Francesco Guccini

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Francesco Guccini Ostaria delle Dame

30/10/2017 di Riccardo Santangelo

#Francesco Guccini#Italiana#Canzone d`autore

Il Maestrone emiliano torna, dopo oltre tre decenni, nel luogo dove è stato di casa e lo fa per presentare un box contenente i concerti che qui aveva tenuto in quei primi anni '80, si commuove e afferma: "Se pensiamo che nel 1964 scrissi Auschwitz, in considerazione dei recenti avvenimenti politici, vuole dire che ho ancora qualcosa da dire nonostante tanti anni siano passati".
Non c’è da fare uno sforzo di grande immaginazione per pensare che quella piccola “cava” situata nel vicolo delle Dame a Bologna, potesse essere affollata durante i concerti che dal 1970 fino 1985 lì si tennero. Locale nato per volere di Francesco Guccini e Padre Michele Casali come osteria per poi divenire un luogo di riferimento per la musica cantautoriale (ma anche per il cabaret) nella città felsinea. Ci si accede scendendo una stretta scala e ci si proietta d’incanto in un luogo più simile a una cantina per custodire del vino (o olio), che un luogo per fare musica. D’altro canto però, abituandosi alla luce delle lampade, riaffiorano alla mente i ricordi delle immagini viste delle “cave” parigine oppure quella in cui i giovani Beatles mossero i primi passi. L’occasione per entrare in questo “tempio”, chiuso da molti decenni (1985), è stata data dalla presentazione della raccolta di tre concerti che Francesco Guccini tenne proprio qui (la famosa Ostaria delle Dame) nel 1982, 1984 e 1985.

Il maestro emiliano non entrava qui da quando venne chiusa e seduto dietro una scrivania sul palco, saluta e ricorda gli avventori di quel luogo. Alcuni presenti altri morti nel frattempo. Guccini, come gli succede spesso negli ultimi anni, non è di molte parole, soprattutto se deve parlare della sua produzione musicale. Ma con commozione racconta qualche aneddoto del luogo e si offre, a volte con fastidio e distacco, alle domande dei giornalisti.

Come si è detto l’occasione per tornare in un luogo così storico e suggestivo, è stata dettata dall’imminente uscita (3 novembre) di un cofanetto di 6 cd (edito da Universal Music) contenente le registrazioni di tre concerti acustici che Guccini ha tenuto presso l'osteria bolognese. Il documento storico rinasce dalle registrazioni che il fonico di allora, Gianni Grassilli, effettuò avvalendosi di strumenti non professionali; ma il risultato, anche se a volte “sporco” fornisce una ottima documentazione dei “talk-concert” che avvenivano lì. In cui le canzoni venivano intervallate da lunghe presentazioni.

Con l'ascolto delle registrazioni ci si cala nell’atmosfera dei concerti, che si svolgevano in modo del tutto informale in un ambiente genuino, goliardico e creativo tra le risate e gli applausi del pubblico e degli stessi protagonisti. Il repertorio proposto è quello che arriva fino all'album “Guccini” del 1983, e si ha la possibilità di ascoltare alcune versioni intense di brani “leggendari” come Canzone per un’amica, Ti ricordi quei giorni, Un altro giorno è andato, Autogrill, Auschwitz, Canzone dei 12 mesi, Incontro, Il vecchio e il bambino. Ma anche un brano che vedrà la pubblicazione nel 1987 con il titolo di Madame Bovary, ma qui annunciato da Guccini come In fondo in fondo.

Ad arricchire l'uscita sarà un libro di 80 pagine contenente foto, testimonianze dei protagonisti dell’epoca (tra i quali Juan Carlos “Flaco” Biondini, Claudio Lolli, Franco “Bonvi” Bonvicini, Paola Rubbi, Antonietta Laterza e Padre Michele Casali), la storia dell’osteria e un’introduzione dello stesso Guccini.