Stereochemistry

special

Stereochemistry In anteprima e in esclusiva il video di Cookie Jar

18/06/2015 di Ambrosia J. S. Imbornone

#Stereochemistry#Rock Internazionale#Songwriting #Stereochemistry

Un brano ironico e divertente, per riflettere sulle maschere sociali che ci sono imposte, finché il gioco delle parti e la voglia di conformarsi (alle mode o alle volontà altrui in rapporti superficiali) non crollano. L'artista europea, di origini serbe, ma che si è divisa negli anni tra Italia, Germania, Inghilterra e Spagna, d'altronde gioca con i suoi suoni e la sua immagine proprio per andare oltre cliché e pregiudizi.
Le maschere sociali si sono moltiplicate all’infinito oggi, anche nell’era dei social, che facilitano la creazione di identità fittizie ed aiutano a recitare ruoli che possono essere utili ad essere accettati dagli altri in determinati contesti. Nella vita d’altronde si può cadere nella tentazione del seguire i diktat altrui, fossero pure quelli sempre cangianti della pubblicità e delle mode, fino a diventare fashion victim, oppure yes-man o yes-woman, pronti insomma a dichiarare un “Sono come tu come mi vuoi”. Su questo e altri temi fa riflettere il primo videoclip realizzato per l’album Ruins in Bloom, quarto disco della cantautrice Stereochemistry (al secolo Karla Hajman); si tratta del video del brano Cookie Jar, presentato come “critica sarcastica e divertita alle contraddizioni e brutture della società contemporanea”. Così continua il comunicato ufficiale:

Rinchiudersi dentro sé stessi, mentire al proprio io e agli altri, condurre la propria vita cercando ispirazione soltanto attraverso i modelli che una società di massa e consumistica come quella contemporanea può rappresentare, per giungere poi in fondo al percorso e trovare cosa?

Un’esistenza che si scoprirà essere vanificata, sottratta alle cose e alle persone che davvero meritano di ricevere attenzione e i propri sentimenti genuini.

Sono queste alcune delle domande (e poi delle risposte) che Stereochemistry rappresenta in immagini nel nuovo video di Cookie Jar.

Nel video appaiono diversi personaggi, esempi di ruoli interpretati e simulati nella vita di ogni giorno, dalla ragazza un po’ hippie a quella new-age e a una coloratissima aliena, dalla donna sofisticata a quella più semplice e rassicurante e così via, in una galleria di ruoli possibili, distanti però da un’identità reale: per compiacere qualcuno, si possono celare verità scomode come la fine di una storia e/o si può fingere di essere diversi, ma la “recita” prima o poi deve terminare. Così la superficialità delle varie maschere in scena, emblema della “disonestà verso sé stessi”, alla fine del video viene “distrutta e imbrattata da una sostanza “simil-corporea”, perché vivere nella propria menzogna non può durare all'infinito”.

Il brano della poliedrica artista (originaria di Belgrado, ma che si è divisa negli anni tra Italia, Germania, Inghilterra e Spagna) appare ironico, interpretato in modo istrionico, divertito e divertente ed incentrato su una linea di piano giocosa; dietro quest’apparente lievità spinge però a riflettere su come la società odierna, tra consumismo e ipocrisia, spinga a concentrarsi su feticci, su traguardi apparenti, in realtà parvenze di realtà, e su rapporti costruiti sulla falsità. L’illusione di poter essere felici muovendosi in microcosmi così strutturati però si rivela prima o poi come tale e non può che crollare con l’irrompere materico della realtà più concreta.

L’uscita del videoclip di “Cookie Jar” segue le tante novità che hanno la cantautrice europea in questi ultimi mesi: dopo i minitour in Germania e in Italia tra febbraio e marzo, bolle in pentola molto altro. Miss Stereochemistry ha terminato le registrazioni del suo nuovo EP, ma ha anche messo a segno importanti collaborazioni con il progetto Kinestatics (progetto trip-hop con Steve Rutter dei B12) e l’ospite nel nuovo disco (ancora da annunciare), uno dei padri fondatori del funk mondiale.

Karla Hajman ha compiuto gli studi universitari in Italia, dopo aver lasciato la sua Belgrado alla fine degli anni Novanta; in seguito si è trasferita in Svezia per un dottorato in Audiologia sperimentale, poi in Spagna, in Inghilterra e in Germania. La ricerca presso il Karolinska Institutet era infatti sicuramente una gabbia per una globe-trotter in pectore come Karla, che ha ben presto preferito farsi notare per show con costumi cabarettistici, il suo umorismo in cinque lingue, la sua satira senza tabù su società, religione, cultura e politica al suono di chitarra, piano, ukulele e loop station.

Ruins in Bloom segue i precedenti album Vagabond Cabaret (2010), The Archive Box (2011), e SWEEP (2012); prodotto negli Stati Uniti da Jason Rubal (Amanda Palmer/Dresden Dolls, Bitter Ruin, etc.) e realizzato con una campagna di crowdfunding, ha prodotto “una svolta e un nuovo indirizzo all’interno del suo percorso artistico”. La stessa artista lo ha definito un “killer di pregiudizi, privo di auto-censura”; Maurizio Giannetta nella sua recensione per Mescalina ha affermato:

Il modus operandi del lavoro discografico è essenziale: la semplicità è il comune denominatore dei testi e del loro arrangiamento. Added value a questa essenzialità questa sua particolarissima voce, straordinariamente versatile e volutamente distorta e sbilenca. 

Vi lasciamo con il video di Cookie Jar!

 

Video credits:

Ideazione, regia, montaggio, costumi: Karla Hajman/Stereochemistry

Assistente di regia e set: Stefan Hentschel

 

Song credits:

Testo e musica Karla Hajman/Stereochemistry

Prodotto da Jason Rubal ai Seventh Wave Studios, Harrisburg, PA, USA.

Karla Hajman/Stereochemistry: Voci, pianoforte

Jason Brookens: batteria

Roy Nash: basso

Tyler Kouqj Garret: assistente di produzione

 

DISCOGRAFIA DI STEREOCHEMISTRY

A Settembre 2010, Stereochemistry pubblica il suo primo album Vagabond Cabaret. Inciso ad Istanbul come un studio live, il disco è una collezione di racconti di viaggi e di piccole storie di vita. Il tour che lo segue dura un anno e porta la Miss e la sua musica attraverso nove paesi Europei.

Due singoli, Cotton Candy Love (2010) e Shut Up and Fuck Me (2011) vengono incisi e pubblicati durante il tour. Dopo 344 giorni spesi "vivendo nella valigia", Stereochemistry decide di disfare i bagagli a Berlino, dove incide il suo secondo album, The Archive Box, autoprodotto e rilasciato simbolicamente l’11/11/2011: il disco fa parte dell'omonimo progetto di arte concettuale, dove l'edizione fisica e digitale del disco sono molto distinte, però allo stesso tempo interattive ed interconnesse.

Il 2012 segna profondamente la vita personale di Miss Stereochemistry; la perdita del suo bambino ancora prima del nascere lascia una grande impronta sulla sua arte: Karla decide di parcheggiare la sua valigia instancabile per un anno e partire invece per un viaggio dentro di sé. SWEEP, il risultato di questa odissea interiore, è il lavoro più intimo rilasciato fino a quel punto. Dedicato a suo figlio e pubblicato per "la fine del mondo", il 21/12/2012, SWEEP è un tentativo di capire le svariate forme che l'amore può prendere sulla Terra, segnando la chiusura di una fase artistica della sua carriera. In omaggio a tutto ciò che ha inspirato il disco, in aprile 2013 Karla decide di donare la metà delle sue vendite digitali all'organizzazione di beneficenza “Every Mother Counts”.


Segue Ruins in Bloom, scritto ed inciso durante il 2013. Prodotto negli Stati Uniti da Jason Rubal e promosso in crowdfunding, l'album segna una svolta sia in termini di produzione che d'espressione. Il disco si apre con molta disinvoltura, onestà e leggerezza sui temi difficili, per rompere i pregiudizi e offrirne un immagine nuova. La depressione, uno dei più grandi tabù della società moderna, in particolare viene presentata come un processo di trasformazione ed evoluzione, piuttosto che uno stato esclusivamente "negativo" e passivo. Karla definisce il disco come un "killer di pregiudizi, privo di auto-censura". Pubblicato in Germania e Inghilterra nel 2014, esce anche in Italia nel gennaio 2015.

Intanto, nella primavera 2014, la Hajman unisce le forze con il produttore londinese Steven Rutter dei B12 (leggendario duo inglese considerato il fondatore della scena techno e IDM britannica), dando vita al duo trip-hop "Kinestatics".

 

Sitografia

Sito: http://stereochemistrymusic.com/

Facebook: https://www.facebook.com/stereochemistry

Youtube: https://www.youtube.com/user/Stereochemistrytube

Twitter: https://twitter.com/stereochemis3

Si ringrazia Michele Severino per MArte Press – ufficio stampa e comunicazione

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