Marcello Capozzi Offshore
2022 - I dischi del minollo
In modo lento, ma costante, Capozzi ha steso un vero e proprio progetto unitario, con un soggetto che solo in parte riflette le caratteristiche dell'autore, sospeso tra Italia, Inghilterra e altre dimensioni, e che affronta una vicenda distopica, ma contemporanea, strutturata in tre stagioni, ciascuna con caratteristiche precise.
Nasce così Offshore, serie in musica, dominata dalla voce potente e inquieta di Capozzi, sostenuta da un ampio uso dell'elettronica, sospesa fra canzone d'autore e indie rock, che rifugge da ogni classificazione rigida, per invitare l'ascoltatore a un'esperienza più ampia, narrativa e uditiva.
La tripartizione in stagioni, contenenti ciascuna tre brani, aiuta nel ritrovare una sorta di filo logico e acustico, per immaginare una figura complessa, affascinante, in perenne meditazione filosofica e quasi metafisica e alla ricerca di una dimensione autenticamente libera. Dall'Italia Dei miei stivali, vivida invettiva di sapore dantesco, al London Bridge, fino a una Fine mondo (Pianeta Schengen), e a un viaggio alla fine dell'universo, Capozzi e Carlo Natoli, ingegnere del suono e coproduttore del progetto, oltre a un manipolo di musicisti siciliani (Sergio Battaglia, Andrea Sciacca, Salvo Scucces, Vincenzo Di Silvestro), ci conducono in un cammino a riveder le stelle, ma anche dal sapore pinkfloydiano.
La psichedelia di cui è impregnata l'atmosfera londinese si riverbera, nei suoni, in modo evocativo, e costituisce una trama che sostiene l'impianto complessivo, come in Six Years Later, brano strumentale che vede la collaborazione di Salvo Scucces e che sembra segnare lo svolgersi della vicenda con un andamento cinematografico, oppure nella title track, che, col suo ritmo da bolero, rappresenta la sintesi di un lavoro di ricerca musicale che fa ben presagire per lo sviluppo della creatività futura dell'artista.
I brani si susseguono con un continuum che coinvolge, ricchi di echi e sfumature, dalla litania di precise parole della già citata Dei miei stivali fino al meditativo brano Mors tua, in punta di chitarra, intarsiata da suoni elettronici. E, se i cervelli in fuga, poi, torneranno da noi con tante stimolanti idee, li saluteremo con entusiasmo.