Michel Gondry

Commedia

Michel Gondry L'ARTE DEL SOGNO


2006 » RECENSIONE | Commedia
Con Gaël Garcia Bernal, Alain Chabat, Charlotte Gainsbourg, Miou-Miou, Inigo Lezzi, Jean-Michel Bernard

di Claudio Mariani
Sarà per la totale fiducia riposta in Gondry dopo uno il film più bello di due stagioni or sono, quell’ “Eternal Sunshine of the Spotless Mind”, manifesto della malinconia, ma dal “L’arte del Sogno” ci si aspettava molto, e le speranze non sono state disilluse. Questa volta Gondry non si fa aiutare dallo sceneggiatore più originale di Hollywood, Charlie Kaufman, e decidere di scrivere direttamente da solo questa storia altamente autobiografica che prende il nome di “The science of sleep”. Un film estremamente particolare, con tratti di cinema indipendente, che se fosse un disco sarebbe un disco lo-fi, un film che sembra girato in fretta, ma con tanto, tanto sentimento. In effetti l’autore ha utilizzato la stessa casa dove soggiornava ai tempi in cui sbarcava il lunario a Parigi, ha girato la pellicola in poche settimane e nel risultato ciò lo si nota ed questo le dà il valore aggiunto. La storia è quella di Stéphane, un giovane artista-inventore che viene attratto con l’inganno dalla madre a tornare a vivere nella capitale francese dopo anni in Messico, qui, al posto di un lavoro che sfrutti le sue qualità creative, si ritrova a svolgere un’occupazione alienante con dei colleghi a dir poco strampalati. Questa situazione amplifica ancora di più la sua particolare malattia che lo fa letteralmente viaggiare nel mondo dei sogni dove, probabilmente, trova la sua reale dimensione. A tenerlo ancora di più con la testa nelle nuvole è la sua vicina, Stephanie, di cui si innamora ben presto. Il seguito di “Se mi lasci ti cancello” è molto diverso dal suo predecessore, meno cervellotico, più istintivo (questo è dovuto all’assenza di Kaufman), e molto più comico; è una pura danza, dove il regista si lascia completamente andare, dove le scene dei sogni sono pura libertà espressiva, e dove l’irrealtà fa capolino anche nel reale nelle parti più poetiche della storia. Gli attori sono perfetti, dai comprimari ai due protagonisti, un Gaël Garcia Bernal sempre più bravo ad adattarsi a ruoli più disparati, e una Charlotte Gainsbourg, sempre perfettamente impeccabile e di un fascino che la rende l’attrice brutta più bella che ci sia. Grande merito a Gondry, che riesce a mettere a frutto le sue qualità di grande autore di video-clip musicali e pubblicitari, soprattutto nelle scene dei sogni, grazie anche a delle scenografie imperdibili. L’arte del sogno racconta dei sogni, a volte romantici, speranzosi, ma anche angoscianti, tenebrosi, velati di malinconia e tristezza, e questo film è puro sogno, un bel sogno colorato, gioioso affresco in una giornata grigia come il cielo di una metropoli odierna.

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