MULO DE PAESE<small></small>
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Marongiu E I Sporcaccioni MULO DE PAESE

2020 - Boogie Records

22/04/2020 di Laura Bianchi

#Marongiu E I Sporcaccioni#Rock Internazionale#Rock

Davvero è importante capire il dialetto bisiacco? Davvero è importante capire il dialetto in genere, per apprezzare un pugno di canzoni? E che dire, allora, degli artisti che cantano in inglese, spagnolo, francese...? Non abbiamo scuse: occorre che ascoltiamo Claudio Marongiu, fondatore e leader di Marongiu & I Sporcaccioni, che, dalla zona di Gorizia, ci propongono il loro terzo lavoro, Mulo de paese.

Il quintetto travolge con un'energia grezza, ironica, dissacrante, impregnata di ironia e di hard rock, con pennellate blues, garantite, in questo disco, anche dal tocco magico di Antonio Gramentieri, produttore del lavoro, che si diverte anche a completare con la sua inconfondibile chitarra, oltre che con l'esperienza nata da collaborazioni prestigiose (Hugo Race, Howe Gelb, Alejandro Escovedo).

Da San Canzian d'Isonzo a Modigliana, il passo sembra essere lungo, e invece i due mondi sono accomunati da una dimensione di genuinità e dal fatto che sono tutti muli de paese, ossia (ex) ragazzi che sognano di fuggire dalla provincia, ma che vi restano legati, per cantarne l'essenza, senza idealizzarla né rinnegarla. Ne sono testimonianze pezzi come quello che dà il titolo all'album, dal tappeto di chitarre hard e dal ritmo indiavolato, oppure Isons, stralunata storia di passione tutta bisiacca, o ancora la trucida Droga & teppisti, assolutamente politically incorrect, ma divertentissima, che ricorda la vena irridente degli Skiantos o degli Ufo Piemontese.

Il gruppo gira che è un piacere: Andrea Farnè al basso, e  Michele Cuzziol, alla batteria, con contributi delle percussioni di Denis Valentini e della tabla di Vince Vallicelli, forniscono il ritmo giusto; il nuovo chitarrista Giovanni «Gioppi» Bertossi incrocia gli AC/DC con il punk (si ascolti Febbre per capire a che latitudini ci troviamo); Enrico Granzotto alle tastiere dimostra versatilità, sia che descriva atmosfere tex mex come Imbriaga, sia che si immerga in sonorità alla Iggy Pop, come in Pronto a guar. Qua e là, inoltre, troviamo la chitarra di Gramentieri, a dialogare con un gruppo dalla personalità ben definita: si incrociano così gli episodi più intensi, come lo spoken word Condannà, sospesa confessione autenticamente blues, sorretta dal sax di Franz Valtieri e Gianni Perinelli, e dalla voce di Joe Perrino, o la nostalgica No me ricordo più, che rievoca gli Stones di Exile, con un crescendo trascinante.

Da tutte le tracce, comunque, emerge prepotente una grande forza espressiva, che immaginiamo ancora più trascinante durante i live; ci auguriamo che il gruppo possa esprimersi presto, per presentare il disco nella dimensione più congeniale.

Track List

  • Pronto a guar
  • Volpe Russa
  • Sio Buck
  • Condanna`
  • No me ricordo più
  • Isons
  • Mulo de paese
  • Droga & teppisti
  • Gerry
  • Viva Adelina
  • Febbre
  • Bisiac e no Furlan
  • Imbriaga
  • Veci nevrotici

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