Calibro 77<small></small>
Italiana • Canzone d`autore • Folk-Rock

Gang Calibro 77

2017 - Rumble Beat Records (Distribuzione Sony Music)

06/02/2017 di Marcello Matranga

#Gang#Italiana#Canzone d`autore

Un disco che riporta alla luce alcune delle canzoni italiane che hanno segnato quel periodo che parte dalla giovinezza, passando per l’adolescenza, planando sulla consapevolezza di essere quasi diventati uomini o donne, non poteva che risultare intrigante. Se poi queste canzoni sono il frutto di un periodo che tanto ha significato personalmente, ma anche nella storia di un paese, beh, allora è chiaro che che siamo di fronte a qualcosa che va oltre la semplice curiosità di chi con la musica ci è cresciuto tanto da renderla uno degli aspetti imprescindibili della propria vita. Che poi gli artefici di questo progetto siano Marino e Sandro Severini, ovvero i Gang, contribuisce a far divenire Calibro 77 qualcosa che va oltre la semplice opera discografica capace di suscitare i sentimenti di cui sopra. Complice la straordinaria riuscita del disco precedente, quel Sangue e Cenere che continua a tornare nel lettore con una frequenza che ne certifica la bellezza. Quel disco, nato sotto la luce benevola di un’operazione di crowdfunding andata oltre le migliori aspettative, trova seguito in questa album che, sentito il risultato finale, si colloca ai vertici della discografia della band marchigiana. Marino e Sandro non hanno voluto riportare a galla canzoni qualunque di un decennio, quello fra il 1970 ed il 1979), ha visto crescere, ma anche distorcere un sogno utopico che, nato nel 1968, negli anni immediatamente successivi si ritroverà a fare i conti con le illusioni di movimenti in cerca “gioia e rivoluzione”, le disillusioni di una sinistra, ma anche un destra, che cercò di uscire da schemi prestabiliti, affrancandosi dai partiti, dalla impostazione borghese della società che già lasciava presagire quella drammatica omologazione e riflusso che caratterizzerà il decennio successivo, passando per la sconfitta di una lotta armata che voleva essere di classe, ma che fu ottusa ed imbecille, colpendo senza senso chiunque potesse assurgere a simbolo nefasto da abbattere. Insomma, il riferimento avrebbe potuto essere “semplicemente” quello degli anni di piombo. 

Ma i Gang avevano un’idea molto chiara “Con Calibro 77 la cosa che più mi interessa è dimostrare o meglio ricordare come in un momento particolare e storico del nostro Cammino, della Nostra identità, le canzoni abbiano svolto un compito importante dal punto di vista culturale.” Così ha dichiarato Marino per presentare l’idea del disco. Quindi canzoni che segnano un percorso ben preciso, rivisitandolo però con quella che è diventato l’ambito sonoro nel quale si muovono i Gang adesso, che è distante anni luce da quel Punk che proprio in quegli anni esplodeva rovesciando il tavolo di un Rock che viveva di certezze che la furia iconoclasta di un movimento ribelle e refrattario ad ogni convenzione, scosse fino alle fondamenta. Definito il periodo, il contesto e l’ambito nel quale muoversi, i Gang hanno identificato le canzoni che racchiudessero gli aspetti citati. Affidatisi nuovamente alla produzione di Jono Manson, ed affiancati da uno gruppo di musicisti di assoluto livello come Michael Jude, John Michel (Hall And Oates / Brothers Keeper), Craig Dreyer, Clark Gayton (E Street Band), John Popper (Blues Traveler), Jason Crosby, Jeff Kievit, Wally Ingram, Rob Eaton Jr, Ben Wright, Jeremy Bleich, John Egenes, Robby Rothschild, Char Rothschild, Jay Boy Adams, Scott Rednor, Jerry Weimer, e Stefano Barotti ai cori, Marino e Sandro rivedono, filtrandole attraverso la loro sensibilità musicale, canzoni indelebili nella memoria, partendo dal Finardi di Sulla Strada che viene riletta in maniera sostanzialmente fedele all’ originale, ma sono le chitarre a fare la differenza, assolvendo anche alla partitura che era assegnata al sax di Claudio Pascoli.

Io Ti Racconto apriva Un Uomo In Crisi (Canzoni Di Morte, Canzoni Di Vita) di Claudio Lolli, anno di grazia 1973. La versione dei Gang è bellissima. Leggermente rallentata, la musica poggia su una base di tastiere e chitarre con il mandolino di John Egenes a fare da contrappunto. Marino canta con amore una canzone che è un colpo al cuore. Di Francesco De Gregori e dal suo terzo album omonimo, sì quello con la pecoradisegnata da Gordon Faggetter, arriva Cercando Un Altro Egitto. La versione rivisitata dai Gang è un’esplosione di suoni e di colori. Tromba, sax tenore, flauto e le fantastiche percussioni di Wally Ingram, dipingono un’acquarello che rende al meglio un testo che, lo ricordiamo, è sostanzialmente un racconto in bilico tra sogno e realtà sulla violenza quotidiana. Dove c’è Ricky Gianco c’è, spesso, il Rock’n’Roll. Ed è quanto i Gang rispettano nella versione di Questa Casa Non La Mollerò, che è la versione italiana di Six Days On The Road dei Flying Burrito Brothers. Anni fa la riprese anche Steve Earle. Canzone Del Maggio arriva dal songbook di Fabrizio De Andrè (Storia Di Un Impiegato). Qui le differenze con l’originale sono evidenti. Niente armonica come nell’originale, ma un pezzo che veleggia su stilemi Soul, con l’hammond di Crosby che gioca col sax di Dreyen creando un tappeto sul quale si adagia questa splendida versione. Quando sono arrivato a Sebastiano di Ivan Della Mea ho fatto decisamente fatica a ricollegarla all’originale. Qui il pezzo viene rivoltato e rivestito da un tappeto sonoro dove l’armonica di John Popper assume una valenza notevole. Basta sentire il solo centrale per comprendere il senso di quanto affermato. Stessa cosa per Uguaglianza di Paolo Pietrangeli. La versione originale prende la strada polverose di un Folk scarno dove il testo mantiene intatta la sua centralità. Splendido il bouzouki di Robby Rothschild il cui solo nella parte finale della canzone è un vero gioiellino.

Venderò di Edoardo Bennato è una delle canzoni che più ho amato in gioventù. La Torre Di Babele è stato un disco pieno di significati e scoperte al tempo. Qui l’andamento Country dettato dal violino di Crosby, che si sposa con il mandolino ed il dobro di Egenes a dare le coordinate di una versione veramente bella e toccante. Splendido il pianoforte sempre nelle mani sapienti di Crosby. Un Altro Giorno E’ Andato di Francesco Guccini è uno dei capolavori del disco. Versione rallentata, musicalmente scarna all’inizio, esplode con la band che entra al completo trascinata dalle chitarre elettriche di Sandro e Jono, mentre il pianoforte guida la base del pezzo. Una ballata magnifica ricca di pathos, capace di provocare la pelle d’oca. Ad allentare la tensione, ma non l’emozione, arriva Gianfranco Manfredi con Ma Non E’ Una Malattia. Il pezzo mantiene l’andamento scanzonato delle versione originaria, ma la partitura musicale cucitagli addosso dai Gang ci proietta direttamente dalle parti della Louisiana, dando la sensazione di essere all’interno di uno dei vari locali di New Orleans. La chiusura di quest’opera è affidata alla versione de I Reduci di Giorgio Gaber. Il pezzo è uno offre uno spaccato indelebile della fine dell’illusione acuita dal canto struggente di Marino “E tutto che sembrava pronto per fare la rivoluzione ... ma era una tua immagine o soltanto una bella intenzione”. Ballata memorabile con il pianoforte di Crosby semplicemente magnifico, su cui ruota tutta la struttura del pezzo. Un capolavoro assoluto che rende difficile, fors'anche superflua ogni ulteriore parola. 

Un disco fondamentale, meraviglioso, irrinunciabile che nella sua costruzione sostanzialmente americana per costruzione musicale, rende indelebile il valore di pezzi …. che non erano solo canzonette.

 



Track List

  • Sulla Strada (Eugenio Finardi - Sugo, 1976)
  • Io Ti Racconto (Claudio Lolli - Un Uomo In Crisi. Canzoni Di Morte, Canzoni Di Vita, 1973)
  • Cercando Un Altro Egitto (Francesco De Gregori, 1974)
  • Questa Casa Non La Mollerò (Ricky Gianco - Facciata B del 45 Giri Liberiamo/Questa Casa non La Mollerò, 1978)
  • Canzone Del Maggio (Fabrizio De Andrè - Storia Di Un Impiegato, 1973)
  • Sebastiano (Ivan Della Mea - Sudadio Giudabestia, 1980)
  • Uguaglianza (Paolo Pietrangeli - Mio Caro Padrone, Domani Ti Sparo, 1970)
  • Venderò (Edoardo Bennato - La Torre Di Babele, 1976)
  • Un`Altro Giorno E` Andato (Francesco Guccini - L`Isola Non Trovata, 1970)
  • Ma Non E` Una Malattia (Gianfranco Manfredi - Biberon, 1977)
  • I Reduci (Giorgio Gaber - Libertà Obbligatoria, 1976)

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