
Gerardo Balestrieri The Best of
2023 - L`Orto - Ingrooves
L’opera inizia con tre canzoni che hanno come cardine l’amore, o comunque qualcosa che rimanda al provare sentimenti, ma con due accezioni differenti: Saria e Rouen parlano di incontri ed hanno come sfondo il vino a riscaldare le atmosfere, mentre Dimmelo è un invito all’altra persona a rivelare ciò che sente e l’assicura che il tempo non cancellerà mai la propria dichiarazione.
La canzone delle ossa ci riporta alla Leningrado degli anni ’40: nello scenario del freddo sovietico nasce una storia di contrabbando di dischi e di parole segrete incise sulle pellicole a raggi x. Le sonorità e l’ambientazione cambiano con Dancing, pezzo pop che rimanda all’estate e in cui il ballo diviene veicolo di spensieratezza. Invece Mia amada parla di un amore tzigano e di abbandono; infatti, nella storia, la donna lascia l’uomo ed egli si ritrovare da solo a fare i conti con sé stesso e con il proprio cuore spezzato.
Poi il disco parte con il primo omaggio ad artisti che ispirano Balestrieri: La giostrina del progresso è un adattamento in italiano a La complainte du progrès di Boris Vian. Arrivano in sequenza due canzoni d’amore: Pernilla racconta la storia di una donna-cavallo, in cui il narratore canta il suo amore per lei, mentre ne Il gusto nel niente e nel sorridere l’amore è per la vita, è l’invito a godersi le piccole cose e tutte le emozioni che circondano una persona. Il secondo omaggio è dedicato al poeta francese Charles Baudelaire: L’anima del vino è un adattamento in italiano a L’âme du vin.
Il disco ci porta poi in due spaccati che riguardano la sensazione di vuoto e di solitudine: Il blues del putagè parla di un amore che si spegne e a riscaldare il cuore abbandonato rimane solo una stufa; diverso è lo scenario di Vento e blu in Piazza San Marco, dove viene raccontata la Venezia del periodo pandemico e il vuoto che porta con sé il vedere la città svuotata di vita. La musica poi sembra portarci a Parigi, dove Orchestra parlante è uno swing simile a quello dei primi anni del ‘900. Il viaggio in Francia continua con due omaggi: L’Etrangère è un omaggio all’omonimo romanzo di Albert Camus, invece Son snob è la seconda dedica a Boris Vian, in cui viene adattata in italiano la sua Je suis snob.
Si entra nella profondità dell’autore: Canzone nascosta è un brano in cui le atmosfere create dalla musica lo rendono molto intimo e personale. Il disco si avvia alla propria conclusione con due canzoni tratte dal disco dedicato a Corto Maltese, Canzoni del mare salato: Favola di Venezia parla della città e delle storie di alcuni personaggi che la animano, mentre Rasputin racconta sé stesso ed esalta la propria figura di uomo di potere. A chiudere definitivamente l’album c’è la bonus track già citata L’âme du vin.
Gerardo Balestrieri compie un viaggio nella propria storia e include nel suo The Best of i pezzi più importanti, intimi e profondi del proprio repertorio. Un viaggio non semplice, perché può risultare complesso scegliere il meglio di 8 dischi precedenti e includerli con nuova linfa in un album che deve racchiudere il meglio di una discografia di 15 anni. Sono le abilità dei musicisti e dell’autore a dare un senso all’opera e a dettare la linea che compone la raccolta, rendendo unico e autentico il viaggio in 15 anni di suoni, ricordi e storie che avvalorano il lavoro di Balestrieri e di ogni musicista che ha partecipato alla realizzazione di questo album.