Something to Fight With<small></small>
Rock Internazionale • Folk • indie-folk, indie-rock

Town Of Saints Something to Fight With

2013 - Snowstar/Rough Trade

10/01/2014 di Laura Bianchi

#Town Of Saints#Rock Internazionale#Folk #Indie-folk #Indie-rock

DUE BUSKER ALLA CONQUISTA DEL MONDO MUSICALE: I TOWN OF SAINTS

Prendete un ragazzo olandese con la chitarra, Harmen Ridderbos, e una ragazza finlandese con il violino, Heta Salkolathi, busker per scelta; fateli incontrare  in Austria in occasione di un corso di songwriting, e fate scoccare una scintilla, alimentata dalla comune passione per il folk e per  la musica indie. Un ottimo incipit per un romanzo non solo sentimentale, ma anche artistico: il titolo? Town of Saints, il nome che i due si scelgono per iniziare la loro avventura.

Il romanzo continua: i due iniziano a suonare insieme, e decidono di metter su casa in Olanda, a Groninga, città cosmopolita e universitaria per eccellenza, a sancire l’appartenenza europea del sodalizio. In breve, al ménage si aggiunge (solo musicalmente…) un terzo non incomodo, il batterista Sietse Ros, con cui i due girano tutta Europa, mietendo consensi ovunque. Ma è proprio a Groninga, in occasione della Eurosonic Noorderslag, una quattro giorni di showcases per i gruppi giovanili, che accade l’evento culminante di questo capitolo del romanzo: il gruppo viene notato e firma per la Snowstar Records, etichetta olandese attenta alla promozione della musica di qualità. Nasce così, dopo due ep, il loro primo disco full length, Something to Fight With. Undici brani energici, coinvolgenti e freschissimi, che strizzano l’occhio a melodie folk grazie ad arrangiamenti accurati, basati su una ritmica incalzante, ma non martellante, e con un intreccio vocale suadente.

I Town of Saints non pretendono certo di portare un nuovo verbo nello scenario indie folk contemporaneo; l’ascolto ripetuto di brani come Direction o come Going Back in Time rivela ispirazioni ben precise (dai Mumford & Sons agli Avett Brothers, dai Lumineers ai Band of Horses), mentre i Waterboys e i Pogues  fanno capolino qua e là (come in The Endless Unknown). Ma il disco è piacevole, le voci ben impostate, i testi giovanilistici senza essere stucchevoli.

La band è alle prese con un lungo tour; inizia un nuovo capitolo del romanzo. Se il gruppo giocherà bene le sue carte, emancipandosi dalla sudditanza nei confronti dei suoi ispiratori, sarà pronto per scrivere il lieto fine.

Track List

  • Stand Up
  • Trapped Under Ice
  • Direction
  • Euphrates
  • Going Back in Time
  • Dress Up Night
  • Easier on Paper
  • Something to Fight With
  • Carousel
  • New Skins
  • Stand Up pt. II