Nobraino L`ultimo dei Nobraino
2014 - Warner
Lo scrittore recupera brio e coniuga romanticismo ed ironia “Serve l'amore per scrivere miliardi di poesie piene di rose e di tutte quelle altre smancerie analfabetiche rime senza originalità”. Il circo torna festante con il singolo Bigamionista, un tripudio di fiati da banda di paese (intesa nella sua accezione migliore e più festosa) ed un finale degno di Titti di più. Un’altra ancora è una sorta di Cecilia al contrario. Michè addirittura tira in ballo La ballata del Miché di Fabrizio De Andrè, fornendone una versione dei fatti che si tinge di giallo; Via Zamboni trascina nella frenesia della zona universitaria di Bologna, con le sue melodie sgangherate e la sirena della polizia di sottofondo. Sotto al letto delinea scene da commedia, con un tradimento scoperto tra venature quasi ska.
Luce ricorda molto Una ragazza in due de I Giganti e porta un tocco di poesia in questo disco, con la voce di Lorenzo Kruger che per un attimo abbandona il suo consueto tono beffardo. Il muro di Berlino dipinge delicatamente lo sbriciolarsi di un amore sulle utopie e le contraddizioni che il Muro rappresentava. Endorfine a passo di danza narra la diffusione delle dipendenze, che sia droga o gioco, ovunque, alleggerendo il dramma con il ritmo un po’ alla Pet Shop Boys del ritornello.
Jacques Pérvert a ritmo latino-americano prende in giro non tanto il poeta francese quanto le perversioni e distorsioni della vita sessuale moderna. Rallentare a Pietracuta è un brano di cadenze quasi caposseliane e spaghetti-western. Il semaforo invece celebra e ridicolizza il totem moderno delle nostre ore di punta: il brano inizia con un parlato robotico e prosegue con cori finto – solenni che sottolineano l’assurdità di certe ossessioni odierne.
Bella Polkona giusto alla fine l’episodio più riuscito. Esilarante e velenosa nel prendere di mira campanilismi e vecchie glorie “qui non siamo più al nord, non ci vogliono al nord, nonostante Amarcord” è il miglior ritratto della giocosità romagnola che si potrebbe avere.
Nel complesso L’ultimo dei Nobraino si muove sulla falsariga degli altri lavori del gruppo, nel crinale tra il sorriso e la lacrima. Nulla aggiunge o toglie alla loro produzione e ancora una volta, per una piena valutazione delle potenzialità dei brani, ci si riserva l’ascolto dal vivo, dove alle note si aggiungono la magia delle acrobazie e una verve che su disco non trova completa espressione.