Acrobati<small></small>
Italiana • Canzone d`autore

Daniele Silvestri Acrobati

2016 - Sony Music

09/05/2016 di Laura Bianchi

#Daniele Silvestri#Italiana#Canzone d`autore

Quante tracce contiene il celebratissimo nuovo album di Daniele Silvestri, Acrobati? Diciotto. E quali sono le collaborazioni di ospiti speciali?  Roberto Dell’Era, Diodato, Caparezza, i  Diego Mancino , i Funky Pushertz , Roy Paci, Caparezza. Quanti gli elementi della band, chiamati a sostenere la partitura? Quindici. E quanti i minuti di ascolto? Un'ora e un quarto.

Dopo aver dato un po' di numeri, forse capiamo meglio l'operazione che Silvestri intende proporre, a 48 anni (un altro numero importante, alle soglie dei fatidici cinquanta...) e dopo cinque anni di silenzio discografico, ma interrotto dall'importante tour con gli amici Fabi e Gazzé. Un'opera dilagante, alluvionale, forse eccessiva nel materiale prodotto, ma in cui si avverte il senso sincero e immediato di necessità, nel senso di opportuna inevitabilità dell'esistenza di queste canzoni, prima nel cuore e nella mente dell'artista, poi nei solchi del disco.

L'acrobata vive altissimo, senza contatti con la terra, ma dipende dallo sguardo del pubblico pagante; e così si deve sentire un artista, insieme con la testa fra le nuvole e col cuore nel mondo. Silvestri si sente un acrobata poeta, come il suo maestro riconosciuto Dalla, a ingigantire i dettagli minimi della storia con la minuscola (l'incisiva Un altro bicchiere, storia di tutte le dipendenze condensate in una sola), a rendere comprensibili quelli giganti della Storia con la maiuscola (Quali alibi o La guerra del sale, ricchissime entrambe di giochi di parole e sostenute dalla verve polemica e ironica che lo contraddistingue), a farci riflettere su tutto, senza imporre niente.

In un disco di diciotto tracce, il rischio di cadere dalla fune è alto: raramente però l'acrobata sembra perdere l'equilibrio, e ciò avviene quando replica stilemi collaudati (Pochi giorni, o La mia routine) o si appropria di quelli altrui (la contiana La verità o la waitsiana Spengo la luce), o ancora insegue il ritornello facile di Bio Boogie. Ma il mestiere e la sincerità di cui si diceva impediscono lo scivolone, e il disco possiede una forza entusiasmante, contagiosa: quella che proviene dalla passione per il racconto in musica, ottimamente orchestrato da una band energetica (che conta su personaggi di rilievo come Enrico Gabrielli,  sulla chitarra vintage di Roberto Dell'Era, su quella dell'ousider Adriano Viterbini o sul violino di Rodrigo D'Erasmo).

Con queste premesse, i numeri assumono un significato più esplicito: un disco pensato in grande, per arrivare nell'intimo della vita di ciascuno. Il percorso in bilico di Silvestri in questi tempi instabili è anche il nostro.

Track List

  • La mia casa
  • Quali alibi
  • Acrobati
  • Pochi giorni (feat. Diodato)
  • Un altro bicchiere (feat. Dellera)
  • La mia routine
  • Così vicina
  • La verità
  • Pensieri
  • Monolocale
  • La guerra del sale (feat. Caparezza)
  • A dispetto dei pronostici
  • Come se
  • L`orologio
  • Bio-boogie (feat. Funky Pushertz)
  • Tutto sport
  • Spengo la luce (feat. Dellera)
  • Alla fine (feat. Diodato)

Articoli Collegati

Daniele Silvestri

Live Report del 25/07/2024

Recensione di Luca Bacchetti

Daniele Silvestri

Live Report del 20/01/2024

Recensione di Arianna Marsico

Recensione di Arianna Marsico

Daniele Silvestri

Live Report del 30/12/2022

Recensione di Arianna Marsico

Daniele Silvestri

Live Report del 03/08/2020

Recensione di Arianna Marsico

Daniele Silvestri

Live Report del 22/11/2019

Recensione di Laura Bianchi

Daniele Silvestri

Live Report del 26/10/2019

Recensione di Arianna Marsico

Daniele Silvestri

Live Report del 21/10/2017

Recensione di Laura Bianchi

Daniele Silvestri

Live Report del 20/02/2015

Recensione di Carlotta Garavaglia

Daniele Silvestri

Live Report del 10/07/2013

Recensione di Vito Sartor

Daniele Silvestri

S.C.O.T.C.H.

Recensione di Ambrosia J. S. Imbornone

Daniele Silvestri

Live Report del 27/06/2008

Recensione di Vito Sartor

Daniele Silvestri

UnÓ-duÈ

Recensione di Christian Verzeletti