
Fabrizio Coppola Una vita nuova
2005 - Novunque/Self
Oggi Fabrizio sembra aver preso piena aderenza con la sua musica ma sopratutto con la scrittura, vero cavallo di battaglia di questo disco: il cantautore milanese non si limita più a descrivere sensazione e stati d´animo, l´elemento poetico di maniera è diventato concreto, le strofe hanno un concept logico che l´autore ha seguito senza lacune, un tempo colmate da piacevoli disordini chitarristici tradotti in un sound a metà fra pop-wave e tradizione canzoniera autoctona.
Ed è così che le nuove canzoni non faticano a trasformarsi in immagini vive, ben dipinte in un monocroma di una Milano poco generosa (“Tutto Resta Uguale”, “La Città che Muore”, “Il Migliore”, “Il Cielo su Milano”): i testi rimangono sempre sulla medesima linea visiva, le vicende sono raccontate da un animo umano che dà spazio solo ad un´univoca lettura. Il suond parla prettamente nel linguaggio del rock nordamericano, dove l´ispirazione diventa quasi un’ossessione che si ripresenta senza mediazione o compromesso: Fabrizio cura ogni dettaglio nella sua musica (voce, cori, chitarra, e-bow, piano, arrangiamenti) e riesce ad integrare al suo organico uno staff ricco e competente. Oltre al trio che lo segue da anni, si va dalla presenza del padre Alfredo (corno in “1973”) al co-produttore Simone Chivilò (Radiofiera) che amalgama il crogiuolo di sei corde oltre al lavoro di mixaggio e registrazione.
La spinta autobiografica riesce a raffigurare i sogni come pensieri e a volte l´ipotesi di un´azione in gesto compiuto: è così che riescono a bucare l´anima canzoni come “1973” dove la fine ha il sapore di un inizio ("Cerca di resuscitare i soldatini/Per ognuno che ha salvato ha un sogno").
Proiettarsi di conseguenza in una sorta di neorealismo rosselliniano nel volo di "Il Cielo Su Milano" ("Ho un cartello sotto il letto/Ci ho scritto quello che vorrei/Avere un giorno in cambio/Dalle strade di Milano). "Dove l´Acqua Muore" invece è l´antitesi di quanto appena detto: Fabrizio scava dentro sè, modella la sua paura sovrapponendo la vita passata agli istanti presenti: come acqua piovana che nel cadere corre inerme lungo viscere della terra, questo è il momento più alto del disco e crea un brusco distacco dagli episodi vivi e scorrevoli di "Esplode la Gioia" e "Una Vita Nuova".
I quattordici pezzi di “Una Vita Nuova” rappresentano il carico di creatività che Coppola ha dimostrato di avere, senza paura di non tenere in tensione tutta la portata che a volte il disco sembra accusare. Di sicuro la sua ambizione è tutta una scommessa nella realtà discografica di questa “italietta” provinciale, ma Fabrizio ha talento da vendere: soprattutto ha ben chiare le idee e le emozioni che vuole comunicare senza risparmio.