Lamentarsi come ipotesi<small></small>
Italiana • Canzone d`autore • folk

Peppe Voltarelli Lamentarsi come ipotesi

2014 - On the Road/Universal

11/03/2014 di Laura Bianchi

#Peppe Voltarelli#Italiana#Canzone d`autore #Folk

L’IPOTESI DI VOLTARELLI: IRONIA E MUSICA

Il percorso artistico a tutto tondo di Peppe Voltarelli sta vivendo un’importante tappa: un nuovo lavoro musicale, Lamentarsi come ipotesi, uscito a fine febbraio per Universal, e il suo primo romanzo, Il Caciocavallo di Bronzo, pubblicato da Nuovi Equilibri, testimoniano il momento magico del quarantaquattrenne cantastorie calabrese, premio Tenco nel 2010 per la canzone in dialetto e giramondo per vocazione: basta seguire il suo sito www.peppevoltarelli.net per vedere che suoi concerti sono previsti non solo in Italia – il prossimo, il 15 marzo, al mitico Folk Club di Torino -, ma in tutta Europa, da Parigi a Berlino, e anche per leggere lusinghiere recensioni, dal Canada o dall’Argentina.

Voltarelli, negli oltre vent’anni di attività, dal 1990 fino al 2005 col gruppo combat folk Il Parto delle Nuvole Pesanti, poi da solo, seppur con progetti musicali, cinematografici e teatrali che l’hanno visto collaborare con numerosi artisti, ha fatto della coerenza la propria cifra espressiva: la fedeltà alle radici di una Calabria amata da pochi, tradita da troppi, e che nel disco viene ricordata non solo con due brani in dialetto (di cui uno, Tu volissi ridere, particolarmente evocativo, con voce, violino e il piano di Tiziano Borghi), ma anche con una serie di riferimenti a situazioni e climi, vissuti e rivisitati con la maturità dell’uomo che ha viaggiato e compreso, come ne Il monumento, metafora del bisogno di un punto di riferimento sicuro e condiviso.

La scrittura di Voltarelli rende omaggio a grandi della canzone italiana, da Modugno, che è protagonista di Voleva fare l' artista, uno dei suoi recital più riusciti, fino a Conte, che si ritrova nel sapiente e ironico uso delle sdrucciole, la forma metrica più musicale, di cui maestro e allievo sono abili manipolatori (come in Pipa, con il delizioso cameo della voce del cantautore argentino Kevin Johansen); e i temi presentati, che trattino il privato o si addentrino nel sociale, come si diceva decenni fa, mantengono una qualità altissima, sostanziata da una sapiente miscela di colto e popolare, sarcasmo e lirismo, fino al divertissement mai fine a se stesso, come nel pezzo che dà il titolo al disco, con tanto di soprano (la fiorentina Letizia Dei) e di fanfara (Max Dedo) in un crescendo da opera buffa, subito smorzato dal parlato perplesso dello stesso Voltarelli.

Il discorso proposto dai testi è potenziato da sonorità immediate e accurate insieme, impreziosite dal tocco esperto di Finaz, chitarrista dei Bandabardò, qui in veste di arrangiatore e solista di lusso (come nello struggente tango La Zattera, in cui brilla anche Riccardo Tesi, o in Sciakatan, jazz manouche con vista sulla piana di Sibari); il ritratto impietoso, caustico, ma anche dolente ed estenuato, di un uomo marginale, perdente, eppure profondamente innamorato della vita. Lamentarsi come ipotesi di (r)esistenza; volere La mar en coche, espressione argentina per dire “volere la luna”, e cantare l’impossibilità di arrivare dove si vorrebbe; scalpitare perché Qui non succede mai niente (ma niente di niente, come Otello Profazio dice al telefono durante la canzone); desiderare un mondo in cui sperimentare la libertà, sognarlo, e viverlo fra le note di una chitarra;  volare, come il protagonista cantato da Modugno, alti sulle miserie quotidiane. Un invito, quello di Voltarelli, da cogliere al volo, appunto, per fare di questo disco un viatico in questa imminente primavera.

Track List

  • Qui non succede mai niente
  • Io tu loro noi
  • La mar en coche
  • Sciakatan
  • La zattera
  • Il monumento
  • Lassami
  • Pipa
  • Il martello
  • Lamentarsi come ipotesi
  • Tu volissi ridere
  • Specialità della casa

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