
Beppe Dettori E Raoul Moretti Animas
2021 - Undas edizioni musicali
La voce poliedrica di Dettori, modellata attraverso decenni di lavorìo e di sperimentazioni, si intreccia strettamente con i sapienti tocchi dell'arpa di Moretti, di cui sono note le produzioni in perfetto equilibrio fra elettronica e tradizione, e il risultato è sorprendente: l'anima antica della Sardegna si fonde con quella proiettata nel Terzo Millennio, e compone un bouquet di suggestioni inedite.
Si ascolti, ad esempio, Anime confuse, in cui l'attacco di Dettori, che ricorda i vocalismi di un Demetrio Stratos, si salda con il corpo del brano, dominato dalla tromba sublime del conterraneo Paolo Fresu, sulla trama intessuta dalle corde di Moretti; echi ancestrali, loop futuribili, suoni urbani, citazioni filosofiche potrebbero rischiare di disorientare l'ascoltatore, che invece si trova al centro esatto di un mondo sonoro perfettamente comprensibile, rimanendone affascinato.
Mentre il brano che dà il titolo all'album propone l'incanto della voce femminile (Daniela Pes) che dialoga con un Dettori particolarmente ispirato, Ommini d’eba (in stintinese, uomini d’acqua) invece si muove su territori più celtici, grazie al violino di Andrea Pinna e soprattutto alla voce di un Davide Van De Sfroos in stato di grazia, in evidente, intima connessione con la terra sarda, da lui molto amata, in una strofa in dialetto laghèe insospettabilmente armonizzata con il sardo.
La tradizione di Sardus Pater, preghiera laica e lirica per l'antica divinità Shardana, tutta cantata in limba, colpisce al cuore per la potenza semplice e insieme complessa, restituita dal sovrapporsi di voci e di lingue, di strumenti e di ritmi, con i FantaFolk all'organetto diatonico e tin- whistle, Massimo Canu al basso fretless e Federico Canu alle percussioni, oltre all'arpa di Moretti, onnipresente, in modo discreto ed incisivo.
Un'ultima, quasi incredibile, sorpresa: una reinterpretazione di Fourteen black paintings di Peter Gabriel, brano del '92, presente in Us, e che diventa Battordichi Pinturas Nieddhas. Un gioiello sostenuto dalla vocalità di Dettori e di Lorenzo Pierobon, che, anticipato e seguito da quei Tenores di Bitti Remunnu ‘e Locu tanto amati da Gabriel, canta i cinque versi del testo in inglese, italiano e sardo, lanciando a tutte le anime salve un invito, quasi un imperativo:
From the pain come the dream
From the dream come the vision
From the vision come the people
From the people come the power
From this power come the change.
Un imperativo che Dettori, Moretti e i loro amici seguono fino all'ultima nota. Bravissimi.