
Daniele Maggioli I piedi nella sabbia
2023 - TSCK Records
Maggioli racconta, a quanti non vivono nel divertimentificio romagnolo, com'è la prospettiva di chi l'assorbe ogni giorno, di chi, come canta, "Con i piedi nella sabbia ho imparato a camminare", col mare come limite, confine, sfida, e con il ritmo elastico di una popolazione, che si allarga a dismisura durante la stagione estiva, con le "brigate aliene sul lungomare, dove i ragazzi profumano di crack" (L'invasione di Piazza Kennedy), per poi ridursi, raccogliersi, in un "autunno caduto" (L'impero dei sogni). La visionarietà della scrittura di Maggioli costituisce un efficace antidoto alla lucida consapevolezza di un mondo, e di una società, tesi all'edonismo, che Rimini fa risaltare, con tutte le sue contraddizioni. Un esempio efficace è la precisa geolocalizzazione di Chiosco Barracuda, con i suoi personaggi tutt'altro che surreali, eppure ritratti con un taglio straniante, a volte disturbante, sotto il ritmo solo apparentemente allegro.
Ascoltando la mezz'ora di canzoni, non può non venire in mente la presenza di un grandissimo scrittore di Rimini e delle miserie della sua provincia, Pier Vittorio Tondelli, che, in Rimini, scrive “E quella strada che per chilometri e chilometri lambiva l’Adriatico offrendo festa, felicità e divertimento, […] quella stessa scia di piacere segnava il confine tra la vita e il sogno di essa, la frontiera tra l’illusione luccicante del divertimento e il peso opaco della realtà… tutto questo mi piacque e mi eccitò; forse anche mi confuse…”. Maggioli raccoglie l'importante eredità tondelliana, e la fa diventare forma canzone, meditativa, profonda, anche quando la musica sembra leggera e superficiale - come ne Il mio nome è niente (il lavavetri) -, svincolandosi, nell'imminenza dei suoi cinquant'anni, dal cliché del cantautore minimalista (anche se l'eco di Dente è qua e là percepibile), e conducendo l'ascoltatore in un percorso sfaccettato, in cui l'io narrante assume diverse fattezze, per raccontarci cosa significhi avere i piedi nella sabbia, e non chiusi dentro scarpe di marca, che si muovono sulla pista di una delle tante discoteche.
Ascoltarlo d'estate, al mare, aiuta a capirne meglio il senso.