Perché Paul Giamatti – volto camaleontico di tanto cinema americano finalmente promosso in serie A – non figura tra i nominati all’Oscar 2005 nella categoria Miglior Attore Protagonista per l’umano ritratto dell’aspirante romanziere fallito ed amante del vino Miles , che disegna con senso della misura ed intensità emotiva nel “malincomico” Sideways? Perché proprio un film come Sideways, dell’ottimo regista e sceneggiatore Alexander A Proposito di Schimdt Payne, ha bisogno di un sostenuto e convinto passaparola per riuscire ad imporsi in un mercato cinematografico che continua ostinatamente a premiare film demenziali e di cassetta? Perché la storia dei due amici per la pelle Miles e Jack , in viaggio tra i vigneti della California, riesce ad afferrarci per lo stomaco facendoci lentamente precipitare in una girandola di emozioni – risate, lacrime, gioia, malinconia ed amarezza, che ci stordiscono con una sincerità di dialoghi e purezza d’immagini sorprendenti? Perché abbiamo bisogno di confrontarci con le delusioni e le rivincite di questi due uomini “nel mezzo del cammin della loro vita” per comprendere della continua bellezza e meraviglia che è la vita umana? Perché l’amore sul grande schermo ci appare sempre così periglioso, avvincente, irto d’ostacoli, entusiasmante, enorme sfida e sorprendente meta tale da invogliarci a credere sul serio che sia la sola ragion d’essere del genere umano? Perché attori come Thomas Haden Church ( il dongiovanni casinaro Jack), Sandra Oh (la vinicultrice disinibita) o Virginia Madsen (la romantica cameriera esperta di vini) ci sembra improvvisamente di conoscerli da una vita pur non ricordandoci di averli mai visti prima al cinema? Perché – quando si riaccendono le luci in sala – si ha l’immediata voglia di sorseggiare un buon bicchiere di vino rosso con nuova coscienza e ritrovato gusto per una sana abitudine che ci riconcilia con i veri e genuini sapori della vita? E perché – caso più unico che raro – siamo grati ad un semplice ma imperdibile film come Sideways se riusciamo adesso a sorridere e ad immalinconirci del nostro quotidiano vivere avendo imparato che la vita – anche quella percorsa ai lati di lunghe carreggiate – vale comunque la pena di essere sempre vissuta?