Carrie & Lowell<small></small>
Americana • Folk • singer songwriter

Sufjan Stevens Carrie & Lowell

2015 - Asthmatic Kitty

21/05/2015 di Fausto Gori

#Sufjan Stevens#Americana#Folk #Indie-folk

Sufjan Stevens è tornato alla musica che più gli appartiene, ovvero a quell'essenza folk, tra strumentazioni acustiche, cori femminili e piccole aggiunte elettroniche, che gli ha permesso di fare due dischi notevoli come Seven Swan e Michigan ma sopratutto Illinois, ovvero uno dei pochi veri capolavori di genere del nuovo millennio e punto di riferimento di tutta la scena indie-cantautorale americana ma non solo.

Diciamolo subito, nel nuovo disco, atteso da ben cinque anni, non c'è la dirompente voglia creativa di Illinois o del precedente folktronico Age of Adz, l'autore non mira a questo, c'è invece l'urgenza di raccontare la sua vita, di scrivere un diario intimo e musicale dove emerge una sacra accettazione della vita, con i suoi dolori, misteri, speranze. In Carrie & Lowell (i nomi della madre e del patrigno), dove gli arrangiamenti si confermano di certosina maestria, è il cuore di Sufjan che colpisce a fondo, un cuore che usa la sofferenza e la fragilità non in modo distruttivo, ma in direzione opposta, ovvero verso quella bellezza fatta di umanità e compassione che è legata in modo credibile al "martirio" della sua fede cristiana. Infatti, il tema tragico del disco, legato alla sua infanzia e all'abbandono subito da parte della madre (malata di schizofrenia), riesce a trasformarsi in poesia pura e illuminata commiserazione quando Sufjan arriva a perdonarla, a comprenderne le difficoltà, a dirle che non poteva fare altrimenti, insomma, un atto d'amore di divina provenienza: “Ti perdono, madre, ti sento e vorrei essere vicino a te ma ogni strada porta a una fine, si ogni strada porta a una fine” (dal toccante quadretto folk iniziale di Death With Dignity). “Hai ricevuto abbastanza amore, mia piccola colomba? Perchè piangi? Mi dispiace essermene andata, ma era per il meglio anche se non mi è mai sembrata la cosa giusta da fare” (dall'ipnosi pianistica di Fourth of July).

Sorvolando i vari paragoni tematici con l'ultimo lavoro di Kozelek (Benji), con la delicatezza vocale del Paul Simon più intimo e la trasparenza emotiva di Nick Drake, nei bellissimi testi, a fare da cornice al suo sofferente e amorevole rapporto materno, ci sono i riferimenti di sempre riguardo le ricchezze naturali dell'Oregon (luogo di incontri con la madre), gli insetti e soprattutto gli uccelli, simbolo cristiano e di pace che si ricollega, ad esempio, alle grandi ali colorate che spesso Sufjan ha indossato in molti suoi concerti passati. Durante l'ascolto si continua a “volare” incantati dalla avvolgente malinconia pittorica sospesa tra rimpianto e fatalità che permea la splendida Should Have Known Better , dallo sconforto che avvolge il ritmo ansiogeno di Drawn To The Blood o dall'enigmatica John My Beloved che vive del paragone basato sul dialogo tra Gesù e l'apostolo Giovanni.

Non il suo disco più originale e rappresentativo ma sicuramente quello più intenso, intimo e profondo, Carrie & Lowell è solo il continuo di un personale percorso artistico iniziato ad inizio millennio, dove un giovane ragazzo di Detroit dotato di autentica sensibilità e geniali capacità musicali identifica la sua vita con la musica in un tutt'uno difficilmente scindibile, come solo gli artisti e non di meno gli “angeli”sanno fare.

E' un disco che commuove nella sua drammatica sincerità fatta di conflitti interiori appena abbozzati, ma indiscutibilmente presenti e accettati col sostegno consolatorio di una fede reale e incantata dalle bellezze del creato: “Dovrei strapparmi il cuore? In qualche modo, qualsiasi cosa provo torna a te. L' unico motivo per cui continuo comunque è la fede che ho nella ragione, ho sprecato la mia vita a fingermi stupido. Segni e bellezze: le buie Sea Lion Caves Cieca fede, la grazia di Dio, nient'altro da impartire”(dalla struggente sobrietà folk di The Only Thing).

Se è vero che la pacata omogeneità sonora generale potrebbe annoiare le menti più adrenaliniche, è altrettanto vero che con il proseguire degli ascolti e la comprensione umano-poetica- musicale, basata su una sequenza di melodie semplicemente perfette, ad un tratto, ci si sente parte di una “rivelazione”dove le percezioni intime e emozionali del disco si elevano in quei modi universali che, per intensità, possono appartenere solamente ai grandi dischi e alle migliori opere d'arte.

Carrie & Lowell è un diario a cuore aperto, scritto con la purezza di un bimbo e una dolcezza infinita, quasi non terrena, ma piena di quella sincerità a cui inconsapevolmente si rimane aggrappati. Insomma, un disco che ti entra dentro si pian piano e in modo sommesso, ma poi ti avvolge e violenta con il mistero del dolore che si tramuta in grazia e luce tenue, imprendibile, bellissima.









 

 
 

 



 

 

 

 

 

 

Track List

  • Death With Dignity
  • Should Have Known Better
  • All of Me Wants All of You
  • Drawn To The Blood
  • Eugene
  • Fourth of July
  • The Only Thing
  • Carrie & Lowell
  • John My Beloved
  • No Shade in the Shadow of the Cross
  • Blue Bucket of Gold

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