Ritratti<small></small>
Italiana

Francesco Guccini Ritratti

2004 - EMI

04/03/2004 di Luca Meneghel

#Francesco Guccini#Italiana

Francesco Guccini, ormai scrittore affermato, alla fine torna sempre alla sua chitarra acustica con i colleghi, ma forse è meglio dire amici, di sempre: Biondini, Tempera, Marangolo e Tavolazzi. Sarà che non ne può fare a meno, sarà che la sua professione naturale è quella del cantautore e non quella dello scrittore, ma alla fine Francesco ritorna sempre a quel comporre canzoni che, insieme a De Gregori e De Andrè, ha reso in Italia una vera e propria forma d’arte, spesso al livello della ben più quotata poesia.
Dopo aver descritto le stagioni nel suo ultimo album, risalente ormai a quasi quattro anni fa, il Guccini del 2004 ha preso tavolozza e pennelli per vestire i panni del pittore, sfornando nove quadri musicali che vanno a comporre l’ultima sua fatica intitolata “Ritratti”.
Nove quadri, dunque, nei quali il cantautore emiliano rappresenta personaggi, oggetti e ideali. Otto ritratti recenti: l’ultima canzone scritta, “Piazza Alimonda”, è stata terminata il giorno di Santo Stefano. A questi va aggiunta una composizione inedita del 1971 intitolata “La tua libertà”. Ritratti che, come in ogni galleria d’arte che si rispetti, è bene analizzare uno ad uno.
La canzone d’apertura è “Odysseus”, introdotta sul booklet da ringraziamenti e scuse a Omero, Dante, Foscolo, Kavafis, Izzo e Prandi: Guccini si veste da aedo, cantore ufficiale del mito nella Grecia Arcaica, per rileggere un Ulisse non più marinaio, ma montanaro (“Bisogna che lo affermi fortemente / che, certo, non appartenevo al mare”), sovrapponendo così ad Itaca la propria città natale, Pavana, adagiata sui colli emiliani e fatta di atmosfere ben diverse da quelle descritte nell’Odissea omerica.
Dal personaggio all’oggetto per “Una canzone”, dove ad essere ritratto è il prodotto del lavoro dello stesso Guccini: una dichiarazione d’amore al proprio mestiere e a quello che da sempre riempie la vita di Francesco. È una canzone carica di emotività che non fa altro che parlare di sé stessa e di tante altre sorelle.
Come nel precedente “Stagioni” c’è spazio anche per Che Guevara nella “Canzone per il Che”, nata traducendo Manuel Vasquez Montalban. Un pezzo sentito che sfocia in un drammatico finale che mette in bocca al Che le parole “Mi spari, tanto sarò utile da morto come da vivo”, parole quanto mai profetiche che introducono un altro personaggio scomodo, quel Carlo Giuliani che morì a Genova durante il G8 e che Guccini omaggia con uno dei pezzi migliori dell’album, tanto nella musica quanto nel testo.
“Vite” è invece il classico pezzo gucciniano con un perfetto equilibrio di malinconia e intensità che sembra caratterizzare tutti questi ritratti, riguardo ai quali lo stesso autore ha affermato di aver fatto molta più attenzione alle parole rispetto al passato.
Il viaggio intrapreso con Ulisse termina con “Cristoforo Colombo”, un’altra affascinante rilettura personale che vede un esploratore solitario e stanco di viaggiare, ma incapace di liberarsi della sua indole marinara: l’esatto contrario della canzone d’apertura che lascia intuire la fine delle danze. Ma non è così: Francesco ci delizia con altri tre pezzi che chiudono il ciclo pittorico: l’amore classico di “Certo non sai”, “La Ziatta”, un testo catalano riletto in dialetto modenese del quale forse avremmo putoto fare a meno, e il gran finale de “La tua libertà”, che ci fa fare un tuffo nel passato prima di chiudere definitivamente “Ritratti”.
Guccini è tornato come sempre in grande forma e in grande stile: la sua voce roca, la sua chitarra e le sue liriche intense sono davvero un tappa imprescindibile nella storia della canzone italiana, i suoi album sono di quei pochi che si possono comprare a scatola chiusa, sicuri di portare a casa una prova di grande qualità. Ora non ci resta che vedere cosa si inventerà la prossima volta.

Track List

  • ODYSSEUS|
  • UNA CANZONE|
  • CANZONE PER IL CHE|
  • PIAZZA ALIMONDA|
  • VITE|
  • CRISTOFORO COLOMBO|
  • CERTO NON SAI|
  • LA ZIATTA (La Tieta)|
  • LA TUA LIBERTA’ (inedito 1971)

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