Daniele Maggioli

interviste

Daniele Maggioli La riviera che non c’è

08/08/2008 di Christian Verzeletti

#Daniele Maggioli#Italiana#Canzone d`autore

      
  La riviera che non c'è
      Intervista DANIELE MAGGIOLI

"Pro loco" di Daniele Maggioli è un disco a favore di un luogo, dedicato ad un luogo: a quella Rimini, capitale della Riviera Adriatica, che d'estate si tramuta nella "Las Vegas d'Italia". Visto che siamo in pieno agosto e vista soprattutto la qualità dell'album, ne abbiamo parlato direttamente con l'autore.


Mescalina: Ciao Daniele, sei a Rimini? Spero non in spiaggia: in questo periodo comincerà ad essere a dir poco affollata …
Daniele Maggioli: Ah! In effetti sì, anche se stranamente ci sono alcune zone della spiaggia poco frequentate anche in agosto… Ogni tanto ci faccio una capatina…

Mescalina: Come hai maturato questo disco? Potremmo definirlo un concept album su Rimini, no?
Daniele Maggioli: Sì, in effetti sì. Anche se non è stato scritto come un concept. I brani, dalla forte ambientazione locale, sono stati scritti senza un progetto che li unisse. Soltanto in un secondo momento mi sono reso conto che c'era un filo conduttore fortissimo. Così ho deciso di metterli insieme per restituire un'immagine della mia città che raramente si confessa al mondo esterno.

Mescalina: Tu in quanto riminese come ti senti? D'estate è un po' come subire le invasioni barbariche?
Daniele Maggioli: Sì, in un certo senso, ma poi d'inverno è come stare nel deserto dei Gobi, quindi non saprei cos'è meglio. Ho smesso di provare diffidenza verso i turisti, e sono abbastanza grande per capire che l'economia di tutta la città si regge su questo. Ma sì, a luglio ti viene da dire: "cosa ci fanno questi ragazzacci ubriachi e queste cinquantenni in perizoma nel mio salotto?". Tu eri lì, su quelle spiagge, da solo, pochi mesi prima. A quel punto, o ti ubriachi anche tu, oppure fuggi a bere un bicchiere di vino nell'entroterra…

Mescalina: Dal punto di vista che metti nelle canzoni sembra che tu ti senta derubato dei luoghi che ami … da parte del popolo dei vacanzieri e da quello della notte …
Daniele Maggioli: No, direi di no. Anche perché Rimini ha dei lati nascosti che il vacanziere non può assolutamente rubarti. La mia, in fondo, è una critica al divertimentificio di massa, all'alienazione da spiaggia. Sono scosso da questa "pecorizzazione" del turismo, e da un rimbecillimento sociale dilagante. "Vai al mare, non badare alle bucce di banana che galleggiano in acqua, bevi un drink, seduci una donna, fatti una riga di coca, mangia un gelato e torna a casa!". E poi? Rimini è solo lo specchio di un vuoto ben più ampio.

Mescalina: C'è invece una Rimini che sembri amare con profondo rispetto, quella più antica - si può dire così? - dei vecchi, delle osterie, quella più vicina alla Romagna popolare …

Daniele Maggioli: È vero. E penso che il racconto che è incluso nel mio cd, "Ercolino o il mare d'autunno", sia proprio un emblema di questo rispetto, di questa tenerezza. Amo una Rimini interiore, assoluta e verace, che probabilmente resiste solo in qualche pescatore ammutolito dalle masse o in qualche oste alcolizzato dei borghi dell'entroterra. In questa radice profonda scopro da dove vengo, mi do un senso. E poi c'è un piano culturale. Adoro quel lato popolare, folk, in senso ampio. Da questa prospettiva riesco a trovare una connessione tra il liscio antico degli stornelli, il fado, la tarantella, il sirtaki greco e il blues. La mia ricerca inizia da qui, da quel mondo in cui tutto è in contatto.

Mescalina: La formula che hai scelto per cantare i tuoi luoghi - la canzone d'autore un po' jazz ed un po' folk - è voluta proprio per rendere meglio questo valore antico?
Daniele Maggioli: Giusta osservazione… Volevo fare un disco "alla vecchia". Non ho cercato l'innovazione ideologica, ma la semplicità e la tradizione. Io mi sento uno dei milioni di anelli della catena. Sono un cantastorie che viene dopo migliaia di altri cantastorie. Faccio un lavoro molto antico. La cultura si basa sulla consapevolezza del passato, secondo me. Bisogna sapere da dove si viene per capire dove si può andare, e bisogna saper imparare da chi viene prima di noi. Qui in Occidente, soprattutto in Europa, se non fai qualcosa di "nuovo", non sei nessuno. Ma cos'è il nuovo? Voglio dire, pensa alla tradizione blues o jazz, o a tutte le tradizioni popolari. Non sono forse sempre le stesse canzoni che girano, le stesse arie, gli stessi giri armonici? Perché non preferire l'"intenso" al "nuovo"? Ecco, vorrei stare nella musica con un piede nel passato e uno che sperimenta e che ricerca. In questo senso, ho voluto omaggiare il passato, sia quello psichico riminese che quello musicale, non rinunciando alla descrizione della becera contemporaneità. Il mio intento era quello di creare un'onestà sonora dal sapore forte. Non so se ce l'ho fatta, ma l'idea era quella …

Mescalina: Tu come ti sei formato come musicista?
Daniele Maggioli: Autodidatta. Il mio ottimo chitarrista, nonché arrangiatore di molti brani, Claudio Olivieri, di tanto in tanto mi dà preziose lezioni di chitarra. Ho fatto i primi accordi intorno ai quindici anni, come tutti, imparando a suonare tutti i dischi dei Guns and Roses, poi da lì ho sempre tenuto una chitarra di fianco al letto, anche quando non mi pensavo assolutamente come musicista.

Mescalina: Diciamo che non sei ovviamente l'unico cantautore che fa della sua terra l'argomento della propria musica, però sei uno di quelli che ha focalizzato di più … ci dici qualcosa delle tue influenze e/o passioni musicali?
Daniele Maggioli: Scrivendo i brani pensavo molto di più al magnifico De Andrè di "Creuza de Mà", che non a quello di "Rimini". E poi ho ascoltato tanto jazz classico, da Billie Holiday a Ben Webster. Tom Waits è un modello innegabile, e con lui Bob Dylan e il supremo Piero Ciampi. Vedi, la caratterizzazione locale mi è sembrata indispensabile per ottenere un linguaggio più autentico, per avere un vero punto di vista sulle cose. In realtà, Rimini dovrebbe essere solo lo specchio in cui si riflette il mondo che mi circonda, ma ho dovuto ambientare le mie storie qui, perché questo è il paesaggio che ho sotto gli occhi. Ogni storia ha bisogno di un'ambientazione, di una location … Forse però i precedenti più forti erano letterari, ad esempio Beppe Fenoglio o William Faulkner: entrambi non hanno fatto altro che scrivere dello stesso posto per tutta la vita.

Mescalina: So che lavori per il teatro e che, se non ricordo male, hai collaborato tra gli altri con Antonio Ramberti, di cui avevamo apprezzato il disco d'esordio … non molto distante dal tuo come idea …
Daniele Maggioli: Antonio Ramberti è uno dei miei più cari amici, un fratello maggiore e minore al tempo stesso. Ancora adesso collaboriamo nel progetto "Duo Bucolico - cantautorato illogico", con cui giriamo moltissimo in tutta Italia, soprattutto nei festival di strada e nelle sagre. Siamo una coppia indivisibile. Ci influenziamo molto, alcune canzoni le scriviamo insieme. Io da lui ho preso il gusto dei personaggi sbilenchi, lui da me forse ha preso la ricerca di parole inusuali, tecniche, da mettere nelle canzoni. Forse ci siamo da subito uniti anche perché sentivamo il bisogno di cantare la nostra terra con lo stesso sguardo ubriaco, in effetti… A proposito: sta per uscire il suo nuovo disco. L'ho ascoltato in anteprima, è una vera chicca…
Lavoro anche con la Compagnia dei Ciarlatani: è una delle compagnie di teatro di strada più grosse d'Italia, e sono onorato di collaborare. Con loro sto facendo una bellissima esperienza di teatro popolare.

Mescalina: C'è anche parecchia musica popolare nel disco, con qualche sentore di Nino Rota …
Daniele Maggioli: C'è un gusto molto italiano per la melodia. Volevamo che le melodie fossero disegnate, chiare, e questo è tipico della musica popolare, e credo sia anche uno degli elementi distintivi della musica di Nino Rota. Me ne accorgo suonando le canzoni in Svizzera, o in Germania: ti guardano come se tu avessi la fortuna di avere una bellissima lingua e una grande sensibilità melodica … e' una cosa innata che ci portiamo dentro. Ci piaceva anche unire il mondo nord-americano (jazz, blues, folk) a quello popolare italiano, ecco perché nelle canzoni coesistono Fender Rhodes e fisarmonica, banjo e mandolino …

Mescalina: Ed alcune divagazioni da orchestrina più "sperimentale" …
Daniele Maggioli: Questa tua espressione ci ha fatto impazzire di gioia, davvero. Ci rappresenta totalmente. "Orchestrina sperimentale" potrebbe essere il titolo del prossimo disco, se tu non vorrai troppe royalties … Sempre per il discorso di prima: cerchiamo di guardare con un occhio in avanti e con l'altro indietro. Ecco, potremmo definirla: "musica strabica" …

Mescalina: Al disco partecipano tutti musicisti di Rimini e dintorni?
Daniele Maggioli: Sì, è il gruppo di musicisti che mi segue da alcuni anni e con il quale abbiamo fatto esperienze assurde, passando dall'inferno al cielo in un attimo, dai concertini in strada sotto la pioggia ai teatri, e viceversa. Prima ancora che musicisti sono amici che mi sostengono e che rispettano le mie canzoni. Sono onoratissimo di averli avuti nel disco, spero abbia fatto piacere anche a loro … L'idea era quella di far vedere che esiste una valida scena riminese.

Mescalina: Anche in questo caso rappresentate un altro volto di Rimini … un ruolo importante poi lo svolgono le foto di Chico De Luigi, davvero di qualità … come vi siete incontrati?
Daniele Maggioli: Chico, quel geniaccio! "Bagni di sale!!!!" è il nostro folle motto. Ci hanno presentato i ragazzi di Interno4 Records, la mia etichetta. Abbiamo lavorato molto serenamente, lui mi ha mostrato queste foto incredibili, che rispecchiavano perfettamente lo spirito delle canzoni senza sottolinearle didascalicamente. Abbiamo lavorato insieme in modo molto fluido. Chico è stato davvero indispensabile per completare il progetto "Pro Loco" e per nobilitarlo.

Mescalina: Anche qui il bianco e nero per rendere meglio l'effetto di un "piccolo mondo antico"?

Daniele Maggioli: Non so, dovresti chiederlo a lui. Lavora egregiamente sia a colori che in bianco e nero. Però, a pensarci bene, il bianco e nero era coerente con la secchezza del progetto, con la "de-poppizzazione" della Riviera. Insomma, non siamo abituati a vedere tette da spiaggia nel bianco e nero sgranato. È un effetto straniante che riporta anche i soggetti divertenti alla malinconia … Ma questa è solo la mia interpretazione …

Mescalina: Che condivido: le sue foto si sposano perfettamente con le tue canzoni - hanno lo stesso sguardo pungente - e danno un valore aggiunto anche alla confezione … ma chi ha finanziato il progetto?
Daniele Maggioli: Il disco è stato per gran parte prodotto da me, invece la stampa e il progetto grafico-editoriale e commerciale sono finanziati da Interno4Records, la coraggiosa etichetta neonata, che sta facendo prodotti di ottima qualità, da Giuseppe Righini all'imminente uscita di Dany Greggio, due colleghi cantautori di altissimo livello, anch'essi della stessa scena rivierasca … Ho ricevuto un contributo anche dal MEI di Faenza, perché avevo vinto il loro premio nel 2006, e anche un contributo dal Comune di Rimini, fortunatamente …

Mescalina: E il tuo racconto? È un ulteriore corredo nato per l'occasione o ti dedichi anche alla narrativa?
Daniele Maggioli: Ho sempre scritto, sia canzoni che racconti e poesie. Nei miei sogni, mi sono sempre visto come un vecchio romanziere, con la pipa, la barba bianca e una libreria alle spalle. Per ora invece ha preso il sopravvento la musica, ma sono entrambi lati che ho sempre coltivato. Quello della narrativa è molto più intimo e nascosto. Il racconto era già stato scritto parallelamente a molte canzoni del disco. Era proprio una fase in cui mi stavo interrogando su luogo da cui venivo, in cui stavo cercando le mie radici, e questo si riverberava nella scrittura … Vederlo pubblicato mi ha fatto commuovere. Fino a pochi mesi fa cercavo un'etichetta discografica e una casa editrice, in un sol colpo ho trovato entrambe. Sono stato fortunato.

Mescalina: Mi sembra di capire che Rimini e il suo mare siano consigliati più che altro d'inverno: "Più è vuoto più è sensato il lungomare" …
Daniele Maggioli: Dal punto di vista della verità, sì. Io credo che in certi momenti invernali il mare Adriatico sia più autentico, nel senso che si hanno la concentrazione, la calma e la malinconia per interiorizzarlo meglio. Ma, intendiamoci, anche le spiagge estive sono fottutamente reali … Solo, tutto è caos, finzione, teatro. Sono due facce contrapposte, in continuo conflitto. Rimini è una città bipolare, non ci si può fare nulla, è la sua natura, il suo segreto e la sua dannazione …

Mescalina: Nel resto dell'anno la riviera adriatica è un po' il trionfo della banalità e del consumismo italiano?
Daniele Maggioli: Sì, qui volevo che ci portasse il disco! C'è gente che arriva a Rimini e non sa che c'è un centro storico a monte della ferrovia, dove ci sono monumenti vecchi duemila anni. Questo è un lato che non possiamo non cantare.
È la massificazione che mi fa paura: cercare il bagnino dove c'è più gente, andare nel bar più affollato, andare a fare una gita a San Marino tutti nello stesso giorno e poi lamentarsi del traffico … C'è una sorta di rifiuto dell'omologazione in me, anche se poi ci cado anch'io, intendiamoci …

Mescalina: Non a caso menzioni Brecht e De Sica, due che in modi diversi criticano e usano il sarcasmo …

Daniele Maggioli: Brecht è un esempio di impegno e di ironia, di circo e di letteratura. Ma te lo immagini al bagno 26 sotto un ombrellone? De Sica invece compare come regista simbolo del neorealismo. Il bello dell'Italia è che alcune volte prendi una curva in automobile e la luce cade morbida tra gli alberi, c'è una trattoria poco più in là, e tutto è come in un bellissimo film vecchio, che so "Ladri di biciclette", "Il sorpasso" o "La strada" … È un archetipo estetico che mi sconvolge e che sopravvive … L'altro giorno ho tagliato l'Italia da Orbetello al Conero, attraversando Toscana, Umbria, Lazio e Marche… uno dei road movie più belli che abbia mai visto … C'è molto cinema e molta letteratura nelle mie canzoni, devo ammettere …L'elemento critico credo sia il presupposto di ogni azione artistica, che sia una critica rivolta al mondo o a se stessi…

Mescalina: Che effetto ha o ha avuto il tuo disco sulla gente di Rimini, sui cosiddetti "indigeni"?
Daniele Maggioli: Mi sembra sia piaciuto. Molti amici sentono che in quelle canzoni c'è quella città che non è da cartolina, la città dove realmente hanno ricordi e rimpianti. Alcuni addirittura si commuovono. Ci si ritrovano. Io avevo un territorio vergine da esplorare in musica, potevo parlare della balera al mare come del sobborgo decadente. Erano materie informi tutte da plasmare. I riminesi si vedono nello specchio del disco, credo …

Mescalina: Hai in programma un tour? Date fuori dalla tua zona?
Daniele Maggioli: Ma sono sempre in giro a suonare, sia nel circondario che in Italia. Parteciperemo allo "Sciamano e lo Showman", festival organizzato dal Club Tenco in Val Canonica. A fine agosto andremo a suonare a Stoccarda, nel Lazio e forse a fine settembre addirittura a Shangai. Non ho un tour organizzato e razionale, sono continuamente qua e là. Sul mio myspace aggiorno sempre le date: dateci un'occhiata, se vi va…