![Il silenzio e lo spirito<small></small>](/foto/musica/recensioni-old/big/rece_586.jpg)
Eugenio Finardi Il silenzio e lo spirito
2003 - Edel
Questo tuffo nella spiritualità, registrato non a caso in presa diretta, parte poi dalla voglia sincera di un ateo, credibile per la sua spontaneità e la sua indiscutibile buona fede, di utilizzare la musica come strumento per provare ad avvicinarsi all’Assoluto.
L’argomento non è ovviamente dei più semplici e l’album diventa un sorta di piccola Bibbia da leggere un po’ alla volta, da ascoltare nel silenzio assoluto, per provare a metabolizzare 13 piccoli gioielli riletti in maniera superba, messi a nudo per aiutare l’ascoltatore a coglierne ogni sfumatura. La voce calda di Finardi emoziona subito, se il suo “Oceano di Silenzio” di Battiato è la chiave di lettura dell’intera opera, la successiva “The Land of Planty”, rappresenta la porta principale attraverso la quale entrarvi.
Leonard Cohen è l’unico artista ad essere ripreso due volte, Finardi rilegge infatti anche “Hallelujah”, senza scimmiottare, almeno lui, la versione di Jeff Buckley. E lo fa splendidamente, con la possenza della sua voce e la stessa anima sincera che la sua musica ha sempre regalato.
Basta ascoltare “Come uno specchio”, unico suo brano qui ripreso (non nuovo come erroneamente scritto da qualcuno, in quanto appariva su “Acustica” del ’93), per ritrovare quel Finardi che come pochi altri ha saputo cantare la profondità, la sofferenza e la gioia dell’amore. E allora diventa inevitabile cercare De Andrè e incontrarlo per questa occasione, in un episodio, “Il ritorno di Giuseppe” tratto da “La Buona Novella” splendido affresco basato sui vangeli apocrifi del più grande (ateo) di tutti.
Da sottolineare anche una “Adeste Fideles”, intatta nella sua sacralità grazie alla voce di Eugenio Finardi e la conclusiva rilettura di “Ave Maria Fadista”, di Amalia Rodrigues, attraverso la quale, oltre all’ennesimo esercizio linguistico del disco, emerge una lieve luce dopo il buio della notte. Quella notte il cui silenzio, da sempre, chiama le nostre domande.
I musicisti che hanno lavorato con il cantautore milanese sono gli amici Francesco Saverio Porciello alla chitarra, Vittorio Cosma al piano e Giancarlo Parisi ai fiati. I tre hanno contribuito all’album anche come autori dei tre strumentali, rispettivamente: “Arenal“, “Una scala per la luna” e “Danza di Eolo”.
Nell’edizione limitata (non difficile da reperire) di questo disco, c’è allegato uno splendido Dvd, con le registrazioni dal vivo dell’album, che aiuta a capire meglio lo spirito, non è un gioco di parole, di questo lavoro.