Giancarlo Frigieri Sant`Elena

L'Emilia sembra restare intatta nel tempo, avvolta da un'aria riconoscibile e da una percezione antica dei rapporti che Giancarlo Frigieri riporta nella scelta acustica del suo nuovo album intitolato Sant'Elena che ben si differenzia dal precedente I ferri del mestiere, infatti stavolta sceglie la solitudine con voce, chitarra e armonica per testi che non sono stati scritti durante il lockdown, e che appaiono “come una vita che ci porta appresso”, vissuta come sicurezza, ma anche con dispiacere, rancore e equilibrio, dando spazio allo spazio perchè la voce risuona nell'aria avvolgendo l'ascoltatore.

   Frigieri presenta un album lungo, composto da 16 tracce per più di un'ora di ascolto che tende, talvolta, ad avvilupparsi in sé stesso, per poi srotolarsi verso l'apertura, grazie al suono pieno, corposo, intenso, soprattutto nella interessante Un'altra settimana (Bruna) che spicca tra le varie storie raccontate, piccole quotidianità che, spesso, si collegano tra loro con l'immagine del termine, riportandoci all'idea dell'isolamento di Sant'Elena, come a ricordarci che ci ritroveremo con noi stessi, ma Frigieri dimostra che anche in questa circostanza si può vivere. Forse la proposta è molto intima ed empatica per i riferimenti alle zone che ha come altro lato della medaglia l'esclusione di una gran parte di ascoltatori, smuovendo però immagini genuine ai cuori emiliani.

   Un folk blues da cantastorie, da narratore intenso e quotidiano che ascoltato nel 2021 collega alla “normalità” che tanto si sta ricercando, in un album che sembra nato dall'istinto e dal bisogno di condividere storie che se non del tutto reali, hanno una base di verità che permette di descrivere una parte di vita. Ascoltato ora, Sant'Elena assume una sfumatura più intensa, di fuga e di vita, ad oggi due concetti lontani dal nostro vivere, ma che premiano l'autore negli ascolti verso i ricordi.