Cowboy Junkies The trinity session
1988 - RCA
Giunto dopo il crepuscolare "Whites Off Earth Now”, un album di singolari interpretazioni blues, “The Trinity Session” sancisce definitivamente uno stile su cui poi i Cowboy Junkies hanno evoluto la loro ventennale discografia.
Quasi interamente realizzato in famiglia Timmins e inciso in presa diretta in un solo giorno in una chiesa a Toronto (Holy Trinity) nel novembre del 87, “The Trinity Session” rappresenta tutt’oggi il lavoro più riuscito della band, che in una visione più estesa può primeggiare solo con “Open”, differente prova di maturità e di massima ispirazione.
Le sonorità si stringono e prendono forma intorno alla suggestiva voce di Margo Timmins, con alla regia il buon lavoro del fratello Michael, in evidenza alle chitarre. La sorprendente trasformazione di “Sweet Jane”, sussurrata e notturna, spiazzò chiunque ricevendo encomi dallo stesso Lou Reed. Le altre cover previste vengono rilette con originalità (“I’m So Lonesome” di Hank Williams, “Walking after midnight” e “Blue Moon revisited”, quest’ultima solo sulla versione cd), mentre i brani autografi lasciano immediatamente intendere di quale pasta sono fatti: la suadente “Misguided Angel”, piena come l’armonica che la introduce, merlettata dal banjo e dalla voce di Margo; la funerea “Postcard Blues” e la strascicata di “I Don´t Get It”.
Suoni rarefatti, impalpabili uniti a melodie soavi e a momenti di stasi in cui il country e un liquefatto blues assumono nuovi connotati componendo undici tracce che non conoscono l’usura del tempo, che sanno accarezzare e sedurre, colpendo per la forte carica emozionale.