
Polly Paulusma When Violent Hot Pitch Words Hurt
2023 - One Little Independent Records
qui. E, a distanza di pochi mesi, ecco il gemello di quel piccolo gioiello: When Violent Hot Pitch Words Hurt, originale rivisitazione dei temi affrontati da The Pivot on Which the World Turns, di cui il titolo di questo lavoro rappresenta anche l'anagramma.
Il disco presenta brani composti e registrati in circa dieci anni, come viene proposto dettagliatamente nella tracklist; non sono dunque inediti, ma differenti interpretazioni dei brani, a sottolineare filologicamente il lavorìo dell'artista, che sperimenta, prova e riprova, assemblando suoni e approfondendo le timbriche, oppure restituendo una composizione nella sua essenzialità. Ne emerge un lavoro per intenditori, come la suggestiva Robin, che rivela tutta la sua efficacia, in ottimo equilibrio fra indie e folk, sia nell'uso della chitarra, estremamente lo-fi, sia in quello della voce, con un intrigante background, sia nel rendere l'atmosfera live. Infatti questa canzone, The Big Sky - Live Version (anch'essa con Kathryn Williams), e Dirty Circus sono registrazioni dal vivo; in particolare, efficace è il dialogo fra voce e pianoforte in The Big Sky.
Il talento di Paulusma però non è solo vocale; l'artista è polistrumentista e conosce profondamente sia le regole della composizione, sia la partitura, e perciò sa rendere le (re)interpretazioni sempre ricche e nuove: si ascolti, per esempio, Sullen Volcano, che in questa versione si discosta dalla forma canzone, anche se l'Elysian Collective le dona un accompagnamento dissonante, bensì diviene un componimento poetico, uno spoken word, datato 2 ottobre 2020, in cui Paulusma declama di aver esplorato "il dolore di aver sbagliato tutto". Altro momento apicale è Tired Old Eyes (piano version), dal tocco alla Randy Newman, in cui Paulusma ci apre il proprio cuore, coinvolgendoci in modo intenso.
Non quindi un disco-copia, bensì proprio il suo gemello: e, come tutti i gemelli, rivela una personalità e un carattere originali, distinti, e ugualmente apprezzabili.
Del precedente, splendido disco della cantautrice inglese Polly Paulusma abbiamo scritto Il disco presenta brani composti e registrati in circa dieci anni, come viene proposto dettagliatamente nella tracklist; non sono dunque inediti, ma differenti interpretazioni dei brani, a sottolineare filologicamente il lavorìo dell'artista, che sperimenta, prova e riprova, assemblando suoni e approfondendo le timbriche, oppure restituendo una composizione nella sua essenzialità. Ne emerge un lavoro per intenditori, come la suggestiva Robin, che rivela tutta la sua efficacia, in ottimo equilibrio fra indie e folk, sia nell'uso della chitarra, estremamente lo-fi, sia in quello della voce, con un intrigante background, sia nel rendere l'atmosfera live. Infatti questa canzone, The Big Sky - Live Version (anch'essa con Kathryn Williams), e Dirty Circus sono registrazioni dal vivo; in particolare, efficace è il dialogo fra voce e pianoforte in The Big Sky.
Il talento di Paulusma però non è solo vocale; l'artista è polistrumentista e conosce profondamente sia le regole della composizione, sia la partitura, e perciò sa rendere le (re)interpretazioni sempre ricche e nuove: si ascolti, per esempio, Sullen Volcano, che in questa versione si discosta dalla forma canzone, anche se l'Elysian Collective le dona un accompagnamento dissonante, bensì diviene un componimento poetico, uno spoken word, datato 2 ottobre 2020, in cui Paulusma declama di aver esplorato "il dolore di aver sbagliato tutto". Altro momento apicale è Tired Old Eyes (piano version), dal tocco alla Randy Newman, in cui Paulusma ci apre il proprio cuore, coinvolgendoci in modo intenso.
Non quindi un disco-copia, bensì proprio il suo gemello: e, come tutti i gemelli, rivela una personalità e un carattere originali, distinti, e ugualmente apprezzabili.