Martin Scorsese Hugo Cabret
2011 » RECENSIONE | Avventura
Con Chloe Moretz, Jude Law, Ben Kingsley, Emily Mortimer, Sacha Baron Cohen, Michael Pitt, Christopher Lee
13/02/2012 di Claudio Mariani
Il risultato di questa “trasposizione” è un grosso caleidoscopio, un luna park al servizio del godimento visivo. Chi ha visto la pellicola in 3D dice anche che una volta tanto tale mezzo è giustificato, facendo provare agli spettatori odierni quello che provarono gli antenati alla proiezione dei fratelli Lumière, che vengono guarda a casa citati nel film stesso. La pellicola è una serie infinita di piacevoli citazioni ed è come un orologio perfettamente coordinato, come quelli che cura il protagonista del film. Le due cose che invece sembrano strane è che come omaggio al cinema delle origini, che lo rende uno dei film più cinefili della storia, è forse troppo “tecnologico”, troppo costruito meticolosamente, troppo “perfetto”, troppo…e basta. L’altra cosa è che, nonostante si sa tutto della leggendaria precisione di Scorsese, questo non sembra un film di Scorsese, ma quasi un film che avrebbe potuto fare un re degli studios e delle grandi produzioni, come Spielberg.
A parziale difesa di queste ultime due critiche, bisogna dire che i pionieri del cinema -e soprattutto lo stesso Méliès- avrebbero usato tutta la tecnologia in essere per fare un film al giorno d’oggi, 3D compreso, e il risultato probabilmente sarebbe stato molto simile a quello di questo film; dall’altra parte, come si può leggere dal bel volume di interviste del regista (con Schickel) uscito da poco per Bompiani “Conversazioni su di me e tutto il resto”, lo stesso Scorsese ribadisce più volte che, giunto a quest’età non vuole ridursi a fare esercizi di stile, ma a farsi ispirare e prendere dalle storie e realizzarle nel miglior modo possibile, e di non voler rimanere ancorato a dei generi.
Analizzando la carriera quarantennale di Marty, in effetti, si nota che il regista ha esplorato diversi generi, soprattutto negli ultimi anni, quindi questo “Hugo” può comodamente aggiungersi alla sua lunga e variegata filmografia. Ma la sensazione finale è che, anche se risulta essere il film più cinefilo della sua carriera, sia nello stesso momento quello meno “d’autore”…