live report
Ben Harper & The Innocent Criminals Roma, Auditorium Parco della Musica
Concerto del 04/08/2022
#Ben Harper & The Innocent Criminals#Rock Internazionale#Folk
Vedere Ben Harper con i The Innocent Criminals è sempre un'esperienza intensa, che spazia tra generi musicali, impegno sociale e spiritualità. C’è da dire che pochi musicisti perdono su disco (con tutto il rispetto per la sua discografia) come lui tanta è la potente bellezza che riesce a esprimere dal palco. L’esecuzione è un continuo tributo alla vita, all’amicizia che lega i musicisti: addirittura da 28 anni nel caso del batterista Oliver Charles e 29 nel caso del percussionista Leon Mobley. Un affiatamento che ha permesso loro di superare uniti momenti dolorosi come la perdita, nell’estate 2021, del bassista Juan Nelson.
Si inizia una Below Sea Level, direttamente dall'ultimo album Bloodline Maintenance, a cappella. Burn To Shine è una brezza blues - roots che ha un sua grazia leggera, come Diamonds On The Inside.
I momenti di maggiore intensità in un concerto che non conosce cali emotivi sono alcuni prettamente acustici o con la lap - guitar, puro sudore dell’anima, e quelli in cui vengono suonati i brani che riguardano più marcatamente l’autoconsapevolezza e i diritti civili come Don’t Give up On Me Now e Will To Live. Per non parlare dei momenti in cui sembra che in Ben Harper, già musicista eccelso, si incarnino Bob Marley e Joe Strummer per un’aura sciamanica: Jah Work, We Need To Talk About It (questa sempre dall’ultimo album).
With My Own Two Hands in questo senso è esemplare. Un’estasi dilata all’infinito, con Ben che salta sul palco, si dimena quasi come Santa Teresa nella statua di Bernini.
Chiunque avrebbe chiuso la serata qui, perchè dopo un tale climax andare avanti diventa sfidante. Ed ecco che invece torna, anche se, dopo tanta scossa emotiva, per cullarci in acustico, con la dolcezza di brani come Happy In The Sun e una chiusura solo note, senza parole.
Questa serata è stata un immenso atto di amore, e si sa "Nell'amor le parole non contano, conta la musica" (Quanto t’ho amato).
Si inizia una Below Sea Level, direttamente dall'ultimo album Bloodline Maintenance, a cappella. Burn To Shine è una brezza blues - roots che ha un sua grazia leggera, come Diamonds On The Inside.
I momenti di maggiore intensità in un concerto che non conosce cali emotivi sono alcuni prettamente acustici o con la lap - guitar, puro sudore dell’anima, e quelli in cui vengono suonati i brani che riguardano più marcatamente l’autoconsapevolezza e i diritti civili come Don’t Give up On Me Now e Will To Live. Per non parlare dei momenti in cui sembra che in Ben Harper, già musicista eccelso, si incarnino Bob Marley e Joe Strummer per un’aura sciamanica: Jah Work, We Need To Talk About It (questa sempre dall’ultimo album).
With My Own Two Hands in questo senso è esemplare. Un’estasi dilata all’infinito, con Ben che salta sul palco, si dimena quasi come Santa Teresa nella statua di Bernini.
Chiunque avrebbe chiuso la serata qui, perchè dopo un tale climax andare avanti diventa sfidante. Ed ecco che invece torna, anche se, dopo tanta scossa emotiva, per cullarci in acustico, con la dolcezza di brani come Happy In The Sun e una chiusura solo note, senza parole.
Questa serata è stata un immenso atto di amore, e si sa "Nell'amor le parole non contano, conta la musica" (Quanto t’ho amato).
