![Nobraino](/foto/musica/live/2011/small/92-nobraino-20130102232845.jpg)
live report
Nobraino Arce (FR), Ristorante COLLE OLIVO @ Muratastreetsound
Concerto del 26/12/2012
L’antefatto è il seguente: il buon Vix è costretto dalle placche alla gola a dare forfait per la data di Arce
( Frosinone)
Il fatto: la band è costretta a reinventarsi la scaletta e gli arrangiamenti facendo a meno della batteria.
Il postfatto: nonostante l’impegno profuso dalla band, il live ne risente eccome!
L’assenza del batterista smorza in parte la vitalità della band, riducendone l’irresistibile carica live e costringendo alla quasi immobilità (almeno paragonata alle sue consuete e divertenti acrobazie) Lorenzo Kruger (è anche vero che il locale non offriva grossi appigli per trasformarsi in Tarzan).
La Signora Guardalmar e Cecilia sono irriconoscibili. Anche Il record del mondo e Tradimentuz sembrano quasi marcette spente. Kruger è in difficoltà,si scusa spesso (a modo suo, of course), i Nobraino nonostante la carismatica personalità del cantante non sono, per fortuna, una one – man band ma una squadra (il passato da cestisti non è un optional), un gioco di ingranaggi in cui ognuno è necessario.
Qualcosa però succede sul finale. Forse uno scatto d’orgoglio, la voglia di far vedere agli spettatori qualcosa che comunque sia bello da ricordare e non venga classificato nella memoria solo come la serata in cui il Vix era assente e ci si è quasi annoiati invece che passare il concerto a cantare a squarciagola e saltare a perdifiato (cosa, quest’ultima, che in effetti non è riuscita nemmeno alla falange più oltranzista di cui vi parlavo all’inizio).
Ecco Film muto, che riesce ad abbracciare i cuori di tutti i presenti. “E continuan le nuvole a giocare col vento disegnando di bianco il fondo piatto del cielo e continuan le nuvole a giocare col vento disegnando di bianco il fondo piatto del cielo”e quasi le nuvole giocano anche con i pensieri dei presenti, portandoli tutti indietro nel tempo.
Il minotauro trasforma tutti in eroi strampalati di questi anni zero, novelli Ed Bloom di Big Fish (2003) che “poteva sorseggiar veleno […] poteva respirare gas” che “sapeva prenderti raccontando le sue storie vere, grandi amori senza oscenità t'infilava un dito tra i pensieri, spettinando gli alberi e le strade”.
La strada è spianata per Bifolco, che non risente dell’ovattamento forzato e conferma la sua vocazione di ballad romantica.
Il gran finale è affidato alla kafkiana I signori della corte, la quale raccoglie tutti al grido di “il destino non deraglia per venirti a cercare” e “Io non sono matto”. Tra Berenice e un mondo circense dalle venature freak si consuma una storia d’amore disperato e si conclude il concerto. Ed ecco che Kruger finalmente può servirsi del locale, uscendo dalla finestra come se fosse Peter Pan.