Zabala<small></small>
Americana • Country • Songwriting

Andrea Parodi Zabala

2021 - Appaloosa Records (Distr. IRD)

30/05/2021 di Marcello Matranga

#Andrea Parodi#Americana#Country

Non era una chimera questo disco. Poteva sembrare tale a furia di sentirne parlare dal suo autore fra una rassegna e l’altra. Sono passati quattordici anni da Soldati, venti dall’esordio di Le Piscine di Fecchio, album a suo nome. Undici dalla piacevole parentesi dei Barnetti Bros con Max La Rocca, Jono Manson e Massimo Bubola. Poi decine e decine di concerti, festival, rassegne con musicisti da ogni dove, italiani ed esteri. Viaggiare costeggiando i confini di luoghi e musicisti amati ed avuti spesso ospiti in manifestazioni come il Buscadero Day, ha finalmente permesso di condurre la nave in porto per l’attracco finale. Ed aperte le stive ecco scendere questo nuovissimo Zabala che potrebbe essere il coronamento di questa fase della carriera di Parodi grazie ad un album che ha, ad avviso di chi scrive, il grande pregio di non finire soverchiato dalla presenza massiccia di una serie di artisti che mettono i brividi solo a leggerne i nomi, ma indicano altrettanto chiaramente la direzione che emerge dall’ascolto di questo disco, e, non ultimo e meno rilevante, indica le radici della storia musicale di Andrea.

Sulla presenza degli ospiti è un grande pregio, sulla perizia strumentale e compositiva di molti di loro, non credo possano esistere dubbi. Eppure sono sempre discreti e perfettamente incastonati nella struttura della canzoni in cui appaiono. Il contributo diventa questione sostanziale quando si  ascolta il risultato finale delle canzoni, che beneficiano si un sound classicamente adagiato sulla strada di un songwriting di matrice spesso vicino, ma solo per una semplificazione quasi estrema, al Country, ma non solo. E poi le radici di Andrea che portano sulle strade di tanti suoi “eroi” musicali americani, ma che lasciano emergere tracce evidenti di uno sguardo volto a quanto di meglio ha potuto offrire questo paese a livello di cantautorato, quello più aperto a sonorità vicine al Folk Rock come De Gregori, Lolli, De Andrè, ma anche a sonorità visitate da Massino Bubola , o i Gang. 

Un macrocosmo che rifulge in canzoni come l’iniziale Buon Anno Fratello, Elijah Quando Parla, la coinvolgente I Piani del Signore, che diviene irresistibile quando arrivano gioielli come Gabriela Y Chava Moreno (un pezzo che potrebbe essere stato scritto da Tom Russell), la bellissima C’è, canzone d’amore e d’emozioni dall’andamento irresistibile, il sapore malinconico di Se Vedessi la Baia Ora. Ma in un plateau così ricco e piacevole, non si può fare a meno di citare la perla assoluta di un pezzo come Brasile, una canzone che è il capolavoro del disco. Una ballad che si sviluppa come un film, contraddistinta da un tappeto sonoro semplicemente perfetto, nella quale s’incarna perfettamente tutto quello che è stato, e probabilmente sarà scritto di Parodi e di questo Zabala.

Un solo pezzo in inglese, Where The Wild Horses Run, che funge quasi da ciliegina su una torta ricchissima che ci porta ad inebriarci di sentori e profumi che pur portandoci in terre lontane ci fanno confortevolmente sentire a casa. Un album che ci consegna parecchi spunti per una conversazione con Andrea andremo a fare a breve per entrare meglio negli aspetti anche meno apparenti di un lavoro simile.

Nel frattempo non lasciatevi scappare questo bel disco. Sarebbe un errore clamoroso.

 

 

Track List

  • Buon anno fratello
  • Elijah quando parla
  • I piani del signore
  • Where the wild horses run
  • Gabriela y Chava Moreno
  • Se vedessi la baia ora
  • C`&egrave;
  • Brasile
  • Tutti i pesci del mare
  • E` solo un fiore
  • Maya dei girasoli
  • Ninna nanna del maggio

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