Gang con Lorenzo Lerry Arabia, Gianluca Morozzi e Oderso Rubini

Gang con Lorenzo Lerry Arabia, Gianluca Morozzi e Oderso Rubini Alle barricate! Il libretto rosso dei Gang


Goodfellas Edizioni/Emme Promozione editoriale/distribuzione Messaggerie libri, 2023, serie Spittle 21, 288 pagine, euro 30. Musica | Biografie

18/08/2023 di Ambrosia J. S. Imbornone

Lorenzo “Lerry” Arabia, biografo e musicista, e lo scrittore Gianluca Morozzi avevano già pubblicato nel 2008 Le radici e le ali. La storia dei Gang, ma, con Oderso Rubini, storico produttore e discografico, tutti bolognesi, hanno curato un nuovo libro, intitolato Alle barricate! Il libretto rosso dei Gang, per non fermarsi al “primo tempo della storia” della band partita da Filottrano, nelle Marche, e dare conto questa volta anche degli album successivi.

Si tratta così di un volume ricchissimo, davvero imperdibile per i fan, corredato di tantissime fotografie, scattate da nomi noti e meno noti, scatti in bianco e nero (come due ritratti dei fratelli Severini, “figli della ricostruzione”, da bambini) e soprattutto a colori, tra copertine di riviste, biglietti, locandine, illustrazioni, ovviamente concerti e tanto, tanto altro, in un mosaico di volti e firme. Oltre ai testi, di Marino e Sandro e dei curatori, vi sono infatti contributi di tante voci, da Alessandro Portelli a Federico Guglielmi, che racconta il suo “colpo di fulmine” che portò alla prima recensione sulla stampa nazionale e a un’intervista di un paio di pagine sul “Mucchio”, da Mario Tronti sui vent’anni e Stefano Senardi sui trent’anni del fondamentale Le radici e le ali (1991) ai ricordi, ad esempio, di Daniele Biacchessi (che parla delle 400 repliche dello spettacolo in cui incrociò le sue parole con le canzoni di Marino), di Gianluca Spirito e Massimo Priviero (che sostiene sia per lui un "onore e un privilegio" poter continuare a collaborare con Marino e Sandro Severini e chiamarli suoi fratelli).

Vi sono poi i ricordi di Marzio Del Testa, Jacopo Ciani, o Andrea Parodi, che ricorda come ha messo in contatto i Gang con Jono Manson, che a sua volta racconta la sua esperienza di produttore per Sangue e cenere (2015), Calibro 77 (2017) e Ritorno al fuoco (2021).

Moruzzi dal canto suo impreziosisce il libro con dialoghi e lettere inventati e divertenti, come quando immagina “il migliore dei mondi possibili”, dove i Gang riempiono gli stadi e la trap, l’autotune o la musica commerciale in voga oggi sono solo un incubo; altrove sceglie sette canzoni del gruppo che potrebbero piacere anche ai bambini, oppure offre dei consigli sulla playlist da scegliere per conquistare una ragazza con la musica dei Gang, che sia la “studentessa politicizzata”, la “ragazza springsteeniana”, quella “romantica” o “gucciniana”. Una “madre disperata ma astuta” racconta invece come sia riuscita a far comprendere “il tempo in cui viviamo” a suo figlio, per cui i libri sono “oggetti oscuri e misteriosi”, sempre utilizzando le canzoni dei Gang e ripercorrendo così la storia da loro narrata, dall’antifascismo a Un treno per Riace, dedicata a Mimmo Lucano.

Tra il serio e il faceto, così, lo scrittore ci offre tanti percorsi d’ascolto diversi per approcciarsi alla band.


D’altronde, nell’interessante sezione Manifesto politico, Marino Severini spiega che a suo avviso “la Storia appartiene ai vincitori”, ma che loro cercano di cantare le storie dei vinti, di non dimenticare “l’esclusione, l’emarginazione, lo sfruttamento, le violenze subite” e tenere così viva la “Memoria che è l’unico mezzo, l’unico strumento che da Vinti ci rende invincibili”.

Nel libro si documentano tanti episodi interessanti, tra difficoltà e traversie, luoghi dell’anima come l’Imbrecciata, musica e politica, per ricostruire la lunga carriera on the road dei Gang, che, come recita il comunicato stampa, “portano in giro le loro canzoni di lotta e di protesta, di speranza e d’amore, le loro storie di splendidi perdenti e di personaggi dimenticati dalla storia”.


Si parte ovviamente anche dalla scoperta dei Clash, dalla testimonianza di Aurelio Laloni, frontman del primo gruppo punk dei fratelli Severini, i Ranx Xerox, e da quella di Luigi Bonanni dei Centocelle City Rockers, alla nascita dei Papers’ Gang, per i quali Pier Vittorio Tondelli, sotto lo pseudonimo di Robert Clark, aveva parlato di “miglior rock’n’roll”, fino ovviamente ai tanti dischi dei Gang. Si racconta la loro dirompente partecipazione al Primo Maggio 1991, con l’invito, rivolto ai sindacati, allo “sciopero generale per respingere il piano politico del nuovo duce, Bettino Craxi”, prima di far partire Socialdemocrazia, poi dedicata pure al Cavaliere nel 1994 sullo stesso palco, perché in fondo poco era cambiato. Ancora, si raccontano i contributi di Tom Robbins a Fuori controllo (1997) e di Erri De Luca a Controverso (2000), si affronta nel dettaglio la battaglia “Gang contro WEA” come “Davide contro Golia” e la decisione di andare avanti comunque grazie alla folta schiera di fan, con cui tenersi in contatto grazie alla diffusione di Internet. E poi c’è la lettera di Marino Severini scritta per la morte di Joe Strummer, pubblicata sul “Mucchio Selvaggio” del 21 gennaio 2003, in cui “Joe lo strimpellatore” è definito “lo sciamano, il padrino, l’inizio e la fine”, un “Viatico”, che insegnò alla sua generazione che poteva farcela e “dopo la Grande Sconfitta” sarebbero potuti tornare “a fare a pugni in Paradiso, come un Lone Ranger qualsiasi”.


Nel volume si continua a seguire il percorso successivo di quell’esperienza che Marino Severini definisce “un’eterna transumanza”, ritenendosi “in debito” per tutto quello che ha ricevuto in cambio dei “prodotti” del suo gregge: si passa allora per il documentario del giovane regista Ferruccio Gibellini Controverso, la grande avventura dei Gang, o per il successo del crowdfunding con oltre 1100 produttori nel 2014 per Sangue e cenere (2015), le oltre 1000 persone che hanno contribuito a Calibro 77, fino ai 1611 produttori e alla cifra record di 74.000 euro raccolti per Ritorno al fuoco, di cui si racconta ad esempio anche una curiosità come la difficile ricerca di un elefante indiano per la foto di copertina, durata più di un anno in tempi di restrizioni per il Covid.


Il volume comprende anche una “Gang Social Gallery” con citazioni, memorabilia, foto e notizie curiose come quelle dei tatuaggi con il logo della band o versi di canzoni, un matrimonio con L’altra metà del cielo come marcia nuziale, oppure il testo di Bandito senza tempo immortalato su delle piastrelle da Fabio Radicioni. In questa sezione ci sono ancora splendide foto live, dediche (come quella di Billy Bragg), riflessioni di prima mattina, un testo di Paolo Rossi che afferma che “Marino e Sandro partono dall’esigenza di dire qualcosa che sentono come pressante dentro di loro e non certo perché tali tematiche sono di moda” e si riportano recensioni e live report come quello di Giovanni Sottosanti, descritto come “uno dei più grandi frequentatori di concerti in tutta Italia” (qui un suo articolo per noi su un concerto dei Gang del 2017); infine non poteva mancare una discografia conclusiva e una sezione dedicata ai “bootleg ufficiali”.

Insomma, siamo davanti a un libro denso, affascinante, completo, sicuramente celebrativo, ma anche divertente e adatto a estimatori di tutte le età, che vogliano rivivere e comprendere a fondo la storia della band, scoprire tante chicche e seguire pagina dopo pagina la strada battuta da una band longeva, resistente e appassionata, ripercorrendo i suoi album e i suoi ideali.