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Marian Trapassi Bianco
2019 - Adesiva Discografica/Self
Come sottolineato molte altre volte su queste pagine la parola quantità non sempre va a braccetto con qualità e per quanto riguarda Marian questo non sembra rappresentare un problema visto il livello decisamente buono dei suoi album, il suo penultimo Bellavita su tutti.
Da non dimenticare che ha vinto anche il prestigioso Premio Ciampi col suo secondo disco omonimo Marian Trapassi anche se poi non le è servito molto per abbracciare un pubblico più vasto. Il destino dei più bravi.
In un periodo nel quale si parla molto del recente Festival di Sanremo e delle sue sempre discutibili e controverse proposte musicali una voce come quella della Trapassi avrebbe fatto davvero un figurone visto che di vere cantanti se ne sono viste davvero col contagocce in questa edizione.
La proposta musicale della ragazza siciliana è molto raffinata, la perfetta cura degli arrangiamenti dimostra come la nostra cerchi di farsi largo nell’affollato panorama musicale al femminile che in epoca di internet vede un moltiplicarsi d’artiste davvero interessanti che non sempre noi di Mescalina riusciamo a selezionare ed a proporvi con l’attenzione dovuta. Quantomeno ci proviamo.
Il titolo del disco, Bianco, oltre a ricondurre al famoso doppio dei Beatles, una delle tante infatuazioni giovanili di Marian è un parola che ricorre spesso nei testi qui contenuti oltre a essere il colore dominante della copertina, uno scatto ad opera di Ray Tarantino.
I brani Futuro e Solo una parola sono serviti da gustose anteprime all’album vero e proprio che poi ci riserva altre belle sorprese.
Lo stile vocale elegante da cantautrice d’altri tempi è il tratto distintivo anche di questa sua ultima fatica, perfettamente allineata alle precedenti e convincenti prove solistiche.
Prove tangibili di tutto ciò sono pezzi come Blu, colore che rappresenta una sorta di rinascita, che viene pure accompagnato da un video del giovane lucchese Alessandro Cracolici, Dimmi, Siamo come siamo, la leggerezza di tracce come Acqua di mare e la conclusiva L’amore episodio 1 per finire con racconti inevitabilmente personali come le due tracce intimiste a nome Mia madre e Mio padre.
Con lei ci sono il pianista Giaso Cancellieri, il batterista Nik Taccori, il basso di Andrea Viti, la chitarra di Osvaldo Di Dio e la tromba di Raffaele Kohler. Come dice la stessa Marian “nella teoria dei colori il bianco è la somma di tutti i colori e l’intero album è una somma d’emozioni” grazie anche ad una produzione di Paolo Iafelice di livello assoluto.
Al giorno d’oggi nel quale si disquisisce molto di musica italiana in termini non sempre positivi un nome come quello di Marian Trapassi non può certo passare inosservato, avvicinatevi a lei senza timore, non resterete delusi.