Il cantautorato ‘60/’70 si miscela al pop-rock 90’s in “Mantide”, il nuovo album dei 10 HP

Il cantautorato ‘60/’70 si miscela al pop-rock 90’s in “Mantide”, il nuovo album dei 10 HP


20/03/2020 - News di QALT

Anticipato dai singoli “Mantide” e “Figli della luna”, esce “Mantide”, terzo album dei siciliani 10 HP.

 

Autoprodotto (dopo l’esperienza con la Gallirecords), “Mantide” riporta i 10 HP in pista, dopo la pubblicazione degli album “Verde, Bianco e…Rock” (2007) e “L’ennesimo errore” (2010).

 

Trio formato da Giacomo Di Cara (voce e basso), Nicola Merlisenna (chitarra e cori) e Leonardo Brucculeri (batteria), i 10 HP sono una band che sembra saltata fuori dagli anni ’90 (mi vengono in mente alcune cose dei Timoria, sebbene i 10 HP se ne discostino abbastanza, come songwriting), quando il cantautorato di matrice italiana incontrava il pop-rock d’oltremanica, per dare vita a un ibrido mediterraneo che ha fatto scuola.

 

Al sound classico del trio rock, per questo nuovo lavoro, i 10 HP affiancano anche l’uso dell’elettronica, sebbene mai massiva e sempre legata a uno stilema 90’s.

 

E, come i già citati Timoria, sempre attenti alle tematiche dei propri album, spesso tendenti al concept, anche i 10 HP confezionano un lavoro dove «temi ricorrenti fanno riferimento al viaggio metaforico come racconto di un percorso introspettivo, alle domande sul senso della vita, alla difficile impresa di districarsi tra le mille insidie che mettono a dura prova la ragione e la lucidità dell’essere umano».

 

Le tematiche trattate vanno dall’immigrazione (“Figli della luna”) alle riflessioni sul senso della vita (“Se bastasse un segno”) fino alla brama narcisistica di denaro e successo (“Hai già venduto l’anima?”); non mancano le critiche ai media (“C’è un mondo”), l’analisi della dipendenza nei rapporti di coppia (“Mantide”), interrogativi sul mettere in discussione se stessi (“Sotto una nuova luce”), problemi adolescenziali (“Nella stanza di Chiara”), il viaggio (“Il sogno di Ulisse”, “La mia ragione che brucia”), l’inquietudine del dubbio (“Forse”).

 

Molto bello l’uso delle armonizzazioni vocali, quasi perenne, che dà corpo ai brani rendendoli accattivanti e complessi, nelle voci che si intrecciano tra di loro, a dare forza a degli arrangiamenti curatissimi e bilanciati, dove ogni strumento riesce a incastrarsi alla perfezione nel puzzle sonoro che i 10 HP compongono, di brano in brano, in “Mantide”.