Werner Herzog

Storico

Werner Herzog AGUIRRE, FURORE DI DIO


1972 » RECENSIONE | Storico
Con Claus Kinski, Ruy Guerra, Helena Rojo, Cecilia Rivera, Peter Berling

di Marco Genzanella
Il film e' il resoconto di viaggio dal diario del monaco De Carvajal, unica testimonianza rimasta della spedizione spagnola guidata da Gonzalez Pizarro nelle Ande, alla ricerca del leggendario Eldorado. Anno 1560.
Il film fu realizzato con pochi mezzi ed in maniera piuttosto artigianale (girato con una 35 mm). La troupe rimase 2 mesi su zattere lungo i fiumi dell'Amazzonia in condizioni difficili e precarie. Il film che ne e' uscito e' un capolavoro indiscusso. Nel 1560 una spedizione spagnola guidata dal fratello di Francesco Pizarro Gonzales, e' alla ricerca del mitico Eldorado nelle Ande. La giungla inizia presto a creare grosse difficolta' alla spedizione che a causa del fango non riesce a trasportare il proprio armamentario: cannoni, armi, carri. Si decide cosi' di inviare una pattuglia di esplorazione, muinta di zattere, sul fiume Uruliamba. A guidarla viene incaricato Pedro De Urrua seguito dal condottiero Zofe De Aguirre. Il gruppo inizialmente entusiasta della missione, si trova a dover fronteggiare molte difficolta' che minano seriamente alla forza che lega il gruppo stesso. La disperazione diviene in questi momenti tangibile, e un'atmosfera onirica in crescendo, si fonde con la percezione dilatata dei personaggi che infetti dalle varie febbri tropicali, iniziano ad avere allucinazioni non distinguendo piu' la realta' da cio' che non lo e'. Indios, mancanza di cibo, febbre, fanno nascere in Pedro De Urrua il desiderio di abbandonare la missione, ma Aguirre glielo impedisce. Catturandosi le simpatie dei soldati, a volte anche con sostanziali dosi di violenza, ed eleggendo un nuovo re, promette che l'Eldorado sara' il loro nuovo impero, autonomo dalla Spagna e piu' potente. I problemi non cessano e le morti si susseguono velocemente, ma la follia e la brama di potere di Aguirre non si esauriscono e divengono sempre piu' terribili e pericolosi nella loro efferrara determinazione. Intanto l'Eldorado non si trova. Terribili le immagini sulla zattera oramai divenuta un lazzareto, dove in un'inquadratura panoramica, Aguirre prende a calci i suoi soldati malati di febbre, spronandoli a rimaneer vigili ed attenti. Il protagonista Aguirre, interpretato da Claus Kinski, riese ad essere a tal punto nevrotico che in certi momenti la bellezza e la iper realta' della sua pazzia potrebbe farci piangere: una follia isterica carica di poesia, di insondabile tristezza e solitudine. Anche quando il suo gruppo e' sconfitto dalla malattia e dalle freccie scagliate dagli indios, e lui e' l'unico rimasto in vita sulla zattera, la sua tenacia e la sua pazzia continuano a farlo sperare nella conquista di Eldorado, proprio quando l'imbarcazione ormai e' prossima ad arenarsi ed e' gia' coperta da varie scimmie della giungla, forse macachi. Film stupendo, visionario, colmo e pieno di tensione verso la vita ed il potere. Aguirre impersonifica pienamente il ruolo dell'ambizioso condottiero colonizzatore, in preda a deliri di onnipotenza, di dilagante violenza.Il viso di Claus Kinski... non vi sono parole per descrivere la sensazione di straniamento che trasmette. Ogni immagine e' un abisso in cui lo spettatore puo' fondersi, godere, assaporare. Qui la poesia si incarna in visione allucinante. Quelle immense e rallentate carrellate di macchina da presa. Quelle dilatate riprese panoramiche a 360°... Si ha quasi paura di parlare di un film talmente bello.
Ne riparlero' piu' ampiamente prossimamente, dopo averlo visto almeno 100 volte...

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