Guappecartò

interviste

Guappecartò Guappecartò e Sambol: amori migranti per la musica

26/02/2020 di Barbara Bottoli

#Guappecartò#World#Folk Tango Balcanica

Sembra che i Guappecartò siano i protagonisti di un romanzo francese, ricco di mistero, nel quale un gruppo di musicisti riesce a modificare le sorti della società grazie alla musica ed all'amore. In queste risposte i Guappecartò aumentano esponenzialmente il loro fascino, sembra di scorgerli tra palchi e viuzze, armati solo dei loro strumenti, con lo sguardo fiero, attraente e magnetico, comunicando passione e vita nella lingua universale della musica.

Il carisma dei Guappecartò si conferma nel nuovo album intitolato Sambol - Amore migrante, riescono a ricreare immagini, situazioni ed a comunicare emotivamente con i loro strumenti, non hanno bisogno di parole. In queste risposte sono riusciti ad amplificare il loro fascino, tra romantiscismo, favola e realtà: leggere che un gruppo di musicisti, in epoca contemporanea, ha scelto di mescolare e modificare la vita dei componenti, e che il destino li ha posti sulla strada di Sambol, assume significati preziosi che spiegano tra le righe delle loro parole.

Mescalina: Ciao a tutti, credo che una delle qualità dei Guappecarto’ sia quella di essere un vero gruppo, capace di creare sonorità uniformi come se foste un unico strumento, ma inizierei con le presentazioni: chi siete e, per ciascuno di voi, quale era il vostro progetto musicale personale?

 

Guappecartò: Siamo i Guappecarto’: al violino O' Malamente, che a 6 anni ha iniziato a suonare il violino e a studiare la musica classica, mentre verso i 14 anni ha scoperto nuove sonorità e nuovi strumenti, dal basso alla chitarra al pianoforte. Ha spaziato tra i generi più vari passando dal rock psichedelico al punk per arrivare poi a formare insieme a Frank e Zingarone i Guappecarto’. Alla chitarra Frank Cosentini: il suo primo gruppo è stato quello in cui suona tutt'oggi, ovvero i Guappecarto’. Ha ascoltato molto reggae, ma poi grazie all'esperienza parigina, ha scoperto nuovi generi musicali, cominciando a studiare jazz e passando anche alla musica brasiliana. Alla fisarmonica, Dottor Zingarone: ex chitarrista elettrico e cantante rock e metal, è arrivato ai Guappecarto’ passando per la musica popolare italiana, grazie anche allo studio del tamburo a cornice. Al contrabbasso Mr. Braga, arrivato nei Guappecarto’ nel 2009, che non aveva con sé ancora il contrabbasso. Era bassista con contaminazioni post rock e rock. Alla batteria e percussioni O' Brigante, arrivato nei Guappecartò nel 2015. Ha avuto diverse formazioni punk, rock, swing e trip hop.

Mescalina: Già in “Rockamboles” avevate unito la vostra musica al cinema con “Gatta Cenerentola” (vincitore di due David di Donatello e Ciak d’Oro), ma ancora prima vi eravate dedicati a Uroboro: è innegabile la vostra capacità di essere la colonna sonora ideale per le pellicole, per quale trama vorreste comporre?

Guappecartò: Qui la risposta è alquanto difficile. Veniamo da percorsi diversi e ciascuno di noi avrebbe risposte diverse. Sicuramente il modo con cui Nino Rota ha musicato le opere di Fellini è per noi fonte di grande ispirazione, ma purtroppo Fellini non c'è più. Ci piacciono in generale i temi del viaggio e le trame che appartengono a grandi personaggi, che anche nel loro piccolo hanno fatto della loro vita un'opera d'arte.

Mescalina: Siete nati come artisti di strada, vi siete trasferiti a Parigi e Madeleine Fischer vi ha “scoperto” durante una vostra performance, poi Mirjam Sambol dopo un’esibizione vi contatta per affidarvi le composizioni del padre, nei video si percepisce un carisma che “buca lo schermo” e un’energia che deve essere incredibile durante i live, quanto la strada vi ha formato?

Guappecartò: La strada è stata una scuola, che poi il teatro ha affinato. In strada la gente sceglie di fermarsi, ascoltarti e mettere qualcosa nel cappello. Grazie a questa esperienza, oggi quando saliamo sul palco, cerchiamo sempre di creare una complicità con il pubblico. Quando questa magia si crea, spesso dobbiamo trattenere le lacrime per l'emozione. E per fortuna succede molto spesso.

Mescalina: Sono anni che, ormai, vivete in Francia, come vedete il panorama musicale italiano e in cosa si differenzia da quello francese e più in generale internazionale?

Guappecartò: Una grande differenza tra i due paesi è sicuramente la varietà artistica e culturale che la Francia offre. Anche quando accendi la radio, ti rendi conto che ci sono delle stazioni radio dove scopri ogni giorno artisti diversi. Immaginate quello che può succedere girando tra le diverse sale e caffè. Purtroppo è difficile fare un confronto con il resto del mondo, bisognerebbe vivere un po’ ovunque per conoscere quello che succede tra le strade e i concerti. 

Mescalina: Avete dimostrato che la musica abbatte i confini e anche che può riscrivere la storia, oltre che essere salvifica, ma per voi cos’è la musica e “Sambol – Amore Migrante” che significato ha? 

Guappecartò: È l'amore di una figlia, Mirjam, che emigra fino a noi. E da noi può continuare ad emigrare, senza che ci siano confini ad impedirlo. La musica non conosce barriere, né tantomeno l'amore.

Mescalina: State mostrando coraggio, abbattendo le mode, comunicando un grande messaggio di libertà, dimostrando che la passione può smuovere “le regole commerciali”. Quale sarà il futuro dei Guappecarto’?, come se

Guappecartò: Per ora noi continuiamo a girare il più possibile, e in più posti possibili. Abbiamo fatto una scelta molti anni fa, scommettendo la cosa a noi più cara: le nostre vite. Credo che non ci siano molte altre alternative.

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