Edoardo De Angelis Non ammazzate Anna
2014 - Helikonia/Egea
“Non ammazzate Anna è un pensiero semplice, l’offerta di un fiore. Per questa ragione viaggia leggero, fatto d’aria di pianoforte, di suono di parole, di sentimento di legni, pelli, metalli. Niente altro, niente più che lo accompagni. Il pensiero è d’amore, costante, fermo nel tempo, vale per sempre. Non ammazzate Anna è dedicato a tutte le donne alle quali non siamo stati sufficientemente riconoscenti”. Così lui stesso si sbilancia sul tema, per mettere le carte in tavola, ribadire il concetto, esplicitare senso ultimo e filo rosso del suo concept nuovo nuovo: in mezzo a tanto revanscismo sessista un album contro-corrente, del tutto declinato en rose. Un album che non poteva non chiamarsi come Anna e non poteva tralasciare il monito di quella canzone. L’ha fatto e dunque Non ammazzate Anna, aura vagamente unplugged, buona la resa e ancora più buone le intenzioni.
Che poi con i padri della patria cantautorale (padri della patria come De Angelis) c’è poco da scherzare e portarla per le lunghe: un passaggio del Mar Rosso, uno sciame di comete, un asteroide matta e leggiadra come un cavallo li ha di sicuro benedetti dal cielo e conclamati poeti post-moderni. I risultati si contano col tempo e nel tempo, quelli di Edoardo De Angelis stanno tutti dentro ai suoi dischi, quelli venuti e quelli che verranno, per stato di necessità civile prima ancora che creativa. Ascoltare per credere: De Angelis è un sorvolatore in aguaplano (si Conte licet) delle cose della vita, un entomologo coinvolto nei sentimenti, in bilico sullo iato tra materico e poetico: questo disco - contraltare al compendio fuoco & fiamme di Historias (2008) - staziona sul secondo dei versanti.
Inoltre va preso atto che c’è modo e modo di cantare d’amore: si contano sulle dita quelli che riescono a sfangarla, evitando, per esempio, banalità e coma glicemico. La sfida vera di quest’album di suggestioni & collaborazioni (special guest di Neri Marcorè, Amedeo Minghi, Antonella Ruggero, Lucilla Galeazzi, Enrica Arcuri, Annie Robert e Ileana Pozzi) era, piuttosto, questa: asciugare (rarefare) il più possibile il corredo sonoro delle ballate, sulla scorta musicale in sé delle strofe e del loro significato. Scommessa vinta in pieno, se è vero che alcuni dei must discografici di De Angelis - Stella stella mia, Notte di settembre, Il coraggio delle parole, Novalis, Il mondo sta bruciando - se ne giovano senza svilire di un grammo il clima originale.
L’insieme è evocativo e cullante, come possono e sanno esserlo le scorribande del vento in estate, se rendo l’idea e mi passate lo scampolo di lirismo suggeritomi dall’ascolto. Ho peraltro poco altro da aggiungere su un lavoro le cui tracce - 13, con le inedite Io credo io penso io spero, e Io sono l’amore, discendenti dalla collaborazione con Mariacristina Di Giuseppe) - si raccontano benissimo da sole. Irrorate mirabilmente dal pianoforte di Primiano Di Biase e dai rumori di percussioni e caisa drum di Marco Testoni. Anche la voce di De Angelis - tra le più piene e in piena forma della canzone d’autore a queste latitudini - non si spiega, se non con quel transito irripetibile di buone stelle cantautorali di cui sopra.