Marcello Capozzi

special

Marcello Capozzi Il video di Modello 730 in anteprima

12/09/2021 di Ambrosia J. S. Imbornone

#Marcello Capozzi#Italiana#Canzone d`autore

Una dichiarazione di redditi e vantaggi mancati, per rimanere lontani da compromessi e collusioni, una canzone sobria e insieme drammatica, con chitarre pensose e malinconiche e un video in cui si racconta un mare che di solito non si vede, quello delle paranze notturne, di un lavoro oscuro e faticoso, cosi' come quello tempestoso di Haiti. Non scenari turistici e idealizzati, ma la concretezza della vita reale con le sue ombre, senza illusioni.
A ben 8 anni dall’album Sciopero (Seahorse Recordings/Audioglobe), il cantautore partenopeo Marcello Capozzi, che aveva anche aperto i concerti di Cesare Basile, Marlene Kuntz e Paolo Benvegnù, torna finalmente con un nuovo disco; dal 2015, quando aveva già cominciato a lavorare al suo secondo cd, vive a Londra e infatti in Offshore segue le vicende e i cambiamenti di un personaggio che dall’Italia si trasferisce in UK. Si osserva nel lavoro una progressiva dilatazione ambientale “da miseria iniziale a entusiasmo per nuovi scenari e ricostruzione relazionale, fino a una sorta di “svolta ontologica” che avviene a metà tracklist (sventurato incrocio col terrorismo internazionale)”; analogamente vi è anche un progressivo passaggio dall’italiano all’inglese nelle canzoni. L’album è diviso in tre parti e uscite, anzi in tre stagioni, tre cicli di tre episodi ciascuno; ogni stagione sarà caratterizzata da diversi field recording e cambi sonori. La prima parte sarà pubblicata a breve dall’etichetta I dischi del minollo, il 21 settembre e oggi vi presentiamo il video della prima canzone, Modello 730, che è presentato così:

È il racconto dell’ultimo periodo in Italia vissuto dal personaggio protagonista. Prologo con metaforica dichiarazione dei redditi (mancati): paradossale, nel contesto di un concept seriale intitolato Offshore e dei suoi variegati risvolti semantici (tra cui il richiamo ai torbidi paradisi fiscali come luoghi remoti di occultamento di capitale illecito). La condizione di personale ambascia non appare accidentale, ma sembra determinata anche da dinamiche sociali esterne, certamente non prive di opacità, se non addirittura costituite da elementi di vera e propria cultura mafiosa. L’incipit muove dalla prossimità, “I parenti che non ho votato” è il verso di apertura del brano e dell’intero album. Eppure, il tragitto globale della serie musicale Offshore, ora solo alle prime battute, è destinato ad esplorare distanze incommensurabili e a procedere verso l’universale. Il video è stato girato in Campania (durante una battuta di pesca a strascico) e al principio di una tempesta lungo le coste di Port-au-Prince, Haiti. Le paranze notturne, che vanno a caccia di pesci di piccole dimensioni da irretire, sono un riconosciuto riferimento nell'immaginario di determinate organizzazioni criminali: paranze sono anche i loro gruppi di fuoco. Con tale suggestione posta sul piano visuale, associata all'andamento ipnotico delle riprese, il video arricchisce il brano di un'ulteriore sfumatura di senso nell'evocare uno scenario di generale cupezza.

Nel video, il mare allora non è rappresentato nella sua bellezza accogliente, ma con colori freddi e fulmini, come un luogo silenzioso e buio dove non c’è luce su ciò che accade e si svolge un lavoro faticoso che resta oscuro come la notte. Anche i bagliori sull’acqua appaiono d’altronde sinistri; sul bianco, nero e grigio del mare e del cielo si stagliano solo colori “violenti” come l’arancio e il rosso dei lavoratori e dei loro macchinari. Se pensiamo invece alla paranza non come battuta di pesca, ma come gruppo criminale, come trappola e mattanza, allora possiamo immaginare il mare come metafora di una “terra di nessuno” che può diventare scenario di attività illecite. Non assistiamo quindi a immagini stereotipate da dépliant turistico, ma alle ombre della vita reale, da osservare con sguardo disilluso e da cui partire nel proprio viaggio di emigrante.

Nel brano si notano chitarre pensose e malinconiche, con punte dolorose e struggenti, atmosfere cupe e a tratti quasi sospese, perché non sono mai squarciate dall’irruzione della luce; anche i sassofoni contribuiscono con un tocco raffinato a uno scenario che resta in qualche modo austero e asciutto e colpisce proprio per questa sua elegante uniformità, a suo modo drammatica, ma assolutamente sobria.

La canzone e il suo video appaiono in qualche modo l’antefatto della partenza per l’Inghilterra: si elencano infatti tutti i profitti che non si sono voluti trarre dalla connivenza e dall’ossequio a personaggi poco raccomandabili; non si sono cercati santi in paradiso, non si sono votati parenti politici, non si sono avallate azioni e idee in cui non si credeva, nemmeno di presunti ribelli; il protagonista sembra allora, come il Dante del Canto 17 del Paradiso, fare “parte per sé stesso”, mantenere la sua autonomia per non scendere a compromessi, anche a costo appunto di dover lasciare la sua terra e quella che ancora nella Commedia si definiva “ogne cosa diletta più caramente”. Meglio non avere niente che dovere qualcosa a qualcuno che non ci convince o interessa, ma come spiegarlo in un mondo in cui tanti si fanno strada con pubbliche relazioni studiate, amicizie di convenienza e contatti giusti, al di là di qualunque merito?

Al nuovo progetto di Capozzi hanno lavorato l’amico Carlo Natoli (che, oltre a suonare nell’album e a esserne ingegnere del suono, si è occupato della produzione artistica del disco con il cantautore), i musicisti Sergio BattagliaAndrea SciaccaSalvo ScuccesVincenzo Di Silvestro, il songwriter e polistrumentista londinese Steve Head (nella cui casa-studio in Berwick Street, nel quartiere Soho, il lavoro al disco è ripreso con slancio fino alla conclusione), mentre Alessandro InglimaAndy JohnsonBarbara Slick hanno fornito un decisivo contributo alla parte video.

Non ci resta ora che lasciarvi al videoclip: buon ascolto e buona visione!




CREDITS VIDEO
Scritto e diretto: Marcello Capozzi | Andy Johnson.
Camera: Marcello Capozzi | Andy Johnson.
Editing: Andy Johnson.

CREDITS BRANO
Autore, compositore: Marcello Capozzi.

BAND
Sergio Battaglia
: sassofoni.
Marcello Capozzi: chitarra acustica, chitarra elettrica, drum machine, piano elettrico, sintetizzatori, voce.
Carlo Natoli: basso, chitarra elettrica, elettronica, sintetizzatori.
Andrea Sciacca: batteria.

Produzione artistica: Marcello Capozzi | Carlo Natoli.
Mix & mastering: Carlo Natoli (Rooftop Studio - London).

Record label: I Dischi del Minollo.
Distributor: Audioglobe.
Press office: Sfera Cubica.

Illustrazioni: Jessica Lagatta
Video project: Marcello Capozzi | Alessandro Inglima | Andy Johnson | Barbara Slick

Biografia

Marcello Capozzi è un musicista, autore e produttore nato a Napoli.
Sciopero, l’album d’esordio (Seahorse Recordings / Audioglobe) del cantautore partenopeo, fu inserito nelle pre-selezioni del Premio Tenco 2014 nella categoria Migliore Opera Prima, dando a Marcello l’occasione di suonare in svariate rassegne in giro per l’Italia, aprendo concerti di Cesare Basile, Marlene Kuntz e Paolo Benvegnù.
A inizio 2015, nel pieno della fase compositiva del secondo disco, Marcello Capozzi decise di emigrare nel Regno Unito, trasferendosi a Londra.
La decisione fu presa per le tipiche motivazioni economiche ma anche con l’obiettivo di realizzare un progetto che ormai si era fatto molto chiaro: mettere in scena il racconto di una storia legata a un unico personaggio in transizione nel Regno Unito verso lo spazio infinito. Un lungo viaggio, il cui vero oggetto di rappresentazione è l’incessante movimento energetico messo in campo da un essere umano, nel momento in cui deve superare l’ostacolo che di volta in volta si para davanti. È la storia di un personaggio  e del suo viaggio verso l’universale, in una dimensione olistica, dopo avere attraversato con ardore alcune delle maggiori sfide presentate dal vivere in società nell’epoca contemporanea.
Benché il processo compositivo fosse sostanzialmente concluso un anno dopo l’arrivo a Londra, la gestazione dell’intero progetto ha dovuto fare i conti con i tempi lunghi di ricostruzione di una nuova stabilità esistenziale.
Sono stati anni di lontananza dalle pubblicazioni ufficiali, ma di appassionata e paziente fedeltà a un progetto esteticamente molto ambizioso, che ha saputo gradualmente intrigare tanti artisti pronti a farsi coinvolgere a vario titolo in fase produttiva. In primis Carlo Natoli: musicista e ingegnere del suono, nonché neo-amico fraterno, che ha condiviso la produzione artistica insieme a Marcello Capozzi.
I raffinati musicisti siciliani Sergio BattagliaAndrea SciaccaSalvo ScuccesVincenzo Di Silvestro.
Il songwriter e polistrumentista londinese Steve Head (la sua casa-studio in Berwick Street, nel quartiere Soho, è stata decisiva nello stimolare il definitivo rilancio dei lavori).
Alessandro InglimaAndy JohnsonBarbara Slick hanno collaborato alacremente alla parte video.
Al progetto grafico Jessica Lagatta: disegnatrice che vanta, tra gli altri progetti editoriali, la realizzazione delle illustrazioni per il libro “Diario di un’apprendista astronauta” di Samantha Cristoforetti (La Nave Di Teseo).
Un collettivo di persone che in vari casi non si conoscono tra di loro, ma che hanno tutte desiderato esserci, contribuendo alla realizzazione di un’opera di grande coesione.

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