
FABRIZIO COPPOLA Waterloo
2011 - Via Audio Records
#FABRIZIO COPPOLA#Italiana#Canzone d`autore #Indie-folk #Indie-rock
Di certo non siamo davanti a qualcosa di rivoluzionario né per quanto riguarda la parte strumentale (fondamentalmente sono ballate e cavalcate springsteeniane) né per i testi, ma dopo l'indigestione di anni sessanta e atmosfere da cameretta delle ultime uscite discografiche del nostro Belpaese un po' di sana elettricità rabbiosa – e contenuti che vanno oltre il continuo ripiegamento su se stessi – è una specie di boccata d'aria.
Particolarmente ispirata la traccia iniziale, La stupidità, blusettone root ispirato alla storia di Abdul Salam Guibre, ucciso a sprangate a Milano per il furto di un pacco di biscotti, così come la seguente Respirare, lavorare, scelta dall'archistar Stefano Boeri, attuale assessore alla cultura del comune di Milano, per la sua campagna elettorale. Tra brani di matrice più folk (La ballata dell'uomoformica, La mia rovina, Ogni cosa è illuminata) e pezzi decisamente più tirati (Al suolo, Waterloo) il disco scivola via rapidamente senza intuizioni ulteriori, salvo la centrale Altalena, dal sound di marchio Afterhours "Non si muore ma... ma non è più lo stesso non ti uccide ma... ma non è più lo stesso".
In conclusione magari Fabrizio Coppola non ha né la stessa capacità di interpretare i tempi che permisero a Graziani, Finardi e Gaetano di sfornare singoli e diventare portavoce di intere generazioni, né la penna di un Manuel Agnelli o di un Moltheni. Tuttavia meriterebbe più attenzione almeno da un certo tipo di media e di pubblico solitamente attenti ad un songwriting così accorato e all'altezza.