
Chemako Chemako
2012 - Ultra Sound Records
I nostri tre partono con il piede giusto e danno alle stampe un bel lavoro maturo ed energico nelle cui undici tracce, anche se è il blues a farla da padrone, esplorano territori diversi come il folk e la musica d’autore. Tranne due sole cover, i brani hanno tutti la firma di Gianfranco Scala che si rivela pertanto non solo musicista sopraffino ma anche autore di talento. Per realizzare il disco sono stati invitati parecchi amici, primo fra tutti Marcello Milanese, anche lui bluesman di lungo corso, che dopo la registrazione è entrato di diritto in formazione. La scelta degli ospiti è davvero felice e la loro alternanza, pur nell’omogeneità complessiva dell’album, favorisce una notevole varietà espressiva rendendo l’ascolto del cd molto coinvolgente e piacevole. Difficile stabilire quali siano le cose migliori. Di sicuro Let it burn wild in cui la bravissima Debbie Walton, accompagnata dal solo Scala alla chitarra acustica, emoziona per l’intensità dell’interpretazione e la stupenda Save the moon dall’incedere lento in cui la slide di Scala e il pianoforte di Riccardo Maccabruni ricamano intorno alla bella voce di Angelica Depaoli. Davvero ben riuscite The ocean song di Gayla Drake Paul, presente la stessa autrice alla voce, una ballata spruzzata di jazz dal flicorno di Max Paganin, e All things must pass di George Harrison, cui i Chemako danno un’interpretazione molto particolare grazie ancora una volta alla Depaoli. Non mancano i brani più trascinanti come l’ acustica Dry your tears in stile Mandolin Brothers con, non a caso, Jimmy Ragazzon al canto e all’armonica, l’elettrica Falling star in cui la slide di Maurizio Gnola duetta con Scala o il blues iniziale Red diamond train, scelto anche per un bel video di lancio.
Il nome Chemako “Colui che non ricorda”, deriva dal titolo di un albo di Ken Parker, in cui il protagonista del fumetto perde la memoria e viene accolto in una tribù indiana. Analogamente i nostri si sono dimenticati di essere cresciuti nella pianura pavese e scambiano il Ticino per il Mississippi suonando il blues come se in America ci fossero nati davvero. Non dimenticheranno invece facilmente questo disco tutti gli amanti della musica sincera, che viene dal cuore e tocca l’anima, perché come dice Jimmy Ragazzon nella nota introduttiva “il Blues è un sentimento che una volta provato non ti abbandona più”.