Mondo e antimondo<small></small>
Italiana • Alternative • Canzone d`autore

Umberto Maria Giardini Mondo e antimondo

2023 - La Tempesta dischi/Master Music

04/03/2024 di Giada Lottini

#Umberto Maria Giardini#Italiana#Alternative

Con consapevole ritardo sui tempi incalzanti, quando si tratta di uscite di album importanti, mi trovo a parlare di Mondo e Antimondo, quinto album di Umberto Maria Giardini, uscito il primo giorno di dicembre del 2023, quasi a chiusura di un anno e ad apertura di un altro, in cui, sostanzialmente, non appare niente di nuovo all’orizzonte se non i barbari citati nella prima traccia di questo lavoro in dieci tracce distribuito da La Tempesta dischi. Ed è proprio da qui, e da una devozione che, come il protagonista di Re, applico all’ascolto e non al lavoro, che nasce il mio approccio al disco, dove Giardini riconferma e innalza ancor di più, se possibile, la sua capacità poetica, applicandola a una riflessione costante e profonda sulla condizione umana in un mondo capovolto creato dall’uomo stesso, primo colpevole del malessere sociale in cui vive.

A poco vale cercare di capire se l’antimondo è una fiera opposizione al mondo che abbiamo creato, o se è il nemico temuto che ormai sta sostituendo la realtà in cui viviamo: Giardini ci parla di una dimensione caotica, dove le regole per una vita“sana”, sociale e non solo, sono saltate o in procinto di saltare. Sotto la luce cupissima, come riflessa in uno specchio nero, di questa premessa, ritroviamo le tematiche care all’autore: l’amore che è sempre tormento, le pulsioni interiori, la paura della perdita, i luoghi sacri, rituali e gesti devoti, sottolineati da melodie mai come in questo caso intense e testi di una bellezza disarmante.

Passando per la più pacata, ma non meno intensa Miracoli ad alta quota, riflessione sull’inquietudine dell’amore che non è mai resa, si arriva ad Andromeda: qui riverberi, echi e rimandi a sonorità tipiche degli anni '90 si intrecciano alla voce di Giardini nella traccia più bella dell’intero album sia per intensità, sia per tematica e scelta delle parole con cui vengono celebrate la forza dell’amore e la paura costante della perdita di questo. L’amore è un sentimento da proteggere, da custodire e tutelare dalle forze caotiche dell’antimondo, che cercano di intaccarne la purezza. Le immagini evocate nel pezzo sono capaci di portare chi ascolta in una dimensione quasi ultraterrena, e non è forse questo che ci si dovrebbe aspettare dalla musica nella sua interezza?

I successivi due brani ci riportano a una certa pacatezza, non certo scevra da considerazioni importanti. In Notte Giardini si mette a nudo, e gli arrangiamenti più intimi lo accompagnano nel raccontare una parte di sé. Si respira maggiormente, seppur la cupezza resti un velo sempre presente, per poi passare a Le tue mani, scritta e interpretata da Cristiano Godano (voce dei Marlene Kuntz), che, elegante, equilibrato e suadente, porta un messaggio altrettanto intenso rispetto a quello di Giardini: la consapevolezza dell’amore perduto e l’accettazione necessaria della perdita. A questo pezzo, che chiude la prima parte dell’album e incede come marcetta pur mantenendo un messaggio inevitabilmente doloroso, in cui il peggio pare essere passato, risponde idealmente Nei giardini tuoi, dove viene cantato il dolore che comporta il processo dell’accettazione e della liberatoria rinascita.

Tra i due pezzi si colloca un altro momento altissimo del disco, Versus minorenne: qui vediamo idealmente Umberto Maria Giardini allo specchio mentre si rivolge a un sé ragazzo. Con l’affilatezza tipica dell’attitudine rock, le parole di disincanto che vengono rivolte alla sua immagine mostrano quanto poi la realtà sia diversa da come tutti ce l’eravamo immaginata da giovani, non senza rimpianti e non senza, comunque, fierezza per ciò che si è.

A seguire, Muro contro muro, canzone struggente scritta dal maestro Floriano Bocchino, che racconta, in maniera romantica e devastante, di un amore non più corrisposto, e Figlia del corteo, una ballata morbida, delicata e sempre velata di malinconia con un lirismo intenso che si svela ascolto dopo ascolto. Poi il cerchio si chiude: la title track Mondo e antimondo è il bilancio finale di ogni tema affrontato nell’album e una considerazione personale e sentita di Giardini come artista e come persona, dove viene ancora una volta messo in evidenza il disincanto già tratteggiato in Re, assieme a un certo disinteresse per quello che avverrà: sintomo non di resa, ma di autenticità rispetto alle dinamiche caoticamente ipocrite che interessano ogni aspetto della società.

In chi ascolta con attenzione dischi di questo tipo, si insinua il dubbio, si apre la mente, si rivela la piaga nascosta, perché in qualche modo si possa tamponare prima che avvenga veramente il danno, posto che vi si possa rimediare. Giardini ci racconta un mondo dove il valore del sacrificio è diventato eroismo gratuito, attraverso un bilancio esistenziale sentito e poetico come raramente capita di trovare nelle uscite musicali odierne e che proprio per questo vale la pena ascoltare.

Track List

  • Re
  • Miracoli ad alta quota
  • Andromeda
  • La notte
  • Le tue mani (feat. Cristiano Godano)
  • Versus minorenne
  • Nei giardini tuoi
  • Muro contro muro
  • Figlia del corteo
  • Mondo e antimondo

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