Senghe<small></small>
Italiana • Alternative • dub, world

Almamegretta Senghe

2022 - The Saifam Group

18/06/2022 di Arianna Marsico

#Almamegretta#Italiana#Alternative

“Senghe in napoletano vuol dire “fessure”. Abbiamo immaginato un muro, all’apparenza compatto, ma che in realtà presenta delle crepe.  Un muro può dividere gli ambienti ma anche le persone all’interno della stessa casa, può essere un ostacolo alla comunicazione. Un muro può separare gli Stati, i Popoli. Le crepe in un muro sono quindi una possibilità; di far passare la luce, ma anche di parlarsi, di confrontarsi. “

Con queste parole Raiz spiega il titolo dell’ultimo lavoro degli Almamegretta, che si arricchiscono con l’ingresso al basso del produttore Paolo Baldini.

È la voce stessa di Raiz la luce che si insinua tra le fessure di un suono complesso e stratificato, che definire dub è riduttivo. C’è il ventre di Napoli ma c’è anche il ventre del mondo, quello dolente di una Madre Terra che si ribella al male che le stiamo facendo. Come se non ci rendessimo conto che rompendo il giocattolo finisce la magia della vita. Toy parla proprio di questo, mescolando inglese e napoletano nel campano, con la prima lingua che si poggia su saettate elettroniche e il dialetto su ritmiche più ariose e calde.  Infatti l’ecologia intesa come salvaguardia del pianeta per offrire un futuro a noi stessi e ai nostri figli, non necessariamente nel senso biologico del termine, è il tema portante del disco.  L’iniziale Figlio, che vede Paolo Turco alla scrittura, lo mette subito in chiaro: “E nun è figlio sulo chi t'è figlioÈ figlio pure chi nun t'assumigliaÈ figlio e chi se o pigliaE chi o sente”. C’è un dualismo tra ombra e luce nelle strofe, con la voce che sembra strisciare nei bassifondi dell’umanità per poi piano piano rialzarsi nel cercare di salvare il salvabile per il domani che verrà.

Sic transit gloria mundi, e Homo transient. Come gli antichi aramei erano nomadi, così l’umanità è errante, spaesata, inconsapevole di soggiacere a forze più grandi di lei. Nel brano tale forza è identificata con “a Legge e Dio, che regne o vacante e carne senza figlie ne figliastre ca fa gira stu munno attuorno o sole e l’universo”. Il ritmo del brano sembra nascere da un battito di mani, sembra quasi che “a Legge e Dio” e il pastore arameo del testo si confrontino, quasi sfidandosi, davanti a un fuoco acceso di notte, durante una sosta (ricordate la “nera signora” di Samarcanda?).

'Na Stella è una cover dell’indimenticato Fausto Mesolella che modernizza il suono dell’originale mantenendone intatta la dolcezza. La tile – track Senghe ci ricorda che siamo tutti uguali, con un ritmo cadenzato e inesorabile come il tempo che passa, a cui la voce di Raiz regala bagliori di umanità.

La conclusiva 'O Campo sembra finalmente sugellare una nuova pax tra Terra e Uomo: “nuje simmoUna facciaVuje site una faccia”. La chitarra di Adriano Viterbini aggiunge un tocco di misterioso deserto a queste “memorie dal suolo” (parafrasando Dostoevskij). E così, con questo lascito del campo, si conclude il viaggio di Senghe. Le fessure, e crepe, possono essere una forma di rinascita.

Track List

  • Figlio
  • Homo Transient
  • Toy
  • `Na Stella
  • Ben Adam
  • Senghe
  • Make It Work
  • Miracolo
  • Sulo
  • Water Di Garden
  • `O Campo

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