Werner Herzog

documentario

Werner Herzog GRIZZLY MAN


2006 » RECENSIONE | documentario
Con Werner Herzog, Carol Dexter, Val Dexter, Sam Egli, Franc G. Fallico, Willy Fulton

di Paolo Massa
Come parlare della natura, come parlare degli animali che la popolano, ma allo stesso tempo come parlare dell’uomo e della sua insopprimibile esigenza di libertà. A parlarcene è “Grizzly Man” di Werner Herzog, documentario sulla vita (e la tragica morte) di Timothy Tradewell, ambientalista e grande amante degli orsi Grizzly, feroci e incantevoli abitanti del Katmai National Park in Alaska. E proprio qui, per ben tredici anni, a partire dal 1990, Timothy si è ritirato per studiarne la selvaggia esistenza cui sono relegati, filmandola con la sua inseparabile videocamera, e lasciandoci così un prezioso documento capace di darci il senso brutale della natura. Una natura (geografica) e una natura (umana) che divengono qui due facce della stessa meravigliosa medaglia, la medaglia della vita, e dunque della morte. Timothy Tradewell, insieme alla compagna, Amie Huguenard, ha sempre cercato un contatto ravvicinato con i suoi animali del cuore, li ha sempre trattati come fossero stati degli essere umani (e questo lo si nota perfettamente nei suoi video dall’Alaska), ma forse era lui a non considerarsi più umano, alla disperata ricerca di un’esperienza di vita il più lontana possibile dalla stanca società civilizzata, non consona al suo carattere fin troppo romantico e “fuori dal mondo”. E Timothy non ha mai smesso di credere alla sua missione di “eco-warrior”, così si definiva, persino fino alla morte – “Io morirò per loro”, aveva detto in più occasioni - tanto tragica quanto può essere una morte per mano di un affamato orso Grizzly. Era l’ottobre 2003, quando decise di rimanere un altro po’ nel paradisiaco Katmai National Park, cosa mai fatta prima in tredici anni di spedizioni, proprio perché in quel particolare periodo dell’anno gli orsi sono molto affamati, e quindi aggressivi, per la scarsità di cibo in vista del freddo inverno dell’Alaska. Ecco spiegata la tragica fine di Timothy ed Amie, quasi per caso filmata (solo l’audio) dalla sua onnipresente videocamera riposta all’entrata della loro tenda. Che Werner Herzog, però, impegnatosi con piglio certosino nel visionare le oltre cento ore di videoregistrazione dello sfortunato “Grizzly Man”, non osa farci ascoltare. Un film commovente, dunque, capace di darci il senso assurdo di una morte, e di trasmetterci l’estrema passione di una vita, vissuta senza remore e volutamente in bilico, lungo un invisibile quanto pericoloso punto di non ritorno. “In natura ci sono dei confini”, si legge in apertura del sito ufficiale www.grizzlymanmovie.com, “e un uomo ha vissuto gli ultimi tredici anni della sua vita attraversandoli”. Un capolavoro.

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