Stefano Meli

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Stefano Meli Il video di Apache in esclusiva

05/05/2022 di Ambrosia J. S. Imbornone

#Stefano Meli#Italiana#Folk

Vi presentiamo il video del singolo, tratto dal nuovo lavoro del cantautore, registrato in un solo giorno in un casolare di campagna. Un brano dai suoni essenziali, blues, fascinosi, accompagnato da un video che alterna riprese in bianco e nero e animazione, per mostrare orizzonti sconfinati, una natura selvaggia e soprattutto la storia di un cane, che riconquista la liberta'.
Esce oggi, 6 maggio 2022, il nuovo album di Stefano Meli, intitolato Apache (Viceversa Records – Audioglobe/The Orchard) e registrato in un solo giorno, una domenica di aprile, in campagna, con pochi strumenti (chitarra elettrica e banjo, amplificatore e un paio di delay analogici), per un concept album che è una dichiarazione di intenti. La scelta di quei suoni è infatti programmatica ed è correlata anche alla decisione di narrare una forma di resistenza e libertà, che sia quella dei nativi d’America, o di un gruppo di cani liberi che si muove da solo, senza padroni o comodità. La casa diventa allora la strada, un cielo, un prato, un orizzonte. Suggerisce le stesse idee tra immagini e suoni il video che vi presentiamo, quello del singolo Lakota; ecco come sono illustrati il brano e il videoclip:

Lakota è una storia vera. Lakota è il nome di un cane. Arbitrariamente internato, il video narra la storia della sua fuga. L’allontanarsi dalle galere che l’uomo si costruisce è il leitmotiv del video. Gli scenari a tinte forzate e spinte sottolineano l’esasperazione di una fuga solitaria e fiera. La libertà è una conquista faticosa e personale, non ammette scorciatoie. Ma può calcare le piste elettrificate di un suono, sporco come il mondo degli uomini, silenzioso e distorto come l’ombra che se ne allontana. Fino a diventare complici e compagni lungo sentieri che portano altrove, verso un luogo in cui le catene che la società impone si allentano e perdono presa.

Il nome del cane, Lakota, è anche quello di uno dei gruppi tribali di nativi americani, che rientra nella grande famiglia sioux, un popolo combattivo che ha spesso cercato di difendere le terre che appartenevano ai propri antenati. Allo stesso modo il cane difende la sua libertà, allontanandosi per seguire il suo cammino.

Il pezzo di Stefano Meli ha un suono essenziale, ruvido, polveroso, che sa di viaggi on the road, di terra e radici; si tratta di un brano intenso che ipnotizza e cattura tra le corde della chitarra elettrica, tra arpeggi e rallentamenti del ritmo.

Nel video, alle riprese di Meli in bianco e nero, che focalizzano l'attenzione sul suono ammaliante e senza tempo della sua chitarra, si sovrappongono e alternano le immagini di animazione del cane, che macina km e ci porta con sé. Ancora, si disegnano alberi e di uccelli che volano nel cielo, tratti di una natura selvaggia e sconfinata, che si moltiplica sotto i passi, oppure si vedono misteriose sagome con i loro bagagli sul capo. Infine, ecco alcuni cani perdersi nel video di un immenso prato, in cui li ammiriamo liberi e lontani.

Meli presenta così il nuovo lavoro:

“Esiste un luogo che possiamo chiamare casa, quello dal quale proveniamo, da cui ci allontaniamo per perlustrare altri luoghi, al quale sempre torniamo alla fine di un viaggio. Probabilmente per ciascuno quel luogo esiste non in una, ma in più dimensioni che si intersecano, producendo significati propri, originali, originari.

A casa e ritorno (titolo preso in prestito da una raccolta di nove racconti di Chris Offutt pubblicata da Minimum Fax), il brano che chiude Apache, il mio nuovo lavoro, potrebbe essere un buon punto di partenza per seguire una delle linee narrative di questo disco sotto molti aspetti radicale. C’è un ritorno alle radici del blues, come atteggiamento, e c’è una radicalità delle intenzioni nell’esecuzione.

Il minimo indispensabile: chitarra elettrica, amplificatore, un banjo e un paio di delay analogici riverberati naturalmente dalla pietra ruvida di un’antica casa di campagna costituiscono l’ossatura di una rigorosa presa diretta durante una sola giornata, una domenica di aprile. Tre microfoni, uno per l’ampli e due per l’anima della pietra.

E poi, in continuità con il disco precedente, Stray Dogs, c’è un posizionamento radicale che percorre la sequenza dei nove brani, legati l’uno all’altro da un unico concept, una storia vissuta. Un propendere senza tentennamenti possibili da una parte, che è quella della libertà di muoversi e di restare, di migrare e di resistere, di appartenere e di fluire, di combattere o fuggire. C’è, nella ricerca di quel suono sporco, polveroso, una limpida dichiarazione di vicinanza ai nomadi della terra, siano essi popoli nativi d’America, o una famiglia di cani liberi che di quei popoli hanno preso il nome come riconoscimento della loro indomita istanza di libertà, della estrema resistenza a ogni forma di domesticazione. Per loro, come per i nativi americani, casa è un territorio aperto, i cui riferimenti non sono muri o recinti, ma sentieri, piste, strade.

Quella a cui fare ritorno è una casa mobile, impermanente, transitoria, ma pur sempre casa. E' lì che Apache e i suoi trasformano il difetto in virtù.”

Crediti del disco

Musica: Stefano Meli.
Stefano Meli: chitarra elettrica, banjo.
Registrato mixato in presa diretta da Massimo Martines allo “Stone Licy Ranch”
Finalizzato: Michele Musarra at Phantasma Recording Studio di Catania
Artwork: Gaetano Mangano

Crediti del video di Lakota
Animazioni e grafica: Gaetano Mangano
Video: Marcello Bocchieri
Edizioni: Viceversa Records

 


 

Biografia

Stefano Meli, chitarrista di frontiera siciliano, classe 1973, ha pubblicato otto album da solista. Lasua musica è un’altrove. Poca la matematica, molto il sentire e l’improvvisazione. La chitarra
elettrica e un paio di delay analogici per creare un mondo lontano ma che ci riguarda, paradossalmente, molto da vicino. La sua, una strada lunga, pietrosa, anarchica.

Ha suonato dal vivo in concerto per la storica trasmissione Stereonotte negli studi di Radio1 Rai a Roma e i suoi dischi sono in palinsesto da London One Radio a Londra a 3CR Community Radio a Melbourne, Australia.

Oltre i dischi da solista ha pubblicato due album con La Casbah, tre album con Caruana Mundi, un album con Kolarov, ha suonato nei dischi di Saint Huck, Defolk, Entrofobesse.

Molte le collaborazioni con scrittori, poeti, attori, videomaker, illustratori: Marco Steiner, Giuseppe Schembari (SuoniControVersi), Adriano Padua, Rita Fuoco Salonia, Vincenzo Cascone, Guglielmo Manenti.

Sta bene in silenzio con i cani e la birra e non gli piace molto parlare.

Contatti

Ufficio stampa Kerosene Promo Gang: Salvo Ladduca ed Enzo Velotto

Management Viceversa Records – Enzo Velotto e Benedetta Bellotti

viceversarecs@gmail.com