Bellujno<small></small>
Rock Internazionale • Alternative

Bellujno Bellujno

2023 - Viceversa Records

15/01/2024 di Luca Di Pinto

#Bellujno#Rock Internazionale#Alternative #desert-blues #Folk Blues

Vede la luce il nuovo progetto in solitaria di Luca Impellizzeri, al quale l’artista assegna il nome di Bellujno, optando per l’omonimia quale debutto sulla lunga distanza.  

Il disco incarna le tante anime del suo autore, già romanziere e critico cinematografico, oltre che mente (al fianco di Ivano Amata) del duo da Black Jezus, ammaliante canto delle sirene da cui Bellujno non pare scollarsi facilmente.
E in nome di quell’alt-folk di stampo spiritual, Bellujno accende un rogo inestinguibile e radicato, come tale è il senso letterario di The Wound & The Fury, singolo di lancio, deliberatamente ispirato al titolo di un romanzo di William Faulkner.

Scelta calibratissima come biglietto da visita, sicché, indagando, è presto svelata la coscienza di un lavoro che sarà pregno dei frammenti ivi inclusi: sghembe chitarre fumanti in singolar tenzone nell’arena western (riprese tarantiniane su sfondo morriconiano), e un rullante irrequieto che, a un certo punto, si allinea allo scenario scalpicciando con ostinazione e scatenando il putiferio di granelli da blues desertico (visione col patrocinio di una copertina in cui motteggia lo stilizzato arabeggiante di Francesco Toscano). 
Spunto da cui trae profitto l’album tutto, che da quei torridi venti si fa intimamente blandire, disvelando la pregiata produzione di Cesare Basile e del suo ngoni, suonato, fra le altre cose, con cura minuziosa (e che, a chiusura lavori, nello strumentale eponimo, elargisce i frutti contemplativi di un’estatica sospesa).

Singolo assortitissimo dunque, che si sfizia anche di un’elettronica posta di sbieco, autorizzata ingerenza a far visita ancora in Protobeginning, roco cantato di fauci fameliche, presagio di un afflato sciamanico con accesso a un sintetico micro groove (maquillage sinistro e misterioso, a metà strada fra John Grant e Nine Inch Nails). In quest’aria da deserti aridi e rintocchi western c’è anche un Waits che prova a schiarirsi la voce (Obsolete Dreamer, Greetings From Lynchburg, She Wore Black Velvet), in perfetta assonanza con le sue dinamiche blues e con le avvincenti cavalcate etniche dei Dirtmusic (qui Bellujno si supera e fila dritto nel radar Glitterbeat Records). 

Di buon grado si accoglie pure l’ipnotico kraut a rilento di Hey, Warmonger!, copiosamente diradato nello slowcore a tinte blues di Borders (una Anna Calvi al lavoro per i Red House Painters).

C’è da perdersi nei fitti reticoli saldati da Impellizzeri, ma è proficuo smarrimento, se poi a fine corsa resta accesa quella smania di un ripasso, arricchiti e rinfrancati da cotanto preziosismo. 

Track List

  • Protobeginning
  • Obsolete Dreamer
  • Hey, Warmonger!
  • Greetings from Lynchburg
  • The Wound and the Fury
  • She Wore Black Velvet
  • Borders
  • Bellujno