Davide Van De Sfroos

live report

Davide Van De Sfroos Brescia

30/08/2005 di Christian Verzeletti

Concerto del 30/08/2005

#Davide Van De Sfroos#Italiana#Folk

DAVIDE VAN DE SFROOS

30 agosto 2005
BRESCIA Si deve essere sentito a suo agio Davide Van De Sfroos a Brescia, finalmente seduto a raccontare in mezzo alla gente alla maniera di un vecchio cantastorie.
Il cantautore comasco si è infatti trovato con il palco collocato nel mezzo di Piazza del Foro e con il pubblico che lo circondava come in un abbraccio. A rendere ancora più particolare la serata ha contribuito il sempre suggestivo scenario dei ruderi romani che ha fatto da sfondo all’appuntamento conclusivo della rassegna Note di Colore.
Con una maglietta dei Ramones (indossata come un’anagramma a sfottere gli antichi Romani), Van De Sfroos si è presentato in una formazione semi-acustica (chitarre, fisarmonica e violino). Sin dall’inizio si è calato senza problemi nel ruolo introducendo le canzoni con anedotti ancora più frequenti di quanto già faccia di solito: nella prima parte del concerto ha presentato una serie di brani a tema creando dei parallelismi divertenti da una parte tra cowboys e indiani d’America e dall’altra tra finanzieri e contrabbandieri di casa nostra. Nonostante l’assenza della batteria si sia fatta sentire a livello ritmico, i numerosi presenti hanno dimostrato di gradire e di conoscere a menadito storie e personaggi dei pezzi.
Si è così venuta creando facilmente una complicità tra pubblico e artista: Van De Sfroos ha goduto di ampia libertà e ha potuto giocare ulteriormente con gli spiriti delle sue canzoni arrivando a rievocare creature dell’infanzia come il Lupo Cattivo, il Barba Pedana e il Lupo Nero. Mentre lui dava sfoggio della sua capacità di raccontare con continui rimandi a figure e a luoghi comuni della cultura popolare, la band ha passato in rassegna un ventaglio sonoro di matrice folk dai sapori country tex-mex di “Il paradiso dello scorpione” ad un andamento bluegrass richiamato in “Nona Lucia”.
Van De Sfroos ha ipnotizzato con una versione de “La poma” introdotta da un sketch parlato in un idioma tutto suo tra il comasco, il tedesco e l’inglese.
Ironico e marpione proprio come i contrabbandieri protagonisti delle sue canzoni, non ha esitato a ripescare pezzi del suo vecchio repertorio e a saccheggiare varie tradizioni popolari: un tamburello suonato in conclusione de “La poma” ha suggerito attinenze con il Salento e difatti i pezzi successivi hanno puntato decisamente verso Sud. Come durante la Notte della Taranta a cui ha partecipato quest’estate, Van De Sfroos ha proposto la sua versione “La rusciu de lu mare” e di “Porta romana”. In mezzo anche un rilettura di “Zirichiltaggia” di De Andrè (da “Rimini”). Da consumato intrattenitore non ha trascurato nemmeno la fetta di pubblico alle sue spalle: con una frecciata a quei “grandi” artisti che dispongono di un palco girevole, ha suggerito di far ruotare la piazza invertendo così la posizione del Foro e dei presenti.
Quindi il finale con il pubblico a battere il ritmo de “La balera”, prima che tutte le storie venissero riassunte e portate a casa da una versione sobria de “La curièra”. Van De Sfroos ha concesso ancora un pezzo, “Ventanas”, tratto dall’ultimo disco “Akuaduulza” ed eseguito in solitudine con la chitarra acustica. Poi ha salutato soddisfatto come un bandito che l’ha fatta franca ancora una volta.
Scaletta:
Akuaduulza
Cau boi
Hoka hey
De Sfroos
Il paradiso dello scorpione
Pulènta e galèna frègia
Nona Lucia
Shymmtakula
La poma
La rusciu de lu mare
Ninna nanna del contrabbandiere
Zirichiltaggia
Porta romana
La balera
La curièra
Ventanas