Savoy<small></small>
Jazz Blues Black • Blues

Taj Mahal Savoy

2023 - STONY PLAIN RECORDS

10/05/2023 di Aldo Pedron

#Taj Mahal#Jazz Blues Black#Blues

Taj Mahal è una delle figure più importanti del blues della seconda metà del XX secolo, ma limitare la sua carriera a un unico genere musicale sarebbe abbastanza riduttivo, tenendo in conto che Henry St. Clair Fredericks, nato a New York nel 1942, figlio di un pianista jazz di origini caraibiche e di una cantante/insegnante di gospel, laureatosi in veterinaria, da sempre ha suonato, interpretato e proposto diversi stili, miscelando e incorporando con successo elementi della tradizione africana, folk, calypso, musica hawaiiana, reggae, blues, country-blues, gospel, soul, rhythm & blues, jazz, swing, rock, canzoni per bambini. La sua maniera di intendere il blues del tutto personale è una musica aperta a tutte le influenze possibili, riuscendo in questo modo a creare qualcosa di proprio e unico con quella sua voce cavernosa e una duttilità fuori dal comune.

Ha iniziato come folk-singer nella east-coast e facendosi le ossa suonando nei club di Boston. In seguito è nel gruppo Rising Sons nel 1965 a Los Angeles con Ry Cooder, per poi passare alla world music. Vincitore di 4 Grammy Awards e con 15 Nominations, è un vero monumento della Musica Nera.  

Nel 1968 Taj pubblica il suo primo disco solista con la Columbia Records semplicemente intitolato Taj Mahal, un album che sarà il primo di una interminabile e lunga serie (oltre 50 dischi da solista e un centinaio di collaborazioni). Polistrumentista, suona una varietà di strumenti tra cui chitarra, dobro, banjo, armonica, piano, ukelele.

Savoy è un nuovo progetto da lungo tempo da anni nella mente di Taj Mahal e dell’amico John Simon, produttore (staff producer per la Columbia) musicista di e per numerosi artisti quali The Band, Electric Flag, Blood Sweat And Tears, Leonard Cohen, Simon & Garfunkel, Charles Lloyd, Janis Joplin & The Big Brother And The Holding Company, Gordon Lightfoot nonché musicista nella band di Taj Mahal stesso negli anni ’70.

Ma è un disco di un filosofo, sociologo e professore canadese Marshall McLuhan, disco prodotto da John Simon per la Columbia nel 1967 e intitolato The Medium Is The Massage: with Marshall McLuhan che stupisce Taj Mahal e che fa apprezzare e scoprire il produttore John Simon allo stesso Taj Mahal.

Un disco, Savoy, approdato alla sua realizzazione in studio a Oakland in California soltanto lo scorso agosto del 2022 e pubblicato il 28 aprile del 2023. Un omaggio all’era dello swing e delle big band.

Racconta Taj Mahal stesso: "i miei genitori si sono per davvero incontrati alla Savoy Ballroom nel 1938 e quando una giovane Ella Fitzgerald era la cantante solista nella Chick Webb Band e che appariva regolarmente nei famosi nightclub di Harlem. Conoscevano Ella Fitzgerald e la incontravano e la sentivano cantare lì.  Quello era il periodo d’oro della musica afro-americana, delle big band, dello swing e tutti andavano in questi locali per ballare, socializzare e divertirsi."

Savoy snocciola 14 standard di gran caratura, opera di Duke Ellington, Louis Jordan, George Gershwin, Louis Armstrong.  "I loro dischi non erano soltanto album che alimentavano via via la mia collezione bensì erano quelli che menzionavano i mie zii, i miei cugini, i miei nonni per parlami di musica".

Tutti i brani di questo disco tranne Killer Joe (scritta ed incisa da Benny Golson nel 1960) sono canzoni che si potevano ascoltare al Savoy di Harlem, New York, una assai celebre sala da ballo nota al pubblico come “The Home Of Happy Feet” durante la sua lunga vita dal 1926 al 1958 quando chiuse definitivamente i battenti. Anni d’oro e periodo ricco di evergreen e di artisti fenomenali con le loro orchestre.  Una vera impresa riuscire a riportare gli ascoltatori a quell’epoca con brani non proprio attuali, ma Taj Mahal si cala nella parte.

Accompagnano in studio in questa avventura Taj Mahal: Danny Caron alla chitarra, Ruth Davies al basso, John Simon al pianoforte, Leon Joyce Jr. alla batteria, Mike Rinta al trombone, Sheldon Brown al clarinetto e sax tenore, Charles McNeal al sax tenore, Erik Jekabson alla tromba, Lincoln Adler al sax baritono, Evan Price al violino, Kristen Strom al sax tenore e flauto e le coriste Carla Holbrook, Leesa Humphrey e Charlotte McKinnon

L’iniziale Stompin’ A The Savoy (composta da Benny Goodman, Andy Razaf, Edgar M. Sampson e Chick William Webb) è stata il primo hit nel 1934 di Chick Webb mentre Ella Fitzgerald la inciderà in seguito con Louis Armstrong. Taj Mahal ad inizio del brano racconta l’incontro tra i suoi genitori, Ella Fitzgerald al Savoy e la sua swingante e trascinante versione gode di una ottima interpretazione vocale, il clarinetto, l’assolo di sax tenore di Charles McNeal, il pianoforte e i cori a creare la giusta atmosfera di quegli anni.

I’m Just A Lucky So- And-So è una composizione di Duke Ellington del 1945 e da lui incisa con la voce baritono Al Hibbler. Nella versione di Taj Mahal spicca Kristen Strom al flauto e la sezione fiati a 4 elementi sempre sul pezzo.

Gee Baby, Ain’t I Good To You (di Andy Razaf e Don Redman) fu per prima incisa nel 1929 dai Cotton Pickers di William McKinney di Detroit, ma Taj Mahal ricorda e fa riferimento alla versione del Nat King Cole Trio del 1943. Una ballata lenta con uno strepitoso John Simon al pianoforte per una versione assai riuscita.

L’album prosegue con una discreta versione alla sua maniera di Summertime di George Gershwin scritta nel 1935 per l’opera “Porgy And Bess”.

Moon Indigo è una composizione di Edward Kennedy Ellington (Duke Ellingtton) e Irving Mills (Mills Brothers), un noto produttore discografico nato a Manhattan da genitori ebrei. Insieme al fratello Jack costituì la Mills Music Inc. agenzia con la quale pubblicò alcuni dei più celebri standard jazz di ogni tempo come ad esempio In a Sentimental Mood, Mood Indigo, (In My) Solitude, It Don't Mean A Thing (If It Ain't Got That Swing), Sophisticated Lady, Minnie The Moocher ecc. Il fatto che il suo nome compaia come autore in questi brani è dovuto al fatto che in parte ne scrisse le parole e in parte al suo possesso al 50% dell'agenzia di Duke Ellington. La versione di Taj Mahal che ha sentito questo pezzo centinaia di volte vede Mike Rinta con la sordina del trombone.

Is You Is Or You Ain’t My Baby del 1943 e Caldonia del 1945 sono due classici immortali, due jump-blues di Louis Jordan e i suoi Tympany Five.

Taj Mahal ripropone una versione del classico Sweet Georgia Brown in una versione molto swing raffinata per uno standard jazz composto nel 1925 da Ben Bernie e Maceo Pinkard, con testo di Kenneth Casey. Una delle versioni più popolari del brano è stata registrata nel 1949 da Brother Bones and His Shadows e successivamente adottata come tema della squadra di pallacanestro degli Harlem Globetrotters. Tra gli altri artisti che hanno interpretato e/o inciso il brano vi sono Bing Crosby, Django Reinhardt, Ella Fitzgerald, Ray Charles, Oscar Peterson e perfino i Gentle Giant. Pianoforte e il violino in evidenza di Evan Price qui una versione western-swing alla Bob Wills, i fiati, il ritmo incalzante e preciso che ti va muovere la gambetta e lo zyppy-be-bop scat di Taj Mahal. 

Do Nothin’ Till You Hear From Me é musica composta da Duke Ellington con le liriche di Sidney Keith Russell (Bob Russell) ed è ricordata nelle versioni di Louis Armstrong, Duke Ellington e di Al Hibbler. In origine era uno strumentale del 1940 (Concerto For Cootie) adatta per esaltare le qualità del trombettista Cootie Williams dell’orchestra di Duke Ellington. Nel 1944 viene incisa con successo da Woody Herman e da Stan Kenton (con la voce di Red Dorris). Il Nat King Cole Trio l’incide nel 1944 e a cui seguono Billie Holiday sempre nel 1944 dal vivo, Mose Allison nel 1959, Louis Armstrong e Duke Ellington nel 1961, Nina Simone nel 1962, Ella Fitzgerald con Duke Ellington dal vivo all’Ed Sullivan show il 7 marzo 1965, Dinah Washington e decine e decine di altre versioni.

Baby It’s Cold Outside è l’ennesimo standard jazz, composta e scritta nel 1944 da Frank Loesser. Il brano è un duetto, che in origine veniva eseguito dallo stesso Loesser insieme alla moglie Lynn Garland. Quest'ultima la riteneva "la loro canzone", per questo si è infuriata molto quando il marito ne ha venduto i diritti alla MGM nel 1948. Il brano è stato inserito nel film “La figlia di Nettuno” (Neptune's Daughter) è un film del 1949 diretto da Edward Buzzell per il quale vinse l'Oscar alla migliore canzone. Taj Mahal qui duetta con Maria Muldaur (di origini italiane ovvero Maria Grazia Rosa Domenica D'Amato, nota anche come Maria Muldaur per il suo matrimonio da cui ha preso il cognome Geoff Muldaur e sposata con lui dal 1964 al 1972. Taj Mahal cerca di sedurre piacevolmente Maria e noi facciamo il tifo per lui. Maria Muldaur ricorda il primo incontro al Gerde’s Folk City nel Greenwich Village a New York nel 1962 dove nello scantinato Maria Muldaur stava improvvisando una parte di violino con Bob Dylan pronto a provare una nuova canzone e si presentò un titubante e nervosissimo Taj Mahal con il banjo ma subito rassicurato e messo a suo agio dai due.   

Lady Be Good è il titolo di un musical di Broadway scritto da Guy Bolton e Fred Thompson, con musiche di George ed Ira Gershwin. Debuttò al Liberty Theatre il 1º dicembre 1924. Si tratta di una commedia musicale su un fratello e una sorella che sono rimasti senza soldi e cercano di sacrificarsi per salvarsi l'un l'altra. Inizialmente ebbe come protagonisti fratello e sorella Fred Astaire ed Adele Astaire.  Fu incisa anche da Paul Whiteman con grande successo nel 1925, Coleman Hawkins nel 1934, il Benny Goodman Trio nel 1936, Count Basie nel 1939, Charlie Parker e Lester Young nel 1946, Django Reinhardt, Ella Fitzgerald nel 1947 e Mel Tormé con Buddy Rich in un album nel 1978. Taj ricorda un grande assolo di Lester Young e l’incisione a 78 giri di cui si parla è probabilmente un piccolo capolavoro come Jones-Smith, Incorporated per la Arc / Vocalion a Chicago il 9 Novembre del 1936 con Carl “Teddie” Smith alla tromba, Lester Young al sax tenore, William “Count” Basie al piano; Walter Page al basso e Jonathan “Jo” Jones alla batteria (un gruppo di musicisti reclutati da una delle prime band di Count Basie.  Talvolta chiamata Oh, Lady Be Good! è un fox-trot, ragtime, jazz in piena regola.

Baby Won’t You Please Come Home fu il primo hit cantato da Bessie Smith nel 1923. Scritto da Clarence Warfield e Clarence Williams. Qui nella versione di Taj Mahal vede Eric Jekabson in un splendido assolo di tromba.

Killer Joe fu scritta ed incisa da Benny Golson nel 1960. Taj Mahal è all’armonica e Kristen Strom al sax tenore.

One For My Baby (And One More For The Road) è un brano del 1943 di Harold Arlen e Johnny Mercer, una canzone tratta dal film e musical dello stesso anno diretto da Edward H. Griffith (titolo in italiano Non ti posso dimenticare).  La prima versione ufficiale è di Lena Horne con l’orchestra diretta da Harold Henderson (1944) preceduta soltanto nella versione teatrale di Fred Astarie (1943). Taj Mahal ricorda le sonorità e il tono di Ray Charles e le versioni di Count Basie e Frank Sinatra. La versione di Taj Mahal è di oltre 9 minuti.

Questa è la versione matura di Taj Mahal, appesantito nel fisico ma brillante nel rielaborare gemme autentiche come questi brani senza tempo degli anni ’20, ’30 e ’40 soprattutto. Un omaggio, un tributo al Great American Songbook. Un disco eccellente, atmosfere degli anni ruggenti, i fiati ad impreziosire ogni istante, gli assoli dei vari strumentisti, la voce e il meraviglioso scat di Taj Mahal (voce e armonica).

Track List

  • Stompin` At The Savoy (3.44)
  • I`m Just A Lucky So And So (3.23)
  • Gee Baby, Ain`t I Good To You (3.51)
  • Summertime (2.50)
  • Moon Indigo (4.09)
  • Is You Is Or Is You Ain`t My Baby (4.37)
  • Do Nothin` Till You Hear From Me (5.05)
  • Sweet Georgia Brown (3.18)
  • Baby It`s Cold Outside (4.33) Duetto con Maria D`Amato Muldaur)
  • Lady Be Good (3.52)
  • Baby Won`t You Please Come Home (3.25)
  • Caldonia (3.32)
  • Killer Joe (4.09)
  • One For My Baby (And One More For The Road) (9.14)

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