento agli ultimi: una Sciur Capitan, l'inno alla non violenza e alla disobbedienza civile, che oltrepassa i decenni e resta sempre, dolorosamente, attuale:
Ma sono anche gli arrangiamenti e la bravura dei musicisti il valore aggiunto che determina il successo del concerto; oltre al polistrumentista Andrea Cusmano, a trascinare il pubblico sono Angapiemage Galiano Persico, dal violino e dalle percussioni sempre precisi, Silvio Centamore, batteria di provata esperienza e comunicativa, il basso di Matteo Luraghi a seguire ogni battito, Daniele Caldarini, anche arrangiatore di molti brani del nuovissimo Van De Best, in dialogo stretto col già citato Salami, e le chitarre di un Paolo Cazzaniga, che non avrebbe più niente da dimostrare, ma che continua a sorprendere per la sua versatilità.
Un caleidoscopio di generi, stili, temi, che vanno dal puro folk di ballate come Il minatore di Frontale allo zydeco di Nona Lucia, alla brass band de La ballata del Cimino, dal suono messicano di Cauboi (in un medley che fa letteralmente esplodere le danze fino all'ultima fila sugli spalti, e che, in De Sfroos, contiene anche un accenno a Scotland The Brave) all'irish punk rock indefinibile della sconvolgente Cyberfolk, che conclude il live col classico botto, in tutti i sensi:
Ma c'è spazio ancora per un'emozione: il bravissimo cantautore lecchese Lorenzo Bonfanti, che ha scaldato la platea con un opening act riuscitissimo, intona, unplugged, a pochi minuti dalla mezzanotte, Wagon Wheel (degli Old Crow Medicine Show e del Dylan di Pat Garrett and Billy The Kid), cantata in coro da tutti i musicisti sul palco, e dedicata a un caro amico scomparso anni fa. A riprova che, pur davanti a migliaia di persone, le persone grandi sanno farsi piccole, e ricordare chi è stato loro vicino.
Live unico, irripetibile, a lungo atteso. Nel segno della coerenza e della forza delle emozioni.
FOTO DI FRANCO VALSECCHI E ROBERTO SASSO
Tutta la playlist su questo canale Youtube
SETLIST:
(medley: Il figlio del Guglielmo Tell / Cauboi / De Sfroos)
Ultimo bis: Wagon Wheel (cover Old Crow Medicine Show / Bob Dylan)