Quentin Tarantino

azione

Quentin Tarantino KILL BILL: VOLUME 2


2004 » RECENSIONE | azione
Con Uma Thurman, Daryl Hannah, David Carradine, Michael Madsen

di Claudio Mariani
Avevamo lasciato “the Bride” con la sua tutina di Bruce Lee completamente imbrattata di sangue e decisamente intenzionata a portare a termine la sua vendetta nei confronti di Bill, suo ex amante e “capo”. Dopo avere sterminato decine di avversari, solo un nome resta da cancellare dalla lista, e per fare questo è necessario un intero film. Così la seconda parte di quella pellicola originariamente pensata come unica, vede Uma Thurman alla ricerca di Bill e dei suoi pericolosissimi collaboratori, autori della strage al suo matrimonio. Nel film, strutturato in capitoli, ci sono dei lunghissimi flash back: dal dettagliato racconto della strage nella “House of Blue Leaves”, al terribile apprendistato dal maestro eremita di arti marziali, fino a giungere alla vendetta vera e propria che, a differenza del primo film, è molto più complessa. Arrivare a Bill non è facile, soprattutto se sulla strada si viene sepolte vive da Budd (un convincente Michael Madsen), si incontra la cattivissima Daryl Hannah e, colpo di scena finale alla resa dei conti, si scopre che il sogno di maternità, apparentemente finito, si ripresenta compiuto. In mezzo c’è tanto: lotte, discorsi, ragionamenti, azione, filosofia orientale e chi più ne ha più ne metta. Diciamo subito che in Kill Bill 2 ci sono molto meno scontri rispetto al numero uno, dove i morti e il sangue venivano presentati a ripetizione. In questo caso l’azione è molto minore, non ci sono duelli a ripetizione; se nel numero uno gli scontri tributo al cinema kung-fu erano l’asse portante, in questo nuovo episodio le lotte sono più psicologiche, di una psicologia forgiata da Sergio Leone nei suoi western di quarant’anni fa. Il film risulta, in questa maniera, meno caotico del precedente, molto più tarantiniano, dove prima di un omicidio i contendenti si parlano, sembrano non odiarsi mentre conversano, i visi paiono così scrutare l’altro in modo al massimo distaccato, come potevano essere gli sguardi di Clint Eastwood e Lee Van Cleef. E’ un film di minore impatto rispetto al primo, ma che rimane molto più in mente, con delle scene che sono già dei classici (la sepoltura della protagonista, la strage del matrimonio, Daryl Hannah che legge gli effetti del siero del Black Mamba alla sua vittima morente), con delle pause a tratti pure noiose e che spezzano il ritmo ma che fanno del volume due un film più organico. Grandi gli attori (David Carradine su tutti) e caratterizzazioni perfette, sempre un grande pregio di Tarantino. Per il resto c’è molto da divertirsi, e anche pensare un po’, tifare per i buoni e i cattivi con passato e presente dubbio, in un turbinio di emozioni che ci fa confondere il bene dal male. Rimane un solo grande rammarico: non avere visto al cinema le due parti assieme che, ci giuriamo, costituirebbero un film perfetto, l’una più dinamica e l’altra più riflessiva; peccato, si cercherà di rimediare attraverso i dvd ma, sicuramente, su grande schermo sarebbe stato tutt’altra cosa…

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