Stefano Meli Ghostrain
2015 - SELTZ RECORDZ / Audioglobe
In Gaza e Gaza2, la chitarra di Meli si fa evocativa della lacerazione fra opposte fazioni, in un dolore comune; in Winter, il fingerpicking si fa più intenso e sofferto, e i suoni sembrano riecheggiare in una campagna solitaria e fredda; nella traccia omonima dell'album, l'intenzione si fa più dichiarata: sul treno fantasma saliamo un po' tutti, reduci delle battaglie degli ultimi anni, rancorosi rassegnati, lottatori mai domi, sognatori che amano camminare in silenzio nelle campagne umide di pioggia, e insieme trovano nella musica una ragione per esistere, e resistere.
Le cifre per vivere in questa direzione sono fornite da altre due tracce, Silence e Isolation. Il suono della chitarra si fa qui essenziale, sognante, suggerendo che solo nella solitudine e nel silenzio, appunto, sarà possibile trovare la forza per riprendere il cammino. Le dita di Meli disegnano linee energiche sulla tastiera della chitarra, e ci regalano la carica giusta e necessaria ad affrontare la morte della democrazia e della vita sociale, prefigurata nel brano di apertura, Deadmocracy. Non a caso, infatti, Meli si è reso, qualche mese fa, protagonista di un omaggio toccante al giornalista ragusano Giovanni Spampinato, corrispondente del giornale "L'Ora" di Palermo, assassinato nel 1972 in circostanze mai del tutto chiarite, che fanno capo a poteri collusi con la mafia e con la Grecia dei Colonnelli. Un impegno sociale che Meli traduce in suoni acri, forti eppure suggestivi, per chiederci di fare la nostra parte, nei modi e nelle misure più consone a ciascuno.